di Claudio Torre
Marco Travaglio adesso fa inversione a “u”. Dopo anni di giustizialismo per un solo soffio che arrivasse dalle procure, il direttore de Il Fatto Quotidiano rivede la sua posizione.
Travaglio è diventato garantista in pochi giorni. A fargli cambiare idea sarebbe il “caso Muraro” che sta inguaiando la Giunta della grillina Virginia Raggi a Roma. Travaglio infatti nega che un eventuale avviso di garanzia possa condurre alle dimissioni di un assessore. E lo dichiara apertamente in un editoriale sul Fatto: “Se un pm apre un’indagine, iscrivendo una notizia di reato e un indagato, “avvisando” poi quest’ultimo di un accertamento o convocandolo per un interrogatorio, di per sé non significa nulla. Solo che si sta verificando la fondatezza di un sospetto, un indizio, una denuncia. Se poi dall’indagine emergono fatti infamanti, anche sul piano etico e non penale, a carico di una figura investita di pubbliche funzioni, questa e il rispettivo partito devono valutarne la compatibilità col dovere di disciplina e onore. Se infine l’inchiesta si chiude col rinvio a giudizio disposto non da un pm, ma da un gup, e i fatti non sono bagatelle (reati di opinione o contravvenzioni), le dimissioni sono doverose“, scrive Travaglio.
Peccato che in passato aveva le idee un pochino diverse. Bastava solo una mezza voce su un’indagine per spingerlo a vergare inchiostro nel chiedere le dimissioni di assessori, sindaci e ministri. Insomma il garantismo di Travaglio va…..
*opinione tratta dal quotidiano IL GIORNALE