Fulvio Schinzari . Il suo nome è il primo che viene diffuso delle vittime dello scontro tra i due treni . 59 anni, nato a Galatina (in provincia di Lecce), sposato con due figlie, era stato assunto nella Polizia di stato il 25 ottobre 1989. Il suo corpo è stato riconosciuto da un collega poliziotto che stava lavorando ai soccorsi e che l’ha identificato. Vicequestore aggiunto attualmente in servizio alla Questura di Bari dove lavorava come dirigente dell’Ufficio del Personale. Dopo un periodo di ferie stava raggiungendo da Andria ove abitava, l’ufficio di Bari per prendere servizio alle 14 . L’uomo viaggiava con una delle sue figlie della quale al momento non si sa nulla. “Un poliziotto atipico, che volava alto“, lo descrivono fra le lacrime i suoi amici. La musica, la sua grande passione. Ha fondato la prima radio libera andriese, Radio Antenna Adriatica. E’ stato dirigente del commissariato di Corato, e prima ancora era avvocato. Un pendolare, quel trenino Andria-Bari lo prendeva ogni mattina. Il 24 febbraio di due anni fa, mentre era seduto nel vagone, scriveva: “Ferrovie Bari Nord news: dopo un anno cambia la playlist per allietare i viaggiatori. Da Sanremo 2013 a Sanremo 2014. Wow...”.
Antonio Summa era stato ad Andria per sostenere due esami di riparazione. Ma l’atroce destino ha spezzato la sua vita tra un esame e l’altro: Antonio aveva sostenuto ieri mattina l’esame di riparazione in una delle due materie che doveva riparare. Il professore lo aveva invitato a tornare a casa a riposarsi e tornare nel pomeriggio. E’ così il che giovane “Antonino” 15 anni di Ruvo di Puglia, ha perso la vita nel tragico incidente scontro. Il padre non voleva che il figlio sostenesse gli esami, ma il ragazzo aveva insistito: “Non ti preoccupare papà. Io vado” . I genitori lo hanno cercato invano tra i feriti in tutti gli ospedali della zona, ricevendo la dolorosa notizia. aveva mal di pancia ieri, e suo padre gli aveva consigliato di non andare ad Andria. Ma Antonio aveva insistito, “papà devo recuperare due debiti formativi, lo sai“. I genitori lo hanno riconosciuto dalla borsa, dai libri, dai pantaloncini e dalle scarpe da ginnastica. Le piccole cose di Antonio, studente di 15 anni. “Un ragazzo eccezionale, suonava la tromba al Conservatorio“, lo ricorda sua zia Pasqua Livorti. Seconda superiore all’industriale di Andria, e una lezione finita fatalmente prima. “Il professore li ha mandati a casa in anticipo”. Alla stazione del suo paese, a Ruvo di Puglia, c’era il nonno. “Mi aveva chiamato al telefono: dieci minuti e arrivo, vieni a prendermi“. Non è mai arrivato su quel maledetto treno.
Enrico Castellano aveva 72 anni , nato a Ostuni. Ex funzionario del Banco di Napoli, viveva da anni a Torino. Dopo essere andato in pensione tornava spesso e volentieri in Puglia. Era atterrato a Bari lunedì, 24 ore prima del suo ultimo viaggio fatale in treno che gli è costato la vita, mentre si recava a trovare il figlio in occasione del compleanno del nipotino di due anni.
Jolanda Inchingolo, 25 anni. Stava andando a Bari proprio incontrare con Marco, l’uomo della sua vita, con cui si sarebbe dovuta sposare nel prossimo settembre, e che oggi piange, urla disperato e si contorce davanti all’ingresso dell’obitorio: “Doveva essere la madre dei miei figli” .L’hanno riconosciuta grazie ad un anello con una pietra nera che portava al dito. Non lo toglieva e toglierà mai più. “Aveva un unico desiderio: fare la mamma. E chissà quanto sarebbe stata bella“.
Gabriele Zingaro 23 anni, nato ad Andria, diplomatosi perito industriale all’Istituto Tecnico Industriale Onofrio Jannuzzi, amava la musica. Aveva da poco trovato lavoro in una fabbrica di Modugno dove faceva il metalmeccanico. Si era recato al Policlinico di Bari per farsi controllare una ferita a un dito che si era procurato in un infortunio sul lavoro ed il piccolo intervento di plastica ricostruttiva non lo aveva soddisfatto. L’ultima chiamata alla madre, dal treno della morte su cui stava facendo ritorno a casa. “Mamma, non mi piace come è venuto. Forse dobbiamo fare un’altra operazione”. Sino a tarda sera la famiglia ha atteso al Palazzetto dello Sport di Andria notizie di Gabriele. Notizie che non sono arrivate. Sul suo profilo Facebook colpisce il motto che aveva scritto “Aiuta qualcuno. Nel dubbio.. Aiuta Qualcuno” .
Patty Carnimeo faceva l’estetista, aveva trent’anni ed una figlia di soli due anni e mezzo, anche lei è rimasta vittima della strage ferroviaria. Sua zia la ricorda così: “Era originaria di Bari, un angelo, bellissima e dolcissima. Dopo il matrimonio si era trasferita ad Andria“.
Francesco Ludovico Tedone 17 anni, di Corato, amante dei videogiochi, ha trovato la morte sul treno mentre ritornava in treno verso casa. Il giovane era uno studente dell’Itis Jannuzzi di Andria. Uno dei suoi professorilo ricorda su Facebook. “Era tornato alla nostra scuola dopo aver frequentato il quarto anno di informatica in Giappone. Era stato in segreteria per l’iscrizione alla quinta classe che avrebbe frequentato da settembre” .
Giuseppe Acquaviva, 51 anni, era un contadino e ieri mattina era nel suo campo dove stava raccogliendo il raccolto del suo lavoro. Poi incredibilmente a causa dello scontro ferroviario che ha fatto esplodere i finestrini , i pezzi di ferro lanciati a velocità folle in tutte le direzioni, è stato tragicamente colpito in testa fatalmente da uno di questi .
Donata è la donna che ha salvato la vita al nipote Samuele che era in Puglia per passare qualche giorno di vacanza con la nonna. Il piccolo bambino di 6 anni si trovava tra le sue braccia quando c’è stato lo scontro, e per sua fortuna è stato estratto da sotto le lamiere e portato in salvo dai Vigili del Fuoco. Stavano andando insieme a Barletta per prendere una coincidenza per Milano e tornare a casa dai genitori di Samuele . Il cognome non è stato ancora reso noto . “Stavo dormendo sulla nonna, e poi c’è stato quello scoppio fortissimo“, è riuscito a raccontare Samuele agli zii. Il bambino è ricoverato in prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita.
Pasquale Abbasciano di Andria, era uno dei due macchinisti, quello del convoglio bianco e azzurro. Sarebbe andato in pensione a fine anno, a novembre dopo tanti anni di servizio nelle Ferrovie Nord baresi .”Era molto esperto, faceva questo lavoro da tanti anni” dicono i suoi colleghi. Amava il suo lavoro e la campagna, coltivava ciliegie e poi le regalava sempre agli amici. . Dopo il lavoro si sarebbe dovuto recare ad Andria per raggiungere sua figlia che lo aspettava in Comune per la promessa di matrimonio. Non arriverà mai più.
Luciano Caterino, 37 anni, nato a Corato (Bari), era il macchinista del convoglio giallo, quello proveniente da Bari, uno dei due treni coinvolto nella tragedia ferroviaria pugliese
Alessandra Bianchino era nata a Trani 29 anni fa, attualmente viveva ad Andria dove aveva trovato un lavoro presso l’Oratorio Giovanile Salesiano.
Salvatore Di Costanzo, 56 anni, nella vita era un agente di commercio, ed un allenatore ben noto nel calcio provinciale bergamasco. Si trovava in Puglia per un incontro di lavoro al quale non è mai potuto arrivare. Nell’ultima stagione aveva allenato la Verdellinese. Successivamente la firma con la squadra della Val Cavallina.
Maurizio Pisani, 49 anni, originario di Pavia, viveva a Milano con la famiglia. Esperto di marketing nel settore alimentare con studi alla Scuola Direzione Aziendale dell’ Università Bocconi di Milano. Aveva fondato nel 2013 la Pisani Food Marketing . Era in Puglia con la moglie e la figlia Vittoria che per fortuna non si trovavano con lui sul treno. Stava rientrando per lavoro a Milano e viaggiava sul treno diretto a Bari.
Rossella Bruni, 22enne la cui famiglia è originaria di Martina Franca, una delle vittime dell’incidente ferroviario di Corato. A darne la comunicazione che non lascia speranze è stato il parroco, don Diego, che ha informato fedeli e catechisti . Fra l’altro, Michele Bruni , papà di Rossella, era catechista in quella parrocchia ed ha comunicato la notizia al prete. Rossella, con la sua famiglia, viveva da anni ad Andria dove il padre è funzionario comunale.