La sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano accogliendo la richiesta del pm Alessandra Dolci e del procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha sequestrato a Fabrizio Corona la somma 1,7 milioni di euro che sarebbe il frutto del suo lavoro “in nero” da quando è fuori dal carcere affidato ai servizi sociali. La decisione è stata presa in considerazione della “pericolosità sociale” di Corona. Il denaro trovato nella disponibilità di Fabrizio Corona si riferisce a pagamenti in contanti da lui ricevuti da parte di discoteche e altri locali notturni, quest’anno mentre è in affidamento in prova ai servizi sociali. Compensi a favore dell’ex agente fotografico, attraverso una sua società, la Atena, agenzia che si occupa di eventi e promozioni, su cui, peraltro, non sarebbe stata pagata neanche l’Iva per le prestazioni non fatturate e tantomeno le tasse.
I soldi tutti in contanti sono stata rinvenuti all’interno di un pacchetto nascosto nel controsoffitto dell’immobile di un uomo, che viene ritenuto l’amministratore di fatto di una sua società. Il decreto di sequestro preventivo, al momento, non comporta la revoca della libertà e il ritorno in carcere di Corona su cui a questo punto sarà il Tribunale di Sorveglianza di Milano a pronunciarsi . Il provvedimento di sequestro verrà discusso in un’udienza fissata il prossimo 24 gennaio.
“Si tratta di somme riconducibili all’attività della Atena srl e, per essa, dal signor Fabrizio Corona – sostiene il suo avvocato Ivano Chiesa – essendo somme maturate negli ultimi due mesi dell’anno 2015 e nel corso dell’anno 2016, è ancora possibile sottoporrle a tassazione, in quanto i relativi termini di versamento delle imposte sono ancora aperti (le tasse sui redditi 2016 si pagano nel 2017)“. Il legale dice anche che da parte di Corona c’è la “volontà” di sottoporre a tassazione quelle somme “e tale intendimento” è stato già manifestato “all’autorità giudiziaria che dunque ne è perfettamente a conoscenza“. “Il sequestro – aggiunge ancora il legale – è conseguenziale, in attesa della regolarizzazione della posizione. Quanto alla presunta pericolosità sociale di Fabrizio Corona ho già avuto modo di esprimermi più volte in passato affermando la totale insussistenza della stessa per ragioni comprensibili a tutti. Tale giudizio non viene in alcun modo scalfito o modificato dal sequestro in questione“. E che poteva dire un avvocato difensore ? Sarebbe curioso ed interessante accertare se i suoi legali a loro volte hanno fatturato, e come e da chi sono state pagate le loro prestazioni professionali nell’interesse di Fabrizio Corona. Ma siamo sicuri che la Procura e la Guardia di Finanza di Milano accerteranno questo ed altro.
La nuova tegola della Procura di Milano arriva giusto pochi giorni dopo che il gip Ambrogio Moccia aveva deciso, infatti, che Fabrizio Corona può continuare a scontare il cumulo di pene residuo (poco più di cinque anni), in affidamento in prova ai servizi sociali. E’ l’effetto pratico della decisione del gip che ha riconosciuto a Corona, difeso dai legali Antonella Calcaterra e Ivano Chiesa, la continuazione tra i reati di estorsione, tentata estorsione e bancarotta per i quali è stato condannato in via definitiva. Nel provvedimento era scritto anche che “la condizione di tossicodipendenza di Corona ha condizionato, contribuito a causare le sue condotte delittuose”.
A questo punto la situazione in realtà si complica e non poco, nonostante le opinioni di parte del legale di Corona, in quanto non si tratta solo di IVA non pagata, ma anche di tasse non pagate, di violazione delle norme di legge fiscali. L’evasione fiscale che è un reato, è sempre stata come le carte giudiziarie dimostrano al centro delle attività di Corona, e questo sequestro dimostra che non si è pentito. Anzi, continua ! Nonostante i lamenti, pianti e preoccupazioni di sua madre, che lo “spacciava” in televisione e sui giornali per “depresso” e pentito…..