Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Taranto , a conclusione di accertamenti eseguiti sulla base di quanto previsto dal “Codice antimafia’’ (D.Lgs. 159/2011), hanno proceduto all’esecuzione di un decreto di sequestro anticipato, emesso dal Tribunale di Taranto, del bar Marilyn in via Lombardia con annessa sala giochi, nonchè di 2 autovetture, 4 motocicli e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 150 mila euro.
L’attività è stata condotta nei confronti di Pasquale Giannotta un noto pregiudicato tarantino, 42enne, risultato essere disoccupato, e già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, provvedimento che comprova l’attualità della pericolosità sociale per diverse e numerose condanne relative alla perpetrazione dei reati di “rapina”, “detenzione illegale di armi”, “ricettazione”, “contrabbando” e “spaccio di sostanze stupefacenti”. Il Giannotta risultava accusato, nell’ambito del processo “Alias”, di aver fornito armi al clan mafioso De Vitis-D’Oronzo.
Proprio alla fine dello scorso anno il gup del tribunale di Lecce, dottor Brancato, su richiesta dell’avvocato Luigi Danucci aveva revocato la misura dei “domiciliari” e rimesso in libertà Giannotta soprannominato dal clan “Pasqualino Sette-bellezze” personaggio di una film di Lina Wertmuller. Finito a processo con rito abbreviato il Giannotta è stato assolto.
“Stiamo effettuando ogni possibile massimo controllo – dichiara il comandante provinciale di Taranto della Guardia di Finanza, Gianfranco Lucignano – sui sorvegliati speciali e soggetti con precedenti penali con continui accertamenti patrimoniali. Quando troviamo dei beni “sospetti” chiediamo al tribunale di applicare la normativa antimafia”.
Infatti le indagini patrimoniali svolte sia nei confronti del Giannotta che dei componenti il suo nucleo familiare, hanno rilevato una sproporzione tra il loro tenore di vita, i beni ad essi riconducibili ed i redditi dichiarati dal 2003 al 2014 che per la maggioranza delle annualità sono risultati pari a zero. In particolare il bar Marilyn, in attività dal gennaio del corrente anno, è stato acquistato dal figlio convivente del proposto anch’egli senza apparenti fonti di reddito dichiarate. La moglie di Giannotta è agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Vecchia lira”.