Il vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Potenza nell’ ambito dell’ “inchiesta Petrolio” per associazione a delinquere. Secondo i magistrati della procura lucana, alla luce delle indagini ed intercettazioni effettuate, venne costituita un’associazione per delinquere composta da Gianluca Gemelli,(l’ex-fidanzato dell’ex-ministro Federica Guidi), il lobbista della Compagnia delle Opere Nicola Colicchi, Paolo Quinto segretario particolare del senatore Anna Finocchiaro e lo stesso Lo Bello, per assicurarsi il controllo di un pontile nel porto di Augusta.
Mentre a Colicchi e Gemelli è attribuito dagli investigatori il ruolo di “promotori, ideatori ed organizzatori“; Quinto e Lo Bello sono “partecipanti“. Le contestazioni all’associazione riguardano, oltre al pontile nel porto di Augusta, anche altri progetti di impianti energetici e permessi di ricerca e i “Sistemi di difesa e sicurezza del territorio” da realizzare in Campania.
“Ho appreso al momento soltanto dalle agenzie di stampa di essere indagato dalla magistratura di Potenza – ha dichiarato Lo Bello – ho sempre avuto piena fiducia nell’operato dei magistrati. Chiederò alla Procura di Potenza di poter essere sentito quanto prima per chiarire ogni cosa“.
L’ ‘indagine della Procura di Potenza
L’organizzazione viene definita dagli inquirenti “rudimentale“, anche se “il gruppo di indagati ha mostrato di essere permanentemente impegnato in attività che, seppure connotate da finalità lecite, vengono perseguite attraverso condotte illecite, quali il traffico di influenze illecite e l’abuso d’ufficio“. Paolo Quinto, in un’intercettazione del 16 gennaio 2015, riferendosi in particolare al pontile nel porto di Augusta, dice a Gemelli: “Se noi vogliamo fare una cosa intelligente, ti conviene prendere il pontile così condizioni l’uso di esso“.
Nelle conversazioni della “cricca” di Gemelli, ex-compagno di Federica Guidi l’ex ministro per lo Sviluppo Economico , viene spesso citato Lo Bello . Secondo la Squadra Mobile della Questura di Potenza, sulla base delle frasi intercettate, “appare evidente che Lo Bello ha perorato la nomina (poi di fatto avvenuta) di Cozzo” a commissario dell’Autorità portuale di Augusta. Colicchi,il 7 maggio, a sua volta parlando con Gemelli , gli riferisce di una cena alla quale la sera precedente aveva partecipato con Lo Bello, l’arcivescovo Vincenzo Paglia e il senatore Roberto Cociancich (Pd) .
La polizia scrive nel suo rapporto che”Gemelli domandava a tal proposito se avessero parlato di Alberto (Cozzo) con Ivan” cioè Lo Bello. Colicchi gli rispondeva di sì, e che quest’ultimo “gli aveva detto di sì ma sempre con “pochi…”. Cozzo temeva che l’interrogazione di Fava potesse compromettere la sua riconferma, ed allora il commissario del porto di Augusta il 7 maggio fa sapere a Gemelli che ” Ivan” gli aveva comunque comunicato che avrebbe parlato con Fava per dissuaderlo dal presentare interrogazioni parlamentari. Cozzo informa Colicchi che lo stesso Lo Bello aveva già inviato “un sms a Porta Pia“. Per gli investigatori della Polizia il messaggino sarebbe stato inviato al ministro Delrio “più che altro in relazione all’interrogazione di Fava, proprio per smentirne il contenuto“.
Il paladino della legalità della “nuova” Confindustria.
Un avvocato e piccolo imprenditore nell’azienda di famiglia, che diventa vicepresidente della Confindustria nazionale. Una scalata veloce quella del 53enne siracusano, Ivanhoe Lo Bello (all’anagrafe) ma per gli amici Ivan. Tutti, amici e nemici, gli riconoscono le doti e la sua capacità di guardare avanti e determinazione.
Presidente della Fosfovit una ditta che produce biscotti, Lo Bello a soli 35 anni entra a far parte del consiglio di amministrazione del Banco di Sicilia dove siederà per 4 anni, su indicazione e nomina di Giuseppe Provenzano allora presidente in carica della Regione Sicilia . La sua scalata in Confindustria ebbe inizio nel 1999 : presidente dell’associazione di Siracusa per due mandati, fino al 2005, e successivamente dall’anno presidente regionale di Confindustria Sicilia. E’ questo il momento della sua “svolta”. La sua presidenza regionale è caratterizzata dall’introduzione del codice etico e da una regola annunciata : “Chi paga il pizzo verrà espulso“. Uno slogan questo, dall’effetto dirompente in un territorio come quello siciliano in cui cedere al racket della “mafia” è la regola.
Lo Bello diventa presidente del Banco di Sicilia fino al 2010 . Successivamente, nel gennaio 2011 a seguito dell’incorporazione da parte di Unicredit, viene nominato presidente di UniCredit Leasing. Socio e amministratore anche di altre società industriali, Lo Bello nel 2012 è uno degli undici vicepresidenti di Confindustria, con delega all’Educazione. Nel frattempo gli arriva anche la nomina a presidente della Camera di commercio di Siracusa e quella di vicepresidente di Unioncamere l’unione nazionale di tutte le camere di commercio. L’anno scorso è stato eletto presidente di Unioncamere, ed è presidente del Comitato consultivo dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.
Lo Bello definiva la sua campagna sulla legalità degli imprenditori in Sicilia una “rivoluzione culturale” e le prime espulsioni dall’associazione arrivarono presto. La riconferma anche per il secondo mandato, fino al 2012 fu pressochè scontata ed unanime. Questo il biglietto da visita che lo proietta a Roma, nella Capitale, dove diventa numero due della associazione degli industriali, lasciando il suo posto in Sicilia al vice, Antonello Montante che continuo il percorso per la legalità.
Adesso i due confindustriali sono uniti anche dalle vicissitudini giudiziarie, in quanto ora sono entrambi indagati: Montante a Caltanissetta, con la pesante accusa di “concorso in associazione mafiosa“. Lo Bello a Potenza per quella di “associazione a delinquere“. Adesso a Roma in viale Astronomia, sede di Confindustria, tutti hanno dimenticato il loro “Codice Etico“. Ma è mai servito a qualcosa ?