La pochezza ed incapacità amministrativa e politica delle ultime due giunte di centrosinistra guidate dal sindaco Ippazio Stefàno che hanno gestito il post-dissesto del Comune di Taranto della giunta di centrodestra guidata dall’ex-sindaco Rossana Di Bello, è stata accertata ufficialmente, ed a dichiararlo questa volta, dopo la Corte dei Conti di Puglia, sono stati gli ispettori dei Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica della Ragioneria Generale dello Stato (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che lo scorso autunno hanno scandagliato ed esaminato i conti del Comune ponendo alla luce la vicenda delle retribuzioni non dovute ai dirigenti, secondo le contestazioni degli ispettori ministeriali,dichiarando che “la retribuzione di posizione erogata ai dirigenti dall’1 gennaio 2013 a tutt’oggi è illegittima e, non essendo più coperta dalla sanatoria, va recuperata ai dipendenti” ed adesso i dirigenti comunali dovranno rimborsare le somme percepite in modo illegittimo se non vorranno risponderne in sede penale.
Gli ispettori hanno effettuato una verifica a 360° sui conti “allegri” del Comune di Taranto degli ultimi cinque anni (dal 2010 al 2015) i cui risultati ed evidenze sono contenuti nel corposo documento di 151 pagine pagine divise in cinque capitoli, nei quali gli ispettori ministeriali hanno passato in rassegna la gestione del bilancio, l’indebitamento, le società partecipate, la spesa del personale e le forniture di beni e servizi.
Le contestazioni degli ispettori ministeriali All’interno della sezione sul “trattamento accessorio della dirigenza” è stata presa ed esaminata “la retribuzione di posizione” che sarebbe rimasta intatta ai massimi livelli, nonostante il dissesto del Comune e contrariamente a quanto era stato chiesto e disposta dal commissario straordinario. Secondo gli ispettori “Il valore della retribuzione di posizione dei dirigenti per tutto il periodo 2006-2015 è rimasto quello fissato dalla deliberazione commissariale n. 267 del 21 novembre 2006, salvo gli incrementi obbligatori previsti dai contratti collettivi successivi. Con quell’atto il commissario straordinario, che aveva dichiarato il dissesto con deliberazione n. 234 del 17 ottobre 2006, constatato che alcuni dirigenti percepivano una retribuzione di posizione al massimo contrattuale, riportava tutte le posizioni entro tale limite: il contratto all’epoca vigente fissava il massimo in 42.869,47 euro. Contestualmente approvava i criteri di pesatura che avrebbero dovuto essere applicati per graduare le posizioni e definire la retribuzione spettante a ciascun dirigente”.
Ma pur in presenza di queste indicazioni per gli adempimenti di Legge , la “pesatura” non è stata applicata nè allora, nè allorquando è terminato il periodo del commissariamento, cioè quando la deliberazione giuntale n. 39 del 9 ottobre 2007 ha stabilito che la retribuzione di posizione dei dirigenti fosse quella previgente “entro il limite massimo dell’art. 23 ccnl 22 febbraio 2006”, sempre “salvo conguaglio” rispetto agli esiti della pesatura da effettuare in base ai criteri fissati nella delibera commissariale».
In pratica per tutto il periodo temporale controllato e verificato dagli ispettori del Ministero ” i dirigenti hanno percepito la medesima retribuzione di posizione, pari all’importo massimo previsto dal contratto vigente. Tale importo è pari a 45.012,87 euro a decorrere dal 31 dicembre 2009. In assenza dell’atto di graduazione, ossia della pesatura, l’erogazione della retribuzione di posizione a tutti i dirigenti nella misura massima è illegittima». Quindi quelle riguardanti la retribuzione di posizione costituirebbero delle somme percepite in modo illegale ed illegittimo e come tali andrebbero restituite anzi “recuperate ai dipendenti” dal Comune di Taranto.
Queste sono le cifre indicate dagli ispettori del Mise. “Nel triennio (2013- 2015 i dirigenti che si sono succeduti nelle dodici posizioni dirigenziali, hanno percepito retribuzioni di posizione per totali 1.243.380,15 euro. Se la retribuzione di posizione fosse stata applicata al minimo avrebbero percepito 351.139,05 euro (887,17 per tredici mensilità su base annua), con una differenza di 892.241,10 nel triennio 2013-2015 (fino ad agosto)“.
Contestazioni anche sulla “retribuzione di risultato” assegnate nel periodo 2011-2015 ai dirigenti comunali che sarebbe “contraddistinta da varie anomalie, a partire dal notevole ritardo con cui è avvenuta”. Infatti, ad esempio, secondo gli ispettori ministeriali “le erogazioni relative al triennio 2010/2012 non paiono supportate dal necessario documentato percorso valutativo“. Per quanto di competenza del successivo triennio 2012/2014 invece “non sono state fornite, pur richieste, nè la relazione debitamente approvata dalla giunta, nè il provvedimento di validazione. Le relazioni non risultano neanche pubblicate sul sito dell’ente. La mancata approvazione e validazione nei termini delle relazioni, di per sè da sola, è causa ostativa all’accesso agli strumenti di premialità, tra i quali è annoverata la retribuzioni di risultato dei dirigenti. L’erogazione della retribuzioni di risultato relativa agli esercizi 2012/2014 pertanto è avvenuta “contra legem””.
Ma su questa vicenda a Palazzo di Città tutto tace….il Sindaco Stefàno non fa conferenze stampa, non scrive la solita inutile “letterina”. Gli elettori hanno iniziato il conto alla rovescia….