Corrado Carrubba, uno dei commissari straordinari dell’ ILVA nominati dal Governo ha commentato in occasione di un convegno a Genova della la decisione del tribunale di Bellinzona di bloccare il rientro dalla Svizzera all’Italia del miliardo e duecento milioni sequestrato alla famiglia Riva e destinato ai lavori ambientali dell’impianto siderurgico di Taranto, ricordando che “noi (ILVA n.d.r.) non siamo parte processuale, in senso tecnico, nella vicenda Svizzera, chi potrà fare ricorso, se lo riterrà, è la procura di Zurigo, la cui decisione è stata modificata dal tribunale federale, valuteranno loro” aggiungendo che “tutte le strade vanno perseguite perché siamo convinti della bontà e della fondatezza dell’operazione che tende, sostanzialmente, a mettere a disposizione della società delle risorse importanti che vanno nell’interesse non solo dell’ambiente e del territorio ma anche della stessa società“.
Rispondendo alle preoccupazioni dei sindacati dopo la sentenza svizzera, Carrubba ha spiegato che “La situazione dell’ ILVA è delicata Questa situazione ha aggiunto un elemento di indubbia preoccupazione ma pensiamo ci sia un impegno unitario delle istituzioni, dal governo alle autorità locali, da Taranto a Genova. Abbiamo passato momenti difficili, troveremo una soluzione per passare anche questo“. Secondo il commissario straordinario, la decisione dei giudici svizzeri di bloccare il trasferimento in Italia di 1,2 miliardi di euro della famiglia Riva, soldi destinati agli interventi di ambientalizzazione dello stabilimento ILVA di Taranto, a cui i Riva per 20 anni si erano sottratti, “non compromette la situazione in modo decisivo perché gli interventi a Taranto vanno fatti”,
Carrubba ha agiunto che “se la newco (la nuova società che dovrebbe gestire lo stabilimento di Taranto, n.d.r.) viaggia su tempistiche e procedure diverse, indubbiamente il tema ambientale e’ fondamentale perché senza di quello non c’è newco che regga. Ciò che è accaduto deve essere tenuto nella giusta considerazione ma non va drammatizzato perché suILVA c’è un impegno nazionale, dal Governo al Parlamento agli Enti locali, e credo che questo team nazionale sia sufficientemente forte da far fronte anche a queste difficoltà. Noi lavoriamo in questa direzione“.
A chi, poi, gli ha domandato se gli investimenti annunciati sullo stabilimento genovese siano comunque confermati, Carrubba ha risposto che “Genova e’ un pezzo del ciclo produttivo ILVA e sappiamo che ha un’importanza rilevante non solo per il territorio. L’ Ilva e’ l’ILVA, e, per quanto ci riguarda, e’ fatta in maniera inscindibile dagli stabilimenti di Genova, Novi e Taranto e dei vari impianti che abbiamo. Non c’e’ alcuna distinzione di sorte“.
Vincenzo Cesareo il presidente di Confindustria Taranto, ha commentato “Non possiamo rinunciare al risanamento ambientale dell’ILVA e non possiamo chiudere lo stabilimento siderurgico” afferma . “Governo e Parlamento – prosegue Cesareo – devono quindi fare in modo che gli 800 milioni di garanzia statale sul nuovo prestito che l’Ilva contrarrà, siano confermati nella legge di Stabilità e diventino subito una misura efficace». Per Cesareo la partita giudiziaria non è chiusa ma adesso “è importante che l’Ilva sia messa nelle condizioni di ottenere e spendere gli 800 milioni di prestito garantito dallo Stato. Probabilmente lo Stato dovrà attendere più tempo per rientrare in possesso della garanzia data, ma l’Ilva è questione il cui rilievo ambientale, industriale, occupazionale e sociale, penso non sfugga a nessuno”. Il Sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno ha dichiarato: “Sapevo che non era facile e avevo anche colto qualche preoccupazione. Non entro nel merito giuridico, ma dico che un anno fa il Governo, mettendo in cantiere un’altra legge, ha colto la necessità di dare una svolta al problema dell’Ilva. Ora sia quindi il Governo a garantire gli investimenti necessari. L’Unione Europea ce lo contesterà? Dovremo dirgli che l’Ilva è anzitutto un enorme problema ambientale e di tutela della salute dei cittadini da risolvere”.