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25 Novembre 2024 07:25

Il Tribunale manda a processo il “sindacalista-giornalista” Andrea Camporese presidente dell’INPGI

A Camporese fanno riferimento in Puglia i giornalisti sindacalisti Raffaele Lorusso e Cosimo (Mimmo) Mazza, estranei a questa vicenda giudiziaria. I quali guarda caso ... adesso tacciono. Un giorno vi spiegheremo e documenteremo il perchè
CdG Andrea-Camporese-inpgi
nella foto Andrea Camporese, (ex) presidente dell’ INPGI

Il “giornalista-sindacalista”  Andrea Camporese attuale presidente (scaduto) dell’ INPGI, l’ istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani,  è stato rinviato a giudizio dinnanzi al Tribunale di Milano, che ha accolto la richiesta presentata dalla Procura di Milano.

Lo ha deciso il gup di Milano Alessandro Santangelo a seguito del rigetto della richiesta di trasferire il procedimento a Roma. Ora l’istituto di previdenza dei giornalisti dovrà decidere se costituirsi parte civile durante la prima udienza prevista per il 21 aprile davanti alla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Milano.

Lo scorso 19 gennaio la difesa di Camporese aveva chiesto il trasferimento del procedimento a Roma, facendo  così slittare la decisione del giudice. Istanza che  qualche giorno dopo (per la precisione il 28 gennaio 2016) è stata rigettata. Prima ancora era stata respinta l’istanza di ricusazione del giudice . Camporese attuale  numero uno dell’istituto di previdenza dei giornalisti, che fino a dicembre è stato anche presidente dell’Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp), non è riuscito come sperava a uscire di scena dalla vicenda processuale senza clamore . Le prossime elezioni  per il rinnovo del CdA dell’Inpgi si svolgeranno dal 22 al 28 febbraio e Camporese questa volta per fortuna non si è ricandidato.

Tribunale di Milano
nella foto Palazzo di Giustizia a Milano

Secondo la ricostruzione investigativa del sostituto procuratore della repubblica dr. Gaetano Ruta , il Camporese, avrebbe intascato una somma pari  a 200mila euro “a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio” a causa dei quali ne sarebbe derivato un danno di circa 7,6 milioni di euro per le casse dell’ Istituto di previdenza dei giornalisti, che a seguito della decisione adottata dai suoi” compagnucci di merende” del consiglio di amministrazione, non si è costituito parte civile contro il suo presidente (in scadenza)  rinunciando ad ogni pretesa di risarcimento se lo stesso, venisse condannato in via definitiva. Una decisione a dir poco discutibile, e come si suol dire “border line”, cioè ai limiti estremi della legalità prevista e necessaria per i doveri d’ufficio da rispettare, da parte del CdA dell’ INPGI che potrebbe rischiare di essere incriminato e rispondere in proprio un domani. Questi i capi d’accusa di cui Camporese dovrà rispondere nel processo a suo carico dinnanzi al Tribunale di Milano.

CAMPORESE (ed altri)  Reato p. e p. dagli articoli 110, 640 commi 1 e 2 n. 1, 61 n. 7 e 11 c.p. perché, in concorso tra loro, realizzavano un ingiusto profitto in danno di INPGI (Istituto Nazionale Previdenza Giornalisti Italiani)attraverso operazioni di trasferimento di quote di FIP (Fondo Immobili Pubblici), con le modalità di seguito indicate:

  •  Sopaf S.p.a. acquistava le quote di FIP da Immowest Promotus Holding Gmbh (società austriaca), in particolare:
  • il 31.12.2008 Sopaf S.p.a. sottoscriveva con Immowest Promotus Holding Gmbh un contratto di acquisto di n. 800 quote di classe A del FIP per il controvalore di € 80.000.000;
  • il 12.3.2009 veniva eseguita l’operazione con pagamento del prezzo convenuto, utilizzato in quota parte per la estinzione di un debitopregresso contratto dal cedente a garanzia del quale erano state date lequote del FIP, nella parte residua con versamento direttamente a favore della società cedente;
  • Sopaf S.p.a. cedeva le quote di FIP ad INPGI, in particolare:
  • il 14.1.2009 Sopaf S.p.a. inoltrava ad INPGI, all’attenzione del Presidente Andrea Camporese, una missiva avente ad oggetto “Quote del Fondo Immobili Pubblici – Opportunità di Investimento”, offrendo un numero di quote compreso tra le 150 e le 350 unità,con uno sconto variabile tra il 2,25 ed il 3,25% rispetto al valore unitario certificato;  
  • il 13.2.2009 Sopaf S.p.a. proponeva all’INPGI, con missiva inoltrata al Presidente Andrea Camporese, una proposta di acquisto di n. 224 quote di FIP al prezzo di € 30 milioni;
  •  il 19.2.2009 il Presidente dell’INPGI, Andrea Camporese, con propria delibera disponeva l’acquisto di n. 224 quote di FIP del valore unitario di € 140.077,00 al prezzo complessivo di €30 milioni, utilizzando fondi in disponibilità della Gestione Separata INPGI;
  •  il 23.2.2009 Sopaf S.p.a. ed INPGI, in persona di Giorgio Magnoni ed Andrea Camporese, sottoscrivevano il contratto di compravendita di n. 224quote di FIP per un controvalore complessivo di € 30 milioni, stabilendo come data di esecuzione il 5.3.2009;
  • il 24.2.2009 Sopaf S.p.a., INPGI ed Intesa San Paolo S.p.a. (in qualità di escrow agent) sottoscrivevano un contratto di escrow, in base al quale: i) alla “data di esecuzione” INPGI si impegnava a versare il prezzo e a consegnare il “certificato di investitore qualificato” all’escrow agent, venendo assicurato dal venditore che “le quote di classe A saranno, alla data di Esecuzione, libere da pegni, oneri, pesi, vincoli, gravami pregiudizievoli o diritti di terzi di ogni genere ed il venditore ne avrà la piena e libera proprietà e disponibilità”; ii) alla “data di regolamento” l’escrow agent avrebbe dovuto trasferire il prezzo a favore di Sopaf S.p.a.; iii) alla data di trasferimento l’escrow agent avrebbe dovuto consegnare il certificato necessario per l’iscrizione del trasferimento delle quote del FIP a favore di INPGI, in data che non avrebbe potuto essere successiva al 5.3.2009; 
  •  il 3.3.2009 Sopaf S.p.a. incassava dall’INPGI la somma di € 30 milioni sul c/c n. 614722 acceso presso Banca Intesa San Paolo in Milano, a titolo di acquisto di 224 quote di FIP, a sua volta utilizzando tali risorse per eseguire il pagamento a favore di Immowest Promotus Holding Gmbh a titolo di acquisto delle quote di FIP;
  • il 12.3.2009 l’operazione di trasferimento si perfezionava con il passaggio della titolarità delle 224 quote di FIP a favore di INPGI;
  • il 7.4.2009 il c.d.a. di INPGI ratificava la delibera presidenziale del 19.2.2009 con cui era stato disposto l’acquisto delle quote FIP.
  • In tal modo consentendo a Sopaf S.p.a. di realizzare una plusvalenza, rappresentata dalla differenza tra prezzo di acquisto da Immowest PromotusHolding Gmbh e rivendita a INPGI pari ad € 7.600.000. Utilizzando artifici e raggiri consistiti nel rappresentare falsamente all’organo amministrativo di INPGI – chiamato a ratificare la delibera di acquisto del Presidente Andrea Camporese
  • che Sopaf S.p.a fosse titolare delle quote di FIP, laddove la società agiva di fatto come intermediario tra venditore ed acquirente, non avendo né la titolarità delle quote né le risorse finanziarie per acquistarle, e che il margine di guadagno della società su tale operazione fosse quindi pari alla differenza tra il prezzo di acquisto dalla società austriaca Immowest Promotus Holding Gmbh e quello di rivendita ad INPGI. > Con le aggravanti del danno patrimoniale di rilevante gravità, dell’abuso di prestazione d’opera, di avere commesso il fatto ai danni di un ente esercente un pubblico servizio.

          In Milano, il 7.4.2009.

Schermata 2016-02-07 alle 21.53.28In pratica utilizzando le risorse dell’ INPGI il presidente Andrea Camporese aveva rilevato l’ 80% delle quote di un fondo di Adenium, società di gestione del risparmio controllata dalla Sopaf, e per quell’investimento sarebbe stato adeguatamente ricompensato. A ricostruire la presunta mappa di scambi e favori tra i due fratelli Magnoni e Andrea Camporese, che sarà processato con l’accusa di truffa e corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul crack della Sopaf, è Andrea Toschi, ex presidente di Arner Bank e di Adenium. Il quale in un verbale d’interrogatorio del luglio 2014 dichiara: “Camporese è stato remunerato direttamente da Magnoni”. E come, gli chiede il magistrato.  Con un incarico redditizio e alcuni tour all’ estero, come spiega Toschi: “A Camporese è stata affidata la presidenza del comitato consultivo del fondo Adenium fund private equity, del quale l’ Inpgi aveva sottoscritto quote per 16 milioni di euro”. E non solo: grazie i 30 milioni dell’ Inpgi ricevuti grazie a Camporese, la Sopaf dei fratelli Magnoni avrebbe comprato dalla Immowest le quote del Fip , Fondo immobili pubblici,  per poi rivenderle allo stesso INPGI guadagnandoci la bellezza di 7,6 milioni. “Per ringraziare Camporese di queste iniziative  – continua Toschi nelle sue dichiarazioni a verbale – Giorgio Magnoni mi disse che bisognava pagarlo. Venne trovata questa soluzione: metterlo alla presidenza del comitato esecutivo e remunerarlo 25 mila euro all’ anno. Cosa che avvenne: Camporese è stato pagato nel 2012 e nel 2013 per complessivi 50 mila euro.

Ma a carico di Camporese vi è un altro capo d’accusa da parte della procura della repubblica di Milano. Il seguente

TOSCHI e CAMPORESE > Reato p. e p. dagli articoli 110, 81 cpv. c.p., 319, 320 e 321 c.p. “perché, in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, CAMPORESE quale presidente di INPGI (Istituto Nazionale Previdenza Giornalisti Italiani), con la qualifica di incaricato di pubblico servizio, TOSCHI quale amministratore delegato di Adenium Sgr S.p.a., si accordavano tra loro per trasferire risorse finanziarie a favore di CAMPORESE dell’importo di almeno € 200 mila a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio, in particolare per gli investimenti che CAMPORESE aveva veicolato quale presidente di INPGI su Adenium Sgr S.p.a., nonché sui canali di conoscenze e contatti che aveva offerto a TOSCHI per la propria attività.

In particolare:  

  • TOSCHI accordava nel 2011 e nel 2012 a CAMPORESE, quale componente del comitato di investimenti di un fondo di fondi di Private Equity denominato Adenium Fund, la somma di € 25 mila l’anno;
  • in data 4.3.2013 veniva accesa la relazione bancaria (cioè un conto corrente n.d.r.)  n. 12872890 presso BancaSvizzeraITaliana S.A. di Lugano, intestata a TOSCHI e da questi detenuta fiduciariamente per conto di CAMPORESE, in cui veniva versata l’8.3.2013 la somma di € 142.500, utilizzata con prelevamenti per contanti nel corso del tempo.

In Milano, in Svizzera e altrove tra il 2011 ed il 2013.

Ma c’è dell’altro scoperto dalla Procura di Milano sull'”allegra” gestione di Camporese all’ INPGI: i viaggi. C’ è una missione in Cina a giugno 2010 per il lancio del fondo China Opportunity: una settimana offerta dalla famiglia Magnoni a Camporese e all’ ex presidente della Cassa dei ragionieri Paolo Saltarelli. Nel 2011 Camporese vola tre giorni a New York, poi in Africa e in Medio Oriente. Racconta Toschi: “Sopaf sponsorizzava con la società Itinerari Previdenziali che fa capo al prof. Alberto Brambilla, ex sottosegretario al ministero del Lavoro quando il ministro era Maroni, viaggi a tema dove erano invitati tutti gli esponenti delle casse di previdenza e dei fondi pensione. I viaggi sono stati almeno tre: in Marocco, in Giordania e in Siria“. E si sa che quando c’è da viaggiare gratis in giro per il mondo molti giornalisti sono sempre pronti con la valigia in mano ed il portafoglio rigorosamente vuoto. Pronto ad essere riempito.

I SINDACALISTI DIFENSORI DI CAMPORESE

Immediatamente a difesa di Camporese, nell’ottobre 2015 era  sceso in campo il suo vice presidente vicario all’ INPGI  e cioè Paolo Serventi Longhi con una dichiarazione apparsa sulla sua pagina Facebook ( vedi QUI e sul  sito  delle Associazioni Regionali di Stampa  ( vedi QUI   ha avuto la sfacciataggine di difendere Camporese. Ecco il testo completo della sua dichiarazione:

La vicenda che vede coinvolto il presidente dell’ Inpgi Andrea Camporese, accusato da un Pm milanese di truffa ai danni dell’Istituto e di corruzione, mi inducono a due preoccupate riflessioni. Acquisito che naturalmente il rispetto dell’attività dei giudici, pm, gup o collegio giudicante che sia, non può essere messo in discussione, appare singolare che Camporese, dopo l’avviso di reato, per mesi sia stato messo nell’impossibilità di conoscere gli atti che lo riguardavano. Ancora più singolare è che il Presidente dell’Inpgi abbia appreso della presunta richiesta di rinvio a giudizio solo da alcuni organi d’informazione, senza che sia stata ancora fissata l’udienza preliminare. La seconda riflessione è riferita allo stato dell’informazione in Italia e anche questa è del tutto personale e quindi opinabile. È mai possibile che delle varie (ad oggi ancora presunte) richieste di rinvio a giudizio faccia notizia, tanto da meritare titoli e pezzi, solo quella ad Andrea Camporese senza che venga citato nessuno degli altri destinatari? Comunque complimenti ad alcuni colleghi che hanno diffuso la presunta notizia, uno scoop che farà epoca, senza che il giudice abbia fissato l’udienza e l’ interessato, quindi, ne sia stato informato. E, come vedete, mi astengo dall’entrare nel merito delle accuse…

Ma un collega, Pino Nicotri,  (ora in pensione, ex del settimanale L’ESPRESSO) che è stato nel CdA dell’ INPGI gli ha risposto immediatamente. Testualmente. ” Strano che Serventi Longhi, che non dimentichiamo è stato il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI) dal 1996 al 2007, si accorga solo ora dei comportamenti forse un po’ troppo disinvolti dei magistrati della pubblica accusa, cioè dei pubblici ministeri, e del fatto che chi si occupa di cronaca giudiziaria si limiti troppo spesso a fare da megafono proprio ai pubblici ministeri. Evidentemente l’ex segretario generale della FNSI non si ricorda più del giornale l’Unità, a lui ben noto,  e non legge i giornali, a partire da Il Fatto Quotidiano, e non guarda la televisione, a partire dal programma “Chi l’ha visto?”, fiore all’occhiello di quella Terza Rete che chissà perché viene definita di sinistra. Forse perché a suo tempo è stata data in appalto a quello che era il Partito Comunista Italiano e ai suoi rampolli e rampolle, così come la Prima Rete era di fatto proprietà privata dell’allora Democrazia Cristiana, e annessi e connessi,  e la Seconda Rete era stata regalata all’allora Partito Socialista Italiano e annessi e connessi.”

“Sono decenni  – aggiunge Nicotri – che assistiamo a questi due andazzi, vale a dire alla scorrettezza di non pochi magistrati e di non pochi nostri colleghi, andazzi dilagati per esempio quando è esplosa Mani Pulite e poi quando c’era di mezzo tale Silvio Berlusconi o i “furbetti del quartierino”. Andazzi sempre applauditi dal sacro sdegno “de sinistra” quando colpivano qualcuno sospettato di terrorismo, mafia e altri reati. Non sono affatto pochi i casi di gente che, soprattutto in Sicilia, esce di galera dopo anni e anni di detenzione, nelle brutte condizioni che conosciamo. Detenzione dovuta a condanne basate giudiziariamente su poco o nulla, ma basate pubblicisticamente su robuste campagne di stampa sempre a sostegno delle accuse e mai contro gli abusi, le manchevolezze e le disinvolture di troppi magistrati. Si esce di galera dopo anni e anni di detenzione ingiusta, ma nessun nostro collega alza la mano per dire “Ho sbagliato. Chiedo scusa”. Tutti zitti, avanti per la prossima vittima…  

Certo, – continua Nicotri la magistratura va rispettata, esattamente come vanno rispettati tutti i cittadini della Repubblica italiana, però il giornalismo ha – o meglio, ormai, dovrebbe avere – il ruolo di cane da guardia della democrazia. Un cane da guardia che da qualche anno troppo spesso pisola o fa da cagnolino da compagnia. Anche da compagnia della magistratura e annessi salottini. Allego qualche link con i quali  il collega Serventi Longhi può rinfrescarsi la memoria, riflettere su quante vittime innocenti ha fatto il giornalismo colpevolista e giustizialista e trovare elementi di riflessione sulla piaga filo giudiziaria e giustizialista della nostra categoria:

http://www.lastampa.it/2014/02/19/italia/cronache/limputato-innocente-ma-lui-morto-in-carcere-anni-fa-JJeFkCs6o5eM9qLY6p5EEN/pagina.html
http://www.iltempo.it/politica/2014/03/17/innocenti-in-cella-assolti-e-archiviati-ecco-l-esercito-potenziale-del-cav-1.1230363
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/il-venerdi/2012/03/29/news/quegli_errori_giudiziari_che_costano_come_una_manovra-32389931/
http://www.eolopress.it/eolo/index.php?option=com_content&view=article&id=6840:altri-due-casi-di-malagiustizia-in-galera-per-estorsione-e-mafia-ma-erano-innocenti&catid=99:omissis
http://www.thinknews.it/cara-ingiustizia-innocenti-in-carcere-4-milioni-negli-ultimi-50-anni-61682/

Giornalismo cane da guardia della democrazia significa anche abbaiare contro i pericoli e fare le pulci ai vari poteri e alle varie istituzioni. Quando e come il cane da guardia ha abbaiato contro i pericoli e fatto le pulci all’istituzione chiamata INPGI nonché al suo presidente e magari anche al suo vicepresidente vicario?  Forse m’è sfuggito qualcosa, ma dell’inchiesta che ha colpito il nostro collega Camporese non mi pare sia mai stato pubblicato nulla – comunque nulla di significativo – sui vari periodici e siti della nostra categoria, a partire dal sito della FNSI. E a cosa servono questi siti e periodici se NON parlano di un problema così grave per l’intera categoria, e professione, come l’inchiesta giudiziaria Sopaf-INPGI-Camporese? Cani da guardia o piccoli Dudù con bavaglio e museruola?”

Sono stato otto anni – conclude Pino Nicotriconsigliere generale dell’INPGI. Non ho mai capito, neppure in seguito, a cosa serva il vice presidente vicario. Più prosaicamente o, se si preferisce, più demagogicamente, non ho mai capito come si guadagna il suo non lieve stipendio. Se se lo guadagna con interventi del tipo di questa infelice uscita di Serventi Longhi, ebbene è meglio abolirne la poltrona”

dal sito www.odg.it dell’ Ordine Nazionale dei Giornalisti

IL PROCESSO

Il processo a carico di Camporese e gli altri imputati, inizierà il prossimo 21 aprile dinnanzi al Tribunale di Milano.  Il presidente  del Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti, il collega Enzo Iacopino ha reso noto che chiederà all’Esecutivo dell’Ordine nazionale l’ autorizzazione per costituirsi parte civile a tutela della dignità della professione e degli interessi dei giornalisti contribuenti e pensionati dell’ente.

Proprio venerdì la segreteria dell’ Associazione della Stampa Romana, il sindacato dei giornalisti della Capitale, ha messo un comunicato di netta sfiducia nei confronti di Camporese, scrivendo:

Se Camporese ha a cuore l’istituto che ha guidato per anni, che e’ alla vigilia di elezioni su cui abbiamo bisogno di confrontarci seriamente sulle misure per salvarlo, che ha approvato una manovra di tagli alle prestazioni solo parzialmente promossa dai ministeri vigilanti che chiedono sacrifici ancor piu’ dolorosi, dovrebbe entrare nel processo Sopaf deponendo la giacca di presidente dell’Inpgi”. 

Viene quindi aggiunto che “questa vicenda molto lunga non ha fatto altro che sfibrare il rapporto di fiducia che deve esistere tra i colleghi e chi li rappresenta negli istituti di categoria. Opportunita’ avrebbe voluto che Inpgi si fosse gia’ costituito parte civile anche per tutelare il proprio vertice”. E ora, dopo il rinvio a giudizio, “esiste una opportunita’ ancora piu’ stringente, figlia del rapporto solidale tra i giornalisti. Anche se il mandato sta per scadere, neanche per un solo giorno possiamo immaginare che accanto a Camporese salgano sul banco degli imputati i colleghi che continua a rappresentare. E questo proprio perche’ la responsabilita’ penale e’ personale ed e’ un principio di civilta’ giuridica da ribadire anche in questo casoE – conclude la nota – a questo punto Inpgi metta responsabilmente in campo tutte le azioni per tutelare nel processo gli interessi dei propri iscritti”.

Un particolare da segnalare , la presenza nel CdA dell’ INPGI dal 2008 al 2012 dell’ex-sindaco di Taranto , l’ ex senatore Giovanni Battafarano, su nomina del Ministro del Lavoro di cui era capo della segreteria.

I “PRECEDENTI”….

Schermata 2016-02-07 alle 21.46.46CAMPORESE & DE GENNARO

di Antonello de Gennaro

Allorquando dirigevo l’agenzia ADGNEWS24 a Roma e Milano, sono stato uno dei tre giornalisti (unici in Italia), insieme ad un collega del SOLE24ORE ed una del FATTO QUOTIDIANO , ad occuparmi di questa vicenda processuale, sin dai primi passi dell’ indagine, nonostante le minacce, ritorsioni messe in atto da parte degli oscuri “portaborse” e faccendieri dell ‘ INPGI  nei confronti di mia madre, una pensionata ultrasettantenne) e di mia sorella, giornalista anche lei. Ma per fortuna in casa deGennaro conosciamo sin troppo bene i valori dell’onestà e dignità, e sappiamo che prima o poi la giustizia arriva.

I miei articoli, cari lettori,  sempre documentati, non a caso infatti,  vennero ampiamente utilizzati dal Sen. Elio Lannutti, Presidente dell’ Associazione di Consumatori ABUSDEF in una sua interrogazione parlamentare (leggi QUI o sotto).

Schermata 2016-02-07 alle 21.00.40

ADG-Camporese_SopafEbbene per tutta risposta il presidente   Camporese  usando soldi ed avvocati pagati dall’ INPGI mi querelò,  ma la sua iniziativa legale a dir poco illegittima e temeraria è stata archiviata, in quanto il mio articolo su di lui tutto era fuorchè diffamatorio, come i fatti alla luce dell’ attuale evoluzione processuale che lo vede a processo per “truffa ai danni dell’ INPGI“, e gli accertamenti svolti a suo tempo dagli eccellenti investigatori della Polizia Postale ….. e l’attenta oculata valutazione da parte della Procura della Repubblica di Roma hanno poi confermato.


Andrea Camporese
 per la cronaca è sempre stato all’interno degli schieramenti sindacali-giornalistici il “pupillo” ed erede di Gabriele Cescutti, il precedente presidente dell’ INPGI, il quale insieme al suo “sodale” giornalista-sindacalista Pierluigi Roessler Franz (ora in pensione) , nel lontano 2006 mi aveva denunciato per diffamazione alla Procura della Repubblica di Roma, costituendosi parti civili insieme all’ INPGI nei suoi confronti  chiedendo un risarcimento danni di 150 mila euro.

Schermata 2016-02-07 alle 20.52.10

Sapete come finì quel processo ? Ve lo racconto e documento esclusivamente per mettere a tacere definitivamente un “corvo-sindacalista-pennivendolo tarantino“, che sostiene il contrario diffamandomi vigliaccamente nelle sue lettere anonime che non ha il coraggio e la faccia di firmare (ma ce l’ha una faccia….?). Ebbene, con la sentenza n° 9987/2010 della Va Sezione Penale del tribunale di Roma, il Giudice dr. Bruno Iannolo (un ex p.m.) dichiarò il nostro direttore deGennaro,  assoltoper non aver commesso il fatto” ! Sentenza appellata inutilmente e successivamente passata in giudicato. E quindi definitiva ! Eccola .

Schermata 2016-02-07 alle 20.53.05

Queste cose accadono cari lettori, quando si fa il giornalista seriamente, quando si seguono piste investigative, e sopratutto quando non si fanno “sconti” neanche a quei colleghi che credono di essere una “casta” o degli “intoccabili” perchè sindacalisti ! Fare giornalismo non significa farsi passare le carte sottobanco dal magistrato o  giudice desideroso di apparire con il proprio nome sui giornali o da qualche cancelliere “prezzolato”.  Fare giornalismo significa indurre con i propri articoli  l’Autorità di Polizia Giudiziaria e le magistrature competenti ad occuparsi delle vicende illegali scoperte e causare delle inchieste giudiziarie.

Ecco perchè a Taranto, per più di qualcuno, il mio, il nostro “giornalismo” da fastidio a tanti “pennivendoli” ed a tanti giornalisti corrotti per qualche centinaia di euro al mese….Noi non siamo in vendita.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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