Ieri davanti al giudice monocratico Carmela Squicciarini del Tribunale di Roma, dopo una prima udienza tecnica, attraverso il suo avvocato Francesco Maisano, l’ex grillino Giovanni Favia ha depositato tutta una serie di documenti che dimostrerebbero come non vi sia stata alcuna intenzione diffamatoria nell’articolo contestato, ma al massimo una critica politica assolutamente legittima sulla questione della trasparenza all’interno del movimento stesso. Favia ha posto in questo senso all’attenzione della giudice il bilancio del 2012 (all’epoca stilato in forma aggregata) ed un’intervista rilasciata dallo stesso Gianroberto Casaleggio al giornale “il Fatto quotidiano”, all’interno del quale il fondatore del M5S affermava sostanzialmente quanto da lui scritto. Favia ha deciso di rinunciare a qualsiasi forma di immunità ed ha chiesto al giudice di andare fino in fondo.
Giovanni Favia mantiene ferma la propria posizione “Quando scrivevo sul mio blog che dai bilanci della Casaleggio Associati non si capiva quanti soldi arrivavano attraverso il blog di Beppe Grillo, dicevo semplicemente la verità”. L’ex consigliere regionale dell’Emilia Romagna ha ribadito anche in Tribunale quanto aveva scritto a suo tempo sulla “scarsa comprensione” dei bilanci della società del guru del movimento Gianroberto Casaleggio, che proprio per questo motivo lo aveva querelato trascinandolo in Tribunale.
Nella prima udienza la giudice Squicciarini, ritenendo indispensabili alcuni approfondimenti, aveva convocato per ieri sia Favia che Gianroberto Casaleggio che dopo il suo decesso del leader del movimento, suo figlio Davide Casaleggio ha deciso di costituirsi comunque nel procedimento contro l’ex cinquestelle bolognese. A conclusione dell’udienza è stato deciso che il 20 febbraio prossimo sarà sentito come testimone Beppe Grillo, citato come teste dall’avvocato Maisano.