di Antonello de Gennaro
Prima di passare a spiegarvi perchè bisogna “stare attenti” al sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno ed al Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, occorre mettere a fuoco i due “personaggi”.
Il Governatore Emiliano, dopo aver fatto il magistrato, è stato il segretario regionale del Partito Democratico, azionista di maggioranza della Giunta regionale di centrosinistra guidata da Nichi Vendola nella precedente legislatura regionale, ha fatto politica per diversi anni violando le Leggi vigenti, ed infatti nel 2014 il procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione Gianfranco Ciani avviò un azione disciplinare nei confronti di Emiliano, in quanto da segretario regionale del Pd svolgeva attività politica, nonostante fosse ancora un magistrato. Da questo ruolo, Emiliano ha svolto con carattere di continuità, come noto a tutti, attività politica. Una condotta che era incompatibile con il suo ruolo di magistrato. Infatti ai magistrati non è consentita l’iscrizione ai partiti politici. E le limitazioni valevano anche per i magistrati che come Emiliano, sono fuori ruolo.
Dell’azione disciplinare aperta dal pg della Cassazione al momento si sono perse le tracce ma è destinata a riaccendere prima o poi le polemiche sulla compatibilità dello status di magistrato e la partecipazione all’attività politica. Soltanto nel luglio del 2015 appena eletto Presidente della Regione Puglia, il Csm ha deciso di accogliere la richiesta di ulteriore aspettativa di Michele Emiliano in vista della piena assunzione dell’incarico di presidente della Regione Puglia. Da qualche giorno infatti la pratica era arrivata al Consiglio Superiore della Magistratura che, non senza qualche riflessione, gli ha riconosciuto il proseguimento “senza soluzione di continuità” .
Sulla sua vicenda il Fatto Quotidiano raccontava “ il fuoco amico di Massimo D’Alema che lo aveva accusato apertamente di non avere rispettato la legge che impone ai magistrati, anche quelli in aspettativa, di non avere incarichi di partito”. Una polemica che l’allora sindaco di Bari aveva per la verità commentato come il tentativo scomposto della vecchia classe dirigente di ribaltare l’esito delle primarie che l’aveva spazzata via. Oggi incredibilmente D’Alema ed Emiliano vanno d’amore e d’accordo uniti nell’ alleanza contro il premier Matteo Renzi, attuale leader dello stesso partito politico: il Partito Democratico . Le stranezze della politica…
Il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, è stato il rappresentante tarantino del movimento politico di Nichi Vendola per ben due legislature comunali, presentandosi alle elezioni come candidato sindaco con una una propria lista civica, nel tempo successivamente dissoltasi. Stefàno è attualmente imputato nel processo “ILVA-Ambiente Svenduto” dovendo rispondere della accuse di reato per abuso e omissione di atti d’ufficio, a seguito delle indagini svolte dalla Procura di Taranto sulla base di un esposto presentato tempo fa da un consigliere comunale con il quale si portò la magistratura a conoscenza delle misure che il sindaco Stefàno non avrebbe preso a tutela della salute dei cittadini. Il sindaco Stefano era già finito negli atti processuali per una telefonata che venne intercettata dalla Guardia di Finanza di Taranto, intercorsa con Girolamo Archinà, l’ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’ILVA (gestione Gruppo Riva) finito in carcere il 26 novembre scorso con le accuse di associazione a delinquere insieme con alcuni membri della famiglia Riva, finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e corruzione in atti giudiziari. Nella telefonata del 29 luglio 2010 Archinà chiamava telefonicamente il Sindaco Stefàno per chiedergli di fissare la data sul referendum cittadino sulla chiusura dell’ILVA “La data la più lontana possibile” ottenendo inizialmente un “va bene” da Stefàno , motivando la propria richiesta con la causale “per farci lavorare un po’ tranquilli” ricevendo una nuova rassicurazione dal sindaco “tranquilli !!! va benissimo ciao Girolamo”.
Ippazio Stefàno nelle ultime primarie del centrosinistra per la scelta del candidato Presidente per le elezioni regionali pugliesi, ha abbandonato negli ultimi giorni di campagna elettorale il movimento di Vendola, che sosteneva la candidatura del Sen. Dario Stefàno (un omonimo, ex UdC ) per cavalcare la candidatura di Michele Emiliano a governatore per la cui elezione, in realtà non si è speso minimamente. Ma il Sindaco Stefàno non aveva fatto i conti con il doppio-giochismo politico di Emiliano, che appena eletto nominò assessore regionale il consigliere comunale tarantino Gianni Liviano acerrimo “nemico” del sindaco, di cui da sempre ambisce alla sua poltrona. Che le posizioni di Ippazio Stefàno e quelle di Emiliano siano sempre più inconciliabili. lo dimostra l’attuale vicenda ILVA.
Infatti mentre il Governatore della Regione Puglia, sta “cavalcando” la protesta ambientalista-grillina anti-Ilva per osteggiare e boicottare le posizioni e decisioni del Governo in carica sull’ ILVA, il Sindaco Stefàno non fa altro che elogiare il supporto economico-finanziario ricevuto dal Governo Renzi che ha stanziato per il rilancio di Taranto oltre 800 milioni di euro, gestendo progettualità, bandi, gare ed appalti, vista la “pochezza” tecnica-professionale dell’apparato dirigenziale del Comune di Taranto più noto per finire sempre sotto i riflettori delle inchieste e processi giudiziari che li vede coinvolti, che per le proprie inesistenti competenze giuridico-amministrative. L’ennesima conferma è quella dell’ annuncio del Governatore Emiliano in occasione dell’ assemblea della Confindustria di Taranto, alla presenza del presidente nazionale Boccia, di uno studio sanitario (e non scientifico !) sviluppato da ARPA, ARES, ASL Taranto ed un consulente della Regione Lazio, basato su vecchie rilevazioni e ricerche non più attendibili alla luce dei recenti lavori di ammodernamento e risanamento dell’impianto siderurgico ILVA di Taranto. Uno studio non scientifico, che la Regione Puglia ha avuto lo “sgarbo” istituzionale di non inviare al primo cittadino di Taranto.
Il Sindaco Stefàno in una conferenza stampa-farsa, tenutasi ieri a cui partecipavano in “stile grillino” alcuni attivisti del “Movimento Cittadini Liberi e Pensanti” che si spacciavano come giornalisti di un fantomatico (inesistente) giornale online, ha dichiarato di aver inviato una lettera al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin , chiedendo la “validazione” della relazione dei dati “inquietanti” resa nota da Emiliano che individua nell’ILVA la causa di un eccesso di malattie e mortalità a Taranto. “Attendo una settimana” – ha aggiunto Stefàno anticipando che – “se ciò verrà confermato non potrò fare altro che tutelare la salute dei cittadini disponendo la chiusura dello stabilimento Ilva di Taranto, e la invierò al Prefetto, come è prassi e per garbo istituzionale” mostrando trionfalmente a favore di telecamere la bozza già pronta. “La democrazia è partecipazione, ma non funziona soltanto in maniera unilaterale – ha detto polemicamente il Sindaco di Taranto – la Regione Puglia deve anche considerare il Comune“.
La figuraccia per il Sindaco Stefàno e per il suo alleato Emiliano è in agguato. Infatti il primo cittadino aveva tentato in passato di adottare un’ ordinanza urgente ordinando all’Ilva dei Riva nel 2010 di ridurre le emissioni di benzopirene entro 30 giorni, ma il Tar di Lecce annullò il provvedimento accogliendo il ricorso dell’ ILVA . Quando glielo abbiamo ricordato, il Sindaco con la sua nota presunzione ha risposto “Sono pronto a farne un’altra, poi faranno ricorso alla magistratura amministrativa: è un loro diritto“.
La realtà è che a Taranto è iniziata la campagna elettorale, ed il Sindaco Stefàno che ha annunciato la sua ricandidatura a semplice consigliere comunale (ha raggiunto il tetto dei due mandati da Sindaco) non vuole finire nuovamente sul banco degli imputati in Tribunale, mentre Emiliano cerca di tessere alleanze a 360° per mettere le mani sulla città dei due mari. Quelle mani sulla città che non ha più a Bari dove impera il Sindaco “renziano” Decaro. Nella speranza di non fare un secondo “flop” molto probabile dopo il fallimentare tentativo di Michele Emiliano di poter conquistare il Comune di Brindisi con tutte le sue alleanze, liste civiche ed appoggio del Pd non è riuscito a far vincere le elezioni al suo candidato sindaco.
Qualcuno dovrebbe spiegare ad Emiliano che a volte la politica fa brutti scherzi: al proprio ego e sopratutto alle certezze politico-elettorali. E la città di Taranto è stanca di subire passivamente le scorribande di invasori, conquistatori e dominazioni politiche. Il voto di quelle 18mila famiglie del personale alle dipendenze dell’ ILVA (ed appalto) e delle oltre 300 società che lavorano nell’indotto dello stabilimento siderurgico tarantino potrebbe riservare tante sorprese post-elezioni…