Confindustria Taranto, dopo aver analizzato i contenuti del provvedimento, con una propria nota “ravvisa nello stesso la mancanza di quei requisiti di semplificazione che avrebbero dovuto consentire un accesso pressoché automatico delle aziende – fatte ovviamente le necessarie verifiche sui loro requisiti– al fondo di garanzia, in altre parole l’allargamento di quelle “maglie” che da tempo veniva portato avanti come condizione sine qua non . Non si ravvisa inoltre la certezza né della concreta attuazione del provvedimento né dei tempi di emanazione dello stesso.
Della misura introdotta dalla legge 20 di marzo 2015, va ricordato che le aziende fornitrici dell’ ILVA non avevano potuto usufruire a causa delle condizioni eccessivamente restrittive della stessa, che di fatto impedivano concretamente l’accesso al fondo. Una semplificazione, che nei mesi scorsi era stata più volte caldeggiata proprio da Confindustria Taranto, ma di fatto non è stata introdotta, lasciando tuttavia ancora dei margini di manovra per una necessaria rivisitazione e modifica nel senso auspicato. E quindi gli industriali tarantini torneranno ad avanzare gli opportuni suggerimenti affinché la misura possa arrivare alla Camera modificata nei criteri di semplificazione di accesso al Fondo di Garanzia.
L’auspicio ulteriore di Confindustria Taranto, continua la nota, è quello che “oltre questa misura, opportunamente rimodulata, possano intervenire altri provvedimenti a sostegno della platea dei creditori dell’indotto. In particolare, al fine di fornire alle imprese ulteriore “ossigeno” che consenta loro di andare avanti, si riconferma la necessità di dare concreta attuazione a provvedimenti che possano prevedere delle forme di anticipazione (fino al 30%) sui crediti pregressi, richiesta già formulata da Confindustria al giudice delegato“.
Un’ altra misura auspicata da Confindustria Taranto su cui sono però ancora in corso appositi approfondimenti, è la possibilità da parte delle aziende in regime di procedura concorsuale di recuperare l’IVA versata all’Erario relativa ai crediti non incassati. Una possibilità che la Legge di stabilità ha accolto prevedendone l’applicazione, però, solo a partire dal 1° gennaio 2017.
Quindi la questione che coinvolge molte aziende creditrici dell’ ILVA in amministrazione straordinaria è, a tutti gli effetti, ancora ben lontana dal dirsi risolta. Confindustria Taranto sottolinea ancora una volta “l’interesse dimostrato dal Governo nei confronti di queste aziende. Un interesse che riconosce inoltre il loro ruolo strategico, in quanto, pur in assenza di introiti, hanno continuato a garantire servizi e forniture al centro siderurgico, prima e dopo l’ingresso in amministrazione straordinaria dell’ ILVA, maturando crediti pregressi pari a 150 milioni di euro riferiti solo all’area di Taranto e provincia“.