di Paolo Campanelli
Roberta Vinci compirà 33 anni giovedì prossimo, e con la vittoria di San Pietroburgo, la decima in carriera, la prima dal 14 luglio 2013, quando a Palermo sconfisse l’allora inseparabile compagna di doppio Sara Errani, si anticipa il regalo di compleanno . Nella sua prima partita-sfida contro la svizzera Belinda Bencic, n°11 del mondo, considerata la più forte tennista teenager del circuito ed alla prima finale Wta, la tarantina si impone in un’ora e 19 minuti per 6-4 6-3 . Una partita veramente bella e spettacolare, molto lontana dal tennis tutto giocato di potenza e muscoli molto di moda oggi, perché la Bencic, allieva prediletta della grande Martina Hingis, è sicuramente dotata di una grande fisicità privilegiando nel suo gioco la ricerca degli angoli e, se e quando è necessario, anche del gioco a rete, piuttosto che le inutili bordate da fondo campo.
Roberta si è dimostra in questa finale certamente più lucida tatticamente della Bencic, e nella strategia di gioco azzeccata nel mettere all’avversaria fin dall’inizio sotto pressione per sorprenderla con l’aggressività e farla muovere , giocando a un servizio che concede qualcosa nelle percentuali (55%di prime), perché la Vinci lo gioca forzandolo per prendere subito in mano il gioco, ma diventa ” letale” quando la prima palla di servizio entra . Roberta Vinci ha mantenuto sempre il vantaggio in entrambi i set, ma se un po’ si incarta nel primo facendosi recuperare sul 5-4 e servizio Bencic, prima di togliere di nuovo il servizio alla rivale giocando una fantastica la volée di chiusura del punto, nel secondo set non soffre mai e controlla sempre la partita, fino alla vittoria e alla promessa che apre nuove prospettive: “Ho giocato un’ottima partita contro una giocatrice molto forte, sono contenta soprattutto del mio servizio. Tornare qui l’anno prossimo? Vedremo...”. I propositi di ritiro a fine stagione potrebbero quindi essere ripensati, soprattutto se Roberta continuerà a giocare con questa serenità e questo rendimento. E con il suo sorriso accattivante dietro il quale nasconde una grinta fuori dal comune.
Il ritrovato buon umore della Vinci va di pari passo con la forza mentale: “In questi match sono stata brava, soprattutto dal punto di vista psicologico. Sicuramente la partita di New York con Serena mi ha dato tanta carica e fiducia in me stessa, ma io penso che se sei tranquilla fuori dal campo, non ti metti troppe aspettative addosso e lotti,riesci a rendere di più. Il tennis poi ti viene dietro, è una conseguenza. Anche il mio coach è fondamentale: mi conosce alla perfezione, sa bene cosa dirmi nei momenti delicati della partita“.
Vincendo la finale di San Pietroburgo, Roberta raggiunge il 13° postop in classifica del ranking Wta con la speranza dopo il torneo di Dubai di riuscire ad entrare nella “top ten” mondiale.