La Polizia di Stato di Potenza, ha eseguito un´ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza, nei confronti di due dipendenti della Commissione Tributaria Provinciale di Potenza, ritenuti responsabili di truffa aggravata ai danni dell´ente in relazione alle false attestazioni sulla loro effettiva presenza in ufficio come riportata sui cartellini marcatempo o nei fogli di presenza.
L´ordinanza rappresenta l´esito di una accurata attività di indagine compiuta dalla Squadra Mobile della Questura di Potenza (sezione reati contro la P.A.) scaturita da una denuncia presentata nell´agosto scorso da un funzionario della Commissione Tributaria Provinciale di Potenza, il quale lamentava continui ritardi di alcuni suoi colleghi nel raggiungere il posto di lavoro, nonché loro frequenti assenze dal servizio. Gli elementi raccolti nel periodo di osservazione, compreso tra agosto 2015 e febbraio 2016, mediante l´effettuazione di numerose riprese con telecamere interne ed esterne alla Commissione Tributaria Provinciale, puntualmente riscontrati da attività di osservazione diretta e con la verifica degli orari ufficiali di entrata ed uscita ricavati dai tabulati elettronici e dai registri delle presenze dell’ente, hanno confermato l´esistenza di un diffuso fenomeno di assenteismo di alcuni dipendenti dell´ente.
Nel corso dei servizi di osservazione predisposti dai poliziotti, anche attraverso l’ausilio delle videoriprese poste all’interno e all’esterno dell’Amministrazione, sono state annotate diverse uscite ingiustificate da parte dei dipendenti (soprattutto attraverso l´uscita d´emergenza) ovvero la timbratura del badge da parte di soggetti non legittimati. Numerosissimi sono stati i periodi di assenza ingiustificata rilevati e quantificati nel corso delle operazioni (anche per periodi superiori all´ora, ed al cui relativo danno – pari invero a svariate centinaia di euro -, si sono aggiunti anche i buoni pasto fruiti illegittimamente).
Si è pure accertata l´abietta abitudine di timbrare il cartellino d’uscita al posto dei soggetti legittimati a farlo, peraltro da parte di soggetto con mansioni di responsabilità in seno all´ente. Per uno dei destinatari della misura interdittiva, è stata ritenuta altresì l’aggravante di aver esercitato nei periodi di assenza altra attività remunerativa. In particolare, valorizzando il suo precedente impiego al catasto, l´indagato curava pratiche catastali per terzi, recandosi di persona ad effettuare le visure.
Oltre che all´esecuzione delle due succitate misure interdittive – nei confronti, come detto, dei due soli indagati le cui condotte sono state caratterizzate da ripetitività ed apprezzabilità – si è altresì proceduto alla notifica di avvisi di conclusione indagini nei confronti di altri due dipendenti del medesimo ente, le cui assenze, consumatesi in periodi brevissimi e pur integrando il reato contestato, non sono state ritenute dal G.I.P. tali da far sussistere il pericolo di reiterazione del reato e quindi l’esigenza cautelare, ciò anche in relazione al minor danno economico arrecato alla pubblica amministrazione