Il livello di allerta in Italia per il fenomeno dei furti d’auto è tornato alto e preoccupante, e vengono prese nel mirino soprattutto le auto di alto valore, che vengono rubate facilmente anche attraverso l’utilizzo di dispositivi hi-tech facilmente reperibili sul mercato, che in molte casi sfruttano la falle di protezione dei software presenti a bordo delle vetture di ultima generazione.
Uno studio elaborato da ADAC, noto Automobilclub tedesco con sede a Monaco di Baviera, ha messo in luce le “lacune” dei sistemi keyless ( cioè i telecomandi) per l’apertura delle portiere dell’auto e per l’avviamento del motore. La cosa era già nota da qualche anno ma adesso il quadro sembra essersi fatto più serio dal momento che chiunque, con un minimo di conoscenze di elettronica, può costruirsi un “kit” per l’apertura di molteplici modelli di vetture keyless, affrontando una spesa pari ad appena 200 euro.
L'”aggressione”, che rende il furto di un’auto una operazione ancora più semplice e soprattutto sicuramente molto più inosservata, è stato battezzata “amplification attack”. I ladri, infatti, provvedono ad amplificare il segnale che viene scambiato tra chiave wireless e ricevitore posto sulla vettura.
Un difetto del sistema elettronico utilizzato per aprire centinaia di vetture rende il veicolo più facile da rubare. Inutili i tentativi delle case automobilistiche di nascondere il problema, rivelato in occasione della Usenix Conference di Washington. Tre ricercatori hanno scoperto e rivelato un grave difetto del sistema elettronico utilizzato nei telecomandi di centinaia di auto in circolazione. Un brutto colpo per le case automobilistiche, che avevano schierato flotte di avvocati per evitare che la ricerca diventasse di dominio pubblico. Oggetto dello studio dei ricercatori è un dispositivo transponder fra i più utilizzati nell’elettronica delle auto, responsabile del codice crittografico scambiato tra il veicolo e il controllo remoto. Il transponder include una chiave segreta di 96 bit, codice del software proprietario, e un codice Pin 32-bit, ma i ricercatori hanno scoperto che la sua sicurezza interna era più debole. L’elenco delle auto a “rischio” include anche marchi di lusso come Bentley e Lamborghini.
Secondo il “Dossier annuale sui Furti d’Auto 2016”, elaborato da LoJack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero di beni rubati, che raccoglie e analizza i dati forniti dal Ministero dell’Interno e li confronta con quelli provenienti da elaborazioni e report nazionali e internazionali sul fenomeno, ogni giorno sulle strade italiane vengono rubati oltre 312 autoveicoli (ben 114.121 nell’intero anno), 13 ogni ora. L’attività di prevenzione e contrasto delle Forze dell’Ordine riesce a riportare a casa solo il 45% dei veicoli rubati (in tutto il 2015 50.820). Di oltre la metà di essi invece (63.301) si perdono le tracce. In 15 anni un parco auto complessivo di ben 1.232.780 unità è scomparso nel nulla.
Un’auto su 5 viene rubata in Campania, mentre 8 su 10 vengono sottratte in una macro-area costituita da questa regione e da Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia. La crescita del fenomeno nell’ultimo anno (+4%) riporta Napoli in testa alla graduatoria delle città più colpite (16.074 episodi criminali), seguita da Roma, Milano, Catania, Bari e Palermo. Boom di furti a Caserta lo scorso anno: +26%.
I veicoli del gruppo FCA (Fiat) restano i preferiti dai ladri d’auto (45,7% del totale) con Panda, Punto e 500 in cima alla top ten dei modelli. Le nuove emergenze riguardano le Smart, i SUV ed i veicoli di lusso. Le Smart risultano tra i modelli più “irrecuperabili”, solo il 32% viene ritrovato. In controtendenza rispetto al dato nazionale, tornano a crescere i furti di veicoli premium, come i modelli Bmw, Mercedes , Audi, Volkswagen e Volvo
Nel 2015 si sono registrati ben 4.368 furti di SUV in tutta la penisola e solo nel 34% dei casi alla sottrazione ha fatto seguito il recupero. Il trend evidenzia dati in crescita a Roma, Napoli e Catania. Range Rover, Qashqai e RAV, i modelli più ricercati.