L’affidamento in prova ai servizi sociali di Fabrizio Corona è durato solo qualche mese. Questa mattina gli uomini della Squadra Mobile di Milano hanno arrestato Corona e Francesca Persi, titolare dell’ Atena, agenzia che si occupa di eventi e promozioni, per “intestazione fittizia di beni“. A carico dell’ ex agente fotografico anche l’aggravante di aver commesso il reato durante l’affidamento in prova ai servizi sociali. Secondo le ipotesi accusatorie della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, Corona avrebbe lasciato gestire alla Persi gli introiti in “nero” delle sue serate in discoteche ed eventi.
Secondo i calcoli del gip Guidi riportati nell’ordinanza, Corona avrebbe un conto bancario in Austria sul quale sarebbe stata depositata una cifra che va dal milione e il milione e mezzo di euro, oltre al milione e 700mila euro scoperto in un sottotetto pochi giorni fa. Il denaro è stato trovato nel corso di una perquisizione il 7 settembre scorso nell’ambito di un’inchiesta che, secondo alcune fonti, sarebbe partita da un grosso petardo fatto esplodere a Ferragosto davanti all’abitazione dell’ex re dei paparazzi. Gli inquirenti sono convinti che la Persi avrebbe trasportato i soldi in contanti, frutto dell’attività in “nero” del Corona, nei suoi numerosi viaggi oltre confine, motivo per cui è stata avviata una rogatoria internazionale.
A raccontare dell’esistenza di questo conto sono stati alcuni testimoni. Proprio su alcuni di questi testi – in particolare su una delle sue ex collaboratrici – Corona avrebbe esercitato delle pressioni: di qui l’esigenza cautelare dell’arresto per “inquinamento probatorio” oltre che per il “pericolo di reiterazione del reato”. Corona attraverso i suoi legali aveva sostenuto che i proventi erano frutto del «nero» del suo lavoro. Un’ipotesi che non ha convinto gli investigatori che ora stanno estendendo i controlli anche all’estero alla ricerca del tesoro dell’ex fotografo. Le accuse contro di lui e la sua collaboratrice parlano di intestazione fittizia di beni. Il 24 gennaio ci sarà un’udienza in cui Corona dovrà dimostrare la provenienza dei soldi ed eventualmente cercare di saldare il contenzioso col fisco.
Il giudice del Tribunale di sorveglianza Giovanna Di Rosa ha quindi contestualmente, revocato l’affidamento in prova ai servizi sociali di Fabrizio Corona . Il procuratore aggiunto della Dda dr.ssa Ilda Boccassini e il pm Paolo Storari, che hanno richiesto e ottenuto l’arresto di Corona, hanno contestato all’ex agente fotografico la “professionalità nel reato“, prevista dall’articolo 105 del codice penale che prevede che “chi, trovandosi nelle condizioni richieste per la dichiarazione di abitualità, riporta condanna per un altro reato, è dichiarato delinquente o contravventore professionale, qualora, avuto riguardo alla natura dei reati, alla condotta e al genere di vita del colpevole e alle altre circostanze indicate nel capoverso dell’articolo 133, debba ritenersi che egli viva abitualmente, anche in parte soltanto, dei proventi del reato”.
E dire che un mese fa Corona sosteneva in udienza davanti al gip di Milano Ambrogio Moccia di “essere cambiato” e chiedeva di “continuare il suo percorso di recupero in affidamento ai servizi sociali”. Il giudice era stato chiamato a decidere sulla concessione della continuazione dei reati di estorsione con la bancarotta e la corruzione commessi dall’ex fotografo dei vip, da circa un anno in affidamento in prova ai servizi sociali. Continuazione da cui dipende il conteggio della pena da scontare e l’eventuale possibilità per il paparazzo di rientrare in carcere o meno. Ma alla luce dei fatti accaduti Corona ha ormai perso ogni speranza.
Corona era stato già ‘ammonito tra l’altro, con tanto di restrizioni nelle prescrizioni, lo scorso luglio, a seguito di una vacanza su uno yacht a Capri non autorizzata, che finì con tanto di foto “hot” pubblicate da alcune riviste di gossip. A far rientrare in carcere Fabrizio Corona è stata, però, l’ordinanza di custodia eseguita oggi e non una decisione del Tribunale di sorveglianza. Corona, era stato scarcerato nel giugno 2015 dopo due anni e mezzo di detenzione, quasi un anno fa, aveva potuto tornare a vivere nella sua casa a Milano perché aveva ottenuto l’affidamento in prova “sul territorio“dopo l’affidamento alla comunità di don Mazzi .
Nei giorni scorsi, a seguito della decisione del Gip sulla continuazione tra alcuni reati, il cumulo pena residuo ‘ era stato ricalcolato in 5 anni e 1 mese (sotto i 6 anni che lo avrebbero fatto tornare in carcere), consentendogli, quindi, di poter proseguire nell’affidamento. Nelle stesse ore mentre il tribunale di sorveglianza ha sospeso l’affidamento in prova e Corona si apprestava a costituirsi e per questo motivo, gli è stata notificata – in casa della madre, dove si trovava – l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Paolo Guidi, ed è quindi stato rinchiuso nel carcere di San Vittore.