di Antonello de Gennaro
è d’obbligo una premessa. Umanamente capiamo che persone non prendono soldi da mesi, non posso essere illusi dopo una riunione prefettizia a cui ha partecipato anche l’assessore regionale competente, in cui la Provincia di Taranto rese noto di aver trovato circa 300 mila euro da destinare ai dipendenti di Isola Verde spa e poi scoprire ad una settimana dal Santo natale che quei soldi per dichiarazione del dirigente della Provincia , il dr. Cesare Semeraro, che “i soldi non ci sono” senza ricevere alcuna legittima spiegazione, con delle decisioni che hanno scavalcato persino il prodigarsi del Presidente della Provincia Martino Tamburrano. per trovare una soluzione al problema. Così come è incomprensibile apprendere dai lavoratori della Cooperativa L’ Ancora che “il Comune di Taranto ha pagato l’ AMIU per le nostre prestazioni, ma l’ AMIU non paga la nostra Cooperativa quindi il nostro lavoro“. Ma tutto ciò non può consentire di paralizzare una città per due giorni di seguito
La Corte Costituzionale, con sentenza 19 febbraio 1965, n. 9 ha chiarito che la libertà di manifestazione del pensiero é tra le libertà fondamentali proclamate e protette dalla nostra Costituzione, una di quelle che meglio caratterizzano il regime vigente nello Stato, condizione com’é del modo di essere e dello sviluppo della vita del Paese in ogni suo aspetto culturale, politico, sociale . Ma bloccare una città come sta avvenendo pressochè quotidianamente a Taranto negli ultimi tempi. E’ una vergogna per chi manifesta una protesta danneggiando il resto della cittadinanza, Ma è una doppia vergogna per le Autorità, le Forze dell’ ordine che non fanno rispettare la Legge, e che per questo potrebbero essere i primi a subite delle ripercussioni per “omissioni in atti d’ufficio“.
La legge, e per la precisione dell’articolo 340 codice penale prevede che “Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge [330, 331, 431, 432, 433], cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a un anno. I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni” quindi chiunque, con mezzi di trasporto (autoveicoli, camion, ruspe, trattori, etc.) o oggetti voluminosi (bidoni, pneumatici, travi, cassonetti, etc.) impedisca la libera circolazione sulla rete stradale italiana per proteste pre-meditate o creando disagio alla normale mobilità dei cittadini, dovrebbe essere punito con la reclusione.
Le sentenze della Suprema Corte di Cassazione:
“Bloccare una strada durante una manifestazione e’ reato quando viene dimostrata l’intenzione di ostacolare la pubblica circolazione, rendendo inutilizzabile un pubblico servizio”. E’ quanto ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione con una sentenza della Ia sezione penale che respinse il ricorso di 14 lavoratori che avevano bloccato una strada statale per protestare contro l’ipotesi di costruzione di un parco naturale, confermando la sentenza di condanna per interruzione di pubblico servizio emessa dalla Corte d’appello di Firenze. La Cassazione ha respinto il ricorso dei lavoratori, secondo i quali “il blocco non era fine a se’ stesso ne’ teso a raggiungere scopi sovversivi, ma era stato attuato per scopi meramente dimostrativi contro provvedimenti che li avrebbero colpiti nella possibilita’ di esplicare la propria attivita’ e, pertanto, mancava l’elemento soggettivo del reato perche’ la volonta’ era quella di manifestare e non di bloccare il traffico”.
Il blocco, inoltre, nelle intenzioni dei lavoratori doveva essere solo “simbolico” al fine di fare in modo che “la stampa ne parlasse”. Esattamente quello che stanno facendo i lavoratori di Isola Verde spa, e della Cooperativa Sociale L’ ANCORA i cui certificati penali non sono dei migliori, avendo nel proprio organico non pochi pregiudicati. Secondo la Cassazione’ “se non esistono dubbi sulla materialita’ dei fatti e’, del pari, evidente la sussistenza del dolo, inteso come coscienza e volonta’ di bloccare la strada e volonta’ diretta ad ostacolare la libera circolazione stradale” e, “nel caso particolare, era stata dimostrata la volonta’ dei manifestanti. Nel caso esaminato, i lavoratori avevano bloccato due strade per circa un’ora e venti minuti costringendo i Carabinieri a deviare il traffico su altre vie”….Come accaduto ieri dove sono stati costretti a riaprire al traffico via d’Aquino che è strada pedonale da svariati anni.
La Corte di Cassazione, sez.V penale, con sentenza n. 23495 del 3 Giugno 2013, ha ritenuto configurabile il reato di violenza privata previsto dall’art. 610 del codice penale, verso coloro che arrestino la marcia del veicolo della persona offesa, ponendosi di fronte ad esso in modo tale da impedirgli di circolare. Il reato è punito con una pena detentiva fino a 4 anni di carcere. Se la violenza è esercitata da più persone riunite, scatta l’aggravante dell’art. 339 del c.p per cui la pena è aumentata fino ad 1/3. Inoltre, l’art. 1, commi 1 e 2 e l’art. 1 bis del d.lgvo 66 del 22.1.1948, come modificato dall’art. 17 del d.lgvo 507 del 30.12.1999, sanziona, quando il fatto non costituisce reato, ”Chiunque, al fine di impedire o ostacolare la libera circolazione, depone o abbandona congegni o altri oggetti di qualsiasi specie in una strada ordinaria o comunque ostruisce o ingombra una strada ordinaria o ferrata. E’ prevista “la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 1.032 a 4.131 €. Se il fatto è commesso da più persone, anche non riunite, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.582 € a 10.329 €”.
Cosa aspetta il Prefetto di Taranto dr. Umberto Guidato a riportare l’ordine e la legalità in una città dove sotto il suo naso, cioè davanti alla prefettura di Taranto sia dal lato del lungomare che in via Anfiteatro dove stazionano camionette dei reparti mobili di Polizia e Carabinieri, ha sede la Polizia Provinciale, e persino il commissariato di P.S. Borgo ed a 100 metri dalla Stazione Centro dei Carabinieri sfrecciano delinquenti e non in motociclette senza caso, targa ed assicurazione quotidianamente a tutte le ore del giorno e della sera, a far rispettare le Leggi ? Cosa aspettano il Sindaco di Taranto Stefàno ed il Presidente della Provincia Tamburrano a prendere a calcioni nel sedere i loro dirigenti e dipendenti pubblici che ostacolano tutto ciò ? Ma non è finita qui….
Cosa aspetta il Sindaco di Taranto a far lavorare e funzionare il corpo di Polizia Municipale buono solo a fare multe, guidato da un incapace (gestionalmente parlando) comandante, che fa installare una telecamera di controllo per l’accesso da via Massari a piazza del Carmine, invece di girarla e farla rivolgere su via Anfiteatro ? Capiamo bene che il Prefetto dr. Umberto Guidato fra qualche mese lascerà il suo incarico in città per essere trasferito in una città del Nord e quindi vuole avere meno problemi possibili, così come sappiamo altrettanto bene che il Sindaco di Taranto dr. Stefàno pur essendo il figlio di un ex-comandante dei Vigili Urbani di Taranto (anni ’60/70′) ed avendo l’interim sulla Polizia Municipale non può nominare assessore alla Polizia Municipale i due assessori-poliziotti (Francesco Cosa agente in servizio al Commissariato di P.S. a Martina Franca, e Gionatan Scasciamacchia, agente in servizio al Commissariato di P.S. di Grottaglie, perchè altrimenti perderebbero la doppia indennità (indennità di consigliere comunale più stipendio di poliziotto) .
Lo sanno che basterebbero delle denunce o esposti alla Procura con le fotografie che girano, per mandarli tutti davanti ad un Tribunale ? Ci auguriamo che il Prefetto ed il Sindaco, inizino a far rispettare le Leggi una volta per tutte e riportino la calma e tranquillità in una città-polveriera, che assomiglia sempre di più ad una di quei paesi del profondo sud controllati da ndrangheta, camorra ecc., come hanno constatato e dichiarato pubblicamente i nuovi vertici dei Carabinieri e Guardia di Finanza appena arrivati ed insediatisi a Taranto.