La Procura di Lecce ha chiesto al gip di archiviare le due inchieste avviate sulla realizzazione del gasdotto Tap che porterà gas dall’area del Mar Caspio (Azerbaigian) a Melendugno (Lecce).
Nella richiesta di archiviazione si dà atto – da quanto è trapelato – che l’iter seguito da Trans Adriatic Pipeline nell’avvio del cantiere a Melendugno è sicuramente regolare, così come non viola la legge la procedura seguita dal Ministero dell’Ambiente per il rilascio della Via e la presunta omessa applicazione della Direttiva Seveso sul rischio di incidenti rilevanti.
Potrebbe arrivare presto al capolinea, anche il doppio filone di indagine relativo ad autorizzazioni incassate dalla multinazionale svizzera ed avvio del cantiere del metanodotto, che entro la fine del 2020 dovrà immettere gas azero nella rete italiana. Tutto in regola, secondo gli inquirenti, che non hanno evidenziato alcun illecito.
Spetterà al giudice per le indagini preliminari, ora, decidere se chiudere definitivamente questo capitolo giudiziario oppure lasciarlo aperto, ordinando al pm nuovi accertamenti. Ciò che è certo è che il Comune non ha intenzione di restare con le mani in mano, facendo leva anche su una nota del Ministero dell’Ambiente che, in apparente contrasto con il Ministero dello Sviluppo Economico, nel luglio scorso, ha ribadito che attualmente si è nella “fase zero” dei lavori.
Due i filoni d’indagine. Il primo fascicolo è scaturito dalle denunce depositate già a partire da maggio 2015 dal sindaco di Melendugno e dal comitato No Tap Salento. Al centro della vicenda l’applicazione dal Mise della normativa sul rischio di incidenti rilevanti e la validità dell’Autorizzazione unica rilasciata il 3 dicembre 2014 dal ministero.
Ad influire non poco sulla richiesta di archiviazione datata 19 luglio, a firma dal procuratore capo di Lecce dr. Cataldo Motta e dal pm Angela Rotondano è stata la relazione depositata da due ingegneri e un chimico, consulenti tecnici nominati dalla Procura : la quantità massima di gas presente nel terminale di ricezione (Prt), in base al progetto, sarà pari a 48,6 tonnellate, poco al di sotto della soglia di 50 tonnellate che farebbe scattare l’applicazione della direttiva Seveso, da cui, quindi, Tap sarebbe esonerata. Conseguentemente per i magistrati leccesi, “le procedure amministrative svolte dal Ministero dello Sviluppo Economico […] sono conformi alle norme specifiche vigenti in materia”.
La questione ancora più spinosa è quella relativa all’apertura del cantiere. Secondo disposizioni europee la data limite entro la quale bisognava avviarlo, era quella dello scorso16 maggio, per non mettere a rischio come previsto l’eventuale decadenza dell’Autorizzazione unica. Secondo il Comune di Melendugno, quel termine non sarebbe stato rispettato, in quanto l’apposizione di una semplice recinzione in plastica ed i saggi archeologici non basterebbero a integrare i presupposti di un avvio formale dei lavori, essendo necessario procedere, piuttosto, almeno allo spostamento degli alberi.
A conforto e supporto di questa ipotesi è la nota del 5 luglio scorso inviata dal Ministero dell’Ambiente, secondo il quale “attualmente si è nella cosiddetta Fase 0 ovvero di avvio del cantiere, consistente in particolare nella rimozione degli ulivi e realizzazione della strada di accesso all’area di cantiere del microtunnel”.
Il procuratore capo della Procura di Lecce, Cataldo Motta lo scorso 18 agosto ha chiesto l’archiviazione anche di questa inchiesta. “Deve affermarsi – scrive Motta nella richiesta di archiviazione – che i lavori sono iniziati entro il termine previsto, dovendosi ricordare che anche quelli inerenti alle indagini archeologiche e alla bonifica da eventuali ordigni bellici sono, ovviamente, lavori a tutti gli effetti e la loro esecuzione comporta l’inizio dei lavori al fine dell’osservanza del relativo termine”.
Quanto sostenuto dalla Procura ricalca la posizione del Ministero dello Sviluppo Economico, che era stata espressa dal direttore generale Gilberto Dialuce, il quale era stato denunciato per “falso” dal sindaco del Comune di Melendugno. Ma per la Procura si tratta di accuse prive di fondamento.