di Valentina Taranto
Vincenzo Matarrese aveva 79 anni e da un anno e mezzo era malato. E’ stato un presidente d’altri tempi caratterizzato dallo stretto rapporto umano che impostava con allenatore e giocatori, si è addormentato per sempre proprio mentre Antonio Conte, l’allenatore che aveva trattato come un figlio, portava gli azzurri al successo contro il Belgio nella gara inaugurale dei Campionati Europei di Francia.
Sarà sicuramente arduo trovare qualcuno possa battere il suo record ( dal 1983 al 2011) alla presidenza del Bari. La presidenza Matarrese alla guida dalla società calcistica, narra ventotto anni di gioie e dolori calcistici, vissuti sempre in modo appassionato.
Ai giornalisti baresi sportivi resteranno memorabili le sue conferenze stampa, nelle quali parlava a cuore aperto, alternando sfuriate e battute divertenti. E quella volta che fece giurare i giocatori di impegnarsi al massimo. Con lui il Bari è stato in A per dodici stagioni.
Matarrese, nelle prime due stagioni da presidente, con il Bari allenato da mister Bolchi conquistò due promozioni consecutive dalla C alla A, arrivando in semifinale di Coppa Italia dopo avere eliminato la Juventus in cui giocavano Michel Platini e Zibì Boniek. Irripetibile nel calcio moderno ed attuale, la sua sintonia con il direttore sportivo Carlo Regalia e con il “mister” Eugenio Fascetti con i quali instaurò un rapporto che andava molto oltre quello professionale.
Sotto la sua presidenza sulla panchina del Bari lui c’è stata anche la staffetta tra Antonio Conte e Giampiero Ventura, che si è ripetuta nei giorni scorsi in Nazionale, a conferma che Vincenzo Matarrese non era solo un imprenditore, ma un presidente che il calcio lo capiva e “masticava” molto bene e non a caso ha lanciato ( e poi venduto profumatamente) calciatori come Zambrotta, Cassano, Ventola.
La Puglia, Bari con la sua scomparsa perdono un grande uomo. Un signor di altri tempi.