di Marco Ginanneschi
Nel 2015 la Valle Padana è stata tra le zone europee più critiche per il superamento dei limiti di particolato, ozono e NOx. Per analizzare la situazione e individuare possibili soluzioni Eni, in collaborazione con Rie-Ricerche Industriali ed energetiche e con il patrocinio del Comune di Milano, ha organizzato oggi a Milano il workshop “Qualità dell’aria nei centri urbani, nuovi carburanti, azioni possibili” al quale sono intervenuti il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti; il sindaco di Milano Giuseppe Sala; Alberto Clò, coordinatore scientifico del Rie; Stefano Cernuschi del Politecnico di Milano; Enrico Pisino,Politecnico di Milano; Enrico Pisino di Eni.
Il Convegno ha preso in esame la situazione della qualità dell’aria della città di Milano e del suo hinterland, individuando le cause principali del fenomeno e il peso che il traffico veicolare, in particolare diesel, ha su tale fenomeno. Se motori ibridi più efficienti sono la risposta dell’industria automobilistica, combustibili riformulati e a minore impatto ambientale sono la soluzione del mondo della raffinazione, che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con una crisi strutturale europea, causata dall’eccesso di capacità e dall’accresciuta concorrenza internazionale, e resa ancora più ardua dai sempre più stringenti vincoli ambientali fissati dall’Unione Europea relativi sia ai processi di raffinazione, sia alla qualità dei prodotti finiti.
Il workshop ha evidenziato quanto la sinergia tra questi due grandi settori potrà portare ulteriori benefici, oltre allo sviluppo della metanizzazione per riscaldamento e, in generale, le azioni di riduzione del rapporto carbonio/idrogeno nei combustibili. Ma la via maestra per giungere a riduzioni sostanziali dei principali agenti inquinanti è l’innovazione tecnologica, di processo e di prodotto, come il ‘case study’ Eni sulla riconversione di raffinerie tradizionali in bioraffinerie: Venezia e Gela, il cui cantiere per la riconversione è operativo dall’aprile scorso.
A Venezia Eni ha realizzato, con un brevetto tutto italiano, il primo esempio al mondo di conversione di una raffineria petrolifera in una bioraffineria, che consente di trasformare oli vegetali in un prodotto completamente idrocarburico, superando i problemi qualitativi del biodiesel tradizionale. Il nuovo biocarburante è prodotto grazie alla tecnologia Ecofining™ sviluppata dal 2006 nei laboratori di San Donato Milanese, in collaborazione con Honeywell UOP. La bioraffineria Eni a Venezia produce dal maggio 2014 il componente che ha permesso la commercializzazione, dal gennaio scorso, del nuovo Eni Diesel+, il carburante che ha il maggiore contenuto di componente biologica e rinnovabile (15%) e il cui utilizzo ha evidenziato una notevole riduzione delle emissioni.
In attesa di cambiamenti radicali nei sistemi di trasporto, Eni Diesel+ fornisce un contributo immediato alla riduzione delle emissioni sull’intero parco veicolare a gasolio: è stato calcolato che se in Italia tutte le auto diesel utilizzassero Eni Diesel+ le emissioni di anidride carbonica si ridurrebbero di 2,7 milioni di tonnellate, circa il 5% del totale, e ciò equivarrebbe ad azzerare le emissioni di tutte le auto circolanti a Milano e Torino. Inoltre, la ricerca Eni ha messo a punto una formulazione del restante quantitativo fossile per ridurre sensibilmente la componente aromatica responsabile della formazione di particolato e dei poliaromatici (a valori ben più bassi di quelli previsti dalle normative vigenti) e con un elevato numero di cetano per incrementare l’efficienza di combustione del motore. Ciò permette una forte riduzione di emissioni di idrocarburi incombusti e ossido di carbonio e minori consumi.
L’utilizzo di Eni Diesel+, benché non rappresenti la soluzione definitiva al problema della qualità dell’aria della Valle Padana, può sicuramente contribuire, con utilizzo sia su mezzi privati che pubblici, alla riduzione delle emissioni veicolari e quindi al miglioramento della qualità dell’aria.