I fatti risalgono ad un periodo intercorso tra il 23 ottobre 2008 ed il 15 novembre 2011. L’accusa rappresentata dal pubblico ministero Remo Epifani sosteneva che gli ex amministratori del Comune di Massafra avrebbero intenzionalmente favorito la società Inedil srl – capogruppo mandataria dell’Associazione Temporanea di Impresa fra le società Cisa s.p.a., Inedil s.r.l. ed Intini Angelo s.r.l. con il concorso dei rappresentanti legali delle società e cioè Antonio Albanese, Enrico Intini, Antonio e Stefano Intini, avrebbero procurato intenzionalmente un “ingiusto vantaggio patrimoniale” alla INEDIL srl attraverso l’affidamento in concessione della realizzazione di un silos-parcheggio con annesso centro commerciale e direzionale a cui secondo la Procura di Taranto sarebbe stato “pretestuosamente attribuito il carattere di opera pubblica“.
La contestazione di abuso d’ufficio, oltre all’allora sindaco Martino Tamburrano era stata estesa a tutti gli imputati, , ovvero i dirigenti comunali della Ripartizione Lavori pubblici, Sergio Rufolo e Lorenzo Natile, agli imprenditori Enrico e Stefano Intini ed Antonio Albanese, ed ai consiglieri comunali di Massafra in carica all’epoca dei fatti: Michele Bommino, Umberto Bommino, Giuseppe Cardillo, Gaetano Castiglia, Giuseppe Cofano, Davide Convertino, Antonio D’Eri, Oronzo De Mita, Cosimo Fedele, Salvatore Claudio Fuggiano, Alessandro Giannotta, Giovanni Magazzile, Donato Lasigna.Stefano Meo , Francesco Miola, Angela Monaco, Bruno Orlando, Vittorio Piccolo, Cosimo Damiano Semeraro, Pietro Valentini, Antonio Viesti, Cosimo Vinci, Nicola Zanframundo.
La quinta sezione del Consiglio di Stato nell’ottobre 2007 aveva rilevato sulla vicenda in questione la piena legittimità dell’operato del Comune di Massafra. A cui ha fatto seguito la decisione del Tribunale di Taranto nell’udienza conclusiva di venerdì 30 settembre, che accogliendo le tesi del collegio difensivo ha assolto gli imputati con formula piena.
La delibera del Comune di Massafra, guidato all’epoca dei fatti dal sindaco Martino Tamburrano, attuale presidente della Provincia di Taranto, era assolutamente legittima e quindi “il fatto non sussiste” come ha deciso il collegio giudicante (presidente Alessandra Romano) del Tribunale di Taranto assolvendo Martino Tamburrano, ex sindaco di Massafra attuale presidente della Provincia, 23 ex consiglieri comunali, due dirigenti municipali e tre imprenditori per i quali il pm Remo Epifani aveva chiesto per tutti la condanna a tre anni di carcere.
Il pubblico ministero Remo Epifani durante la sua requisitoria, aveva contestato che secondo quanto emerso dalle indagini, che all’immobile, sarebbe stato “pretestuosamente attribuito il carattere di opera pubblica” dagli amministratori comunali dell’epoca, e che sarebbe stato garantito agli imprenditori “anche il diritto di proprietà” del centro direzionale in costruzione, consentendo così la vendita dell’immobile nonostante la legge consenta solo “la gestione dei beni da realizzare” particolare che, secondo le accuse della Procura di Taranto era ben noto soprattutto al Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale arch. Rufolo, a cui erano state indirizzate due note. La prima del 17 marzo 2003 dal CIPE, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e la seconda poco meno di un mese più tardi, in data il 14 aprile 2003, dalla direzione affari istituzionali e giuridici dall’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici,