I due sciacalli romeni, beccati con le mani nel sacco dalle forze dell’ ordine, su un’auto colma di refurtiva tra le macerie della cittadina di Amatrice sono stati messi in libertà da un giudice del Tribunale di Rieti. I romeni qualche giorno fa erano stati arrestati mentre si intrufolavano nelle case dei terremotati per portare via oggetti e ricordi sono già a piede libero. Il “bottino” era dentro la vettura con targa tedesca e lì c’era anche il bambino che si tiravano dietro in questa infame gita in luoghi di morte e di dolore, per portare via quel che rimane incustodito alle vittime del terremoto. Il Tribunale ha sì convalidato l’arresto per furto aggravato ma ha disposto, sorprendendo tutti, la scarcerazione con il divieto di restare nella provincia reatina.
Sono un uomo e una donna, di 44 e 45 anni, e la perquisizione dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma ha subito fatto saltar fuori capi d’abbigliamento, oggetti domestici, banconote per oltre 300 euro, una pistola giocattolo sprovvista del prescritto tappo rosso e alcuni arnesi da scasso, che evidentemente servivano per questo e altri «lavoretti». A bordo dell’auto avevano compiuto diversi furti in abitazioni di terremotati. E pensavano di averla fatta franca, finchè gli uomini dell’Arma non li hanno sorpresi. Il bimbo è stato subito affidato ad un istituto, quella dov’era stato trascinato non era certo una buona scuola per lui.
Gli sciacalli del terremoto ci sono. Rubano anche attraverso il web. Quello che è stato identificato dalla Polizia Postale, impegnata proprio nelle attività di monitoraggio per prevenire le truffe su internet legate al terremoto, è un uomo che indicava un conto corrente per le donazioni. Solo che il conto era quello suo personale e tutto il denaro che arrivava da gente generosa quando ingenua, se lo intascava. Li chiamano “sciacalli del web”, ma in realtà volgarmente parlando “ladri bastardi” basterebbe ed avanzerebbe.
Cosa significa tutto questo ? Che in parole povere, i due criminali sono liberi di muoversi liberamente, come se nulla fosse, al di fuori dei confini provinciali fino a che il procedimento riprende ad ottobre, mese in cui si è scelto di rinviare il giudizio. Una bella tirata d’orecchie e via, come se nulla fosse. Sarebbe successo lo stesso se li avessero sorpresi a rubare nella casa di un magistrato ? Ne dubitiamo fortemente.
La decisione del Tribunale di Rieti manca senza alcun dubbio di buonsenso. Basti pensare a tutti quei comuni colpiti dal sisma del 24 agosto che magari dovranno vedersela con questa coppia di sciacalli pregiudicati “professionisti” come si evince guardando la loro fedina penale ricca di precedenti per rapina.
In qualche altro Tribunale i magistrati invece hanno chiesto (senza ottenerlo) l’arresto di un giornalista senza alcun valido motivo. Se questa è la giustizia italiana, cari lettori, come non condividere quegli imprenditori, studenti, cittadini che vanno a vivere in Paesi più civili e democratici ?