“Ogni tanto mi telefonava alle quattro o alle cinque del mattino e mi diceva col suo accento sardo, ‘Giovanni, dobbiamo parlare degli inglesi‘ e io rispondevo va bene presidente ma a quest’ora?“. Il presidente, da poco un ex inquilino del Quirinale, era Francesco Cossiga. Colui che veniva buttato giù dal letto quando il sole non era ancora sorto e’ Giovanni Fasanella, giornalista e scrittore. “Ovviamente mi faceva piacere ricevere le sue telefonate, certo l’ora in cui squillava il telefono un po’ meno“. Racconta Fasanella a chi gli chiede come e’ nato il suo ultimo libro “Colonia Italia“, scritto a quattro mani con Mario Jose’ Cereghino,scrittore ed esperto di archivi .
Erano gli anni Novanta e da quelle telefonate all’alba fra l’ex presidente della Repubblica e il giornalista, all’epoca quirinalista del settimanale Panorama, nacque l’interesse di Fasanella per una storia invisibile e sconosciuta, rimasta da decenni sepolta dalla polvere negli archi del Public Record Office di Kew Garden, località nelle vicinanze di Londra. Quei documenti, desecretati dal governo britannico, non sarebbero stati ancora studiati se non fossero stati scovati, tirati fuori e pubblicati dai due scrittori.
Da quel certosino lavoro di ricerca che nessuno storico ha effettuato e’ nato alcuni anni fa “Il golpe inglese“, un lungo “colpo di Stato” di oltre mezzo secolo che va dal delitto Matteotti, al rapimento di Aldo Moro, passando per la strategia della tensione scandita da azioni particolarmente violente come l’attentato alla Banca dell’agricoltura a Milano e da due colpi di Stato falliti. Il seguito del racconto di quella storia invisibile e’ “Colonia Italia”, edito da Chiare Lettere, presentato in Puglia in questi giorni, a Foggia, Bari e Martina Franca.
Fasanella e Cereghino hanno ricostruito la vasta e capillare rete anglofila che agiva in Italia. In particolare, il libro e’ incentrato sulla propaganda occulta il cui motore era costituito dall’Infomation Research Department. Da Londra veline e basic paper venivano inviati a giornali, intellettuali ed esponenti del mondo dell’editoria e della cultura.
Gli obiettivi erano quelli di influenzare l’opinione pubblica, orientare le scelte della politica e attaccare i nemici degli interessi del Regno Unito. Quest’ultimo scopo veniva perseguito attraverso campagne di stampa. Una vera e propria macchina del fango si è messa in moto contro personaggi come Alcide De Gasperi e contro coloro che avevano un ruolo nel campo delle politiche e energetiche e della politica estera.
Gli altri bersagli privilegiati furono Enrico Mattei, morto in un attentato al suo aereo esploso in volo; avrebbe dovuto mettere in liquidazione l’Agip, invece fondò l’Eni il cui ruolo collideva con gli interessi britannici. L’altro nemico mortale era Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse.
Le campagne di stampa, stando ai documenti rinvenuti a Londra, venivano condotte con la complicità di una rete di giornalisti dei principali giornali italiani, a cominciare dal Corriere della Sera. Nel libro vengono riportati i nomi di centinaia di giornalisti trovati negli schedari dell’ Ird. Si tratta dei cosiddetti clienti, come li definiscono gli inglesi, che ricevevano il materiale propagandistico. Fra i nomi dei giornalisti spiccano quelli di Indro Montanelli, Oriana Fallaci, Gianni Letta, Ruggero Orlando, Renato Mieli padre di Paolo, Enzo Biagi; quest’ultimo, da quanto riportato nelle carte, dopo qualche tempo chiese di non ricevere più le veline.
Dei tantissimi giornalisti e opinion leader, alcuni erano anglofili per convinzione personale, per orientamento culturale o politico, altri per interesse e opportunismo. Altri, a quanto pare, non erano consapevoli della provenienza del materiale. Con grande sorpresa per i tarantini ma anche per i baresi, nell’elenco dei circa 800 “clienti” c’era Franco Ferrajolo uno dei fondatori e per un periodo direttore del Corriere del Giorno , negli elenchi negli anni 1955/1956. Ma fra i nomi e’ stato spuntato anche quello di Luigi De Secly, direttore del Corriere delle Puglie dal 1921 e della Gazzetta del Mezzogiorno dal 1943 al 1961. Sul ruolo dei due quotidiani pugliesi nell’ambito della propaganda non viene riportato nulla.
L’attenzione verso i giornali del sud Italia non mancava malgrado l’atteggiamento dichiaratamente razzista dei funzionari dei servizi segreti. Nelle informative rinvenute negli archivi londinesi, i meridionali vengono definiti pigri e analfabeti, il 40 per cento di essi non sa leggere e scrivere. “Materiale umano scadente” secondo i servizi inglesi.
Vista da Londra l’Italia era una Colonia, un protettorato, ossia un Paese che non avrebbe dovuto avere una sua autonomia politica ed energetica. Il petrolio fa da sfondo ad ogni interesse del Regno Unito tanto da far apparire secondario l’anticomunismo, sin dai tempi della grande guerra si combatteva una guerra occulta fra Paesi europei. Una storia raccontata soltanto grazie a sei anni di lavoro di ricerca e di studio di Fasanella e Cereghino. Una storia non ancora terminata. I due autori hanno altri documenti e ancora molto di interessante da svelare.