Prosegue senza sosta l’attività di contrasto avviata dalla Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Taranto, ormai da diversi giorni, lungo il tratto di litorale che dalla località di Chiatona si spinge sino a Policoro, per poi proseguire verso il litorale calabro, nei confronti della pesca di frodo, in particolare del novellame (c.d. bianchetto). Il grande dispendio di risorse, in termini di uomini e mezzi che la Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Taranto ha messo in campo è giustificato dal grave danno all’ecosistema marino che tale scellerata attività, condotta in modo indiscriminato e massivo, finanche a pochissimi metri dalla costa, da vere e proprie organizzazioni anche di stampo criminale, determina sulle risorse ittiche ivi presenti, con grave compromissione di talune specie ittiche ed alterazione dell’equilibrio biologico marino.
L’attività, già iniziata da diversi giorni, proseguita nella giornata di ieri con una attività di contrasto condotta via mare e via terra, ha consentito al personale procedente, in attività di pattugliamento lungo la costa, di sorprendere in flagrante una operazione di sbarco sulla costa di novellame da una unità nautica non autorizzata. Il personale procedente interveniva infatti proprio mentre il prodotto illegale stava per essere caricato su un furgone per essere avviato alla diretta commercializzazione.
Nonostante gli autori del reato, cinque individui, si siano repentinamente dati alla fuga, sono stati prontamente rintracciati e deferiti alla locale Autorità Giudiziaria, mentre il prodotto ittico illegalmente catturato è stato sequestrato e giusta disposizioni della Autorità Giudiziaria, donato in beneficenza previo giudizio di idoneità al consumo umano da parte del veterinario dell’ASL.
In contemporanea all’attività di cui sopra le motovedette presenti in mare hanno intercettato due unità da pesca che avevano a bordo reti non consentite per la pesca del novellame, pronte per essere usate. Le due unità tuttavia eludevano il controllo allontanandosi repentinamente per non consentire gli atti di accertamento da parte del personale dipendente. Per tale ragione nei confronti dei Comandanti delle due unità da pesca sono stati redatti 4 verbali amministrativi (per le reti illegali e per non aver consentito l’attività ispettiva) per un importo complessivo di 16.000 € oltre ad essere stati denunciati alla Autorità Giudiziaria competente per resistenza a pubblico ufficiale.
Considerato che il fenomeno in parola riguarda anche le acque di giurisdizione della Capitaneria di porto di Corigliano Calabro, l’attività di che trattasi è stata condotta simultaneamente anche da unità e mezzi del predetto Comando, con risultati altrettanto positivi in termini sia repressivi che dissuasivi.