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22 Novembre 2024 15:33

Le ultime bugie dei “grillini” Di Maio e Di Battista : rimborsi spese ed indennità

Non si placa la rivolta interna nel M5S, anche le spese di Di Battista sono più alte del consentito . Il senatore Morra: “Tutti spendiamo, ma tutti dobbiamo farlo con sobrietà”

Difficile raccontare l’ultima grana di Luigi Di Maio senza ripercorrere le giornate – ancora più dure – del “caso Muraro” al Comune di Roma , quando una serie di mail e sms scambiati con la sindaca di Roma Virginia Raggi hanno dimostrato che il vicepresidente della Camera sapeva eccome dell’inchiesta aperta in procura sull’assessore ai rifiuti della giunta 5 stelle. Difficile non legare i due inciampi, e non solo perché, come in quel caso, anche la vicenda dei 100mila euro spesi in tre anni in “attività sul territorio, con le amare reazioni, fa affiorare le liti interne ai 5 stelle, i malumori per la leadership designata del mediatico Di Maio. Malumori che vengono sempre negati, ma che puntualmente affiorano e, in questi casi, escono dai retroscena. Centomila euro per eventi sul territorio sono una bella “sommetta”, ancor di più se considerato che non comprende aerei e treni sui quali Di Maio come tutti i deputati e senatori viaggia gratis a spese del contribuente.

Alessandro Di Battista e  Luigi Di Maio i due ex disoccupati ed aspiranti “leader” del M5S  secondo le regole fissate da Beppe Grillo in campagna elettorale, spendono molto di più di quanto dichiarano e dovrebbero,  percependo stipendi da circa 10 mila euro al mese tra indennità e rimborsi. Il Movimento 5 Stelle secondo i propositi del comico genovese avrebbe dovuto imporre loro uno stile di vita da cittadini, quasi “francescano”,  e non da esponenti della “Casta”, ma i suoi “cittadini-deputati-portavoce”, e le sue stelle, all’esame dei comportamenti non si attengono a queste prescrizioni. I numeri li contraddicono, anche bisogna riconoscere la trasparenza fornita con le cifre sulle loro retribuzioni pubblicate sul sito tirendiconto.

CdG Di Maio_Dibattista

Nel “Comunicato politico numero quarantacinque sul blog di Grillo , quando  i “grillini”  millantavano i loro radiosi ideali, Beppe Grillo scrisse la regola sui soldi nel Movimento: “Ogni eletto percepirà un massimo di tremila euro di stipendio, il resto dovrà versarlo al Tesoro, e rinunciare a ogni benefit parlamentare, iniziando dal vitalizio“. Da un’analisi sulle spese dei “leader” del Movimento – Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista – è possibile affermare che invece, tra indennità e rimborsi, le due “stelline grilline” in realtà percepiscono una media superiore ai diecimila euro al mese. In alcuni casi, viaggiano sulla media dei 12mila, o 13mila.

CdG Luigi Di MaioI numeri delle spese di Luigi Di Maio che non quadrano

Un interessante articolo del collega Jacopo Iacoboni sul quotidiano La Stampa di ieri ha messo in evidenza la contraddizione tra le dichiarazioni di Luigi Di Maio in merito al dimezzamento delle indennità e al costo effettivo della sua attività politica. Alla fine del 2011 Beppe Grillo aveva indicato e dichiarato sul proprio blog blog quanto avrebbe dovuto guadagnare al massimo un cittadino eletto parlamentare nel M5S.

Ogni eletto percepirà un massimo di 3.000 euro di stipendio, il resto dovrà versarlo al Tesoro, e rinunciare a ogni benefit parlamentare, iniziando dal vitalizio pensionistico

Il sito maquantospendi.it  che rendiconta la restituzione delle indennità e dei rimborsi effettuati dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, documenta quanto i numeri in realtà siano molto distanti da queste indicazioni. Infatti Di Maio, recentemente criticato per i 100 mila euro spesi in tre anni di attività politica, in realtà tra indennità e spese sul territorio percepisce ed incassa entrate mensili molto più alte rispetto ai 3 mila euro .

schermata-2016-10-20-alle-03-31-05Il collega Iacoboni scrive, documentando,  che a maggio, ultimo mese disponibile, il vice presidente “grillino” della Camera dei Deputati ha restituito soltanto 1686 euro di quota fissa di indennità, su 4945 intascandone quindi  3259: cioè i due terzi e ben più della metà. Ma  il capitolo più incongruente con le promesse è quello dei rimborsi: Di Maio spende 6732 euro restituendone soltanto 460. Quindi ha incassato e speso un totale di 9991 euro. Ad aprile ha restituito in tutto appena  1843 euro (tra parte fissa di indennità e rimborsi), percependo quindi e spendendone invece 13196.

 Alessandro Di Battista, emula Luigi di Maio sulle spese

CdG Alessandro Di battistaAlessandro Di Battista si è mostrato defilato nella polemica sulle spese eccessive, non dicendo una sola parola, a differenza di numerosi parlamentari del M5S sempre più ostili nei confronti degli eccessi ed ambizioni manifeste del vicepresidente della Camera. Sarà forse perchè anche per Di Battista i conti non tornano?  Infatti non si può dire che Di Battista o altri possano darge a Di Maio grandi lezioni di “moralismo” economico.

In compenso Di Battista  aggiorna di più il rendiconto delle sue spese: a giugno incassa tra indennità e rimborsi e spende un totale di 9564 (3187 più 6377). Ed a maggio un totale di 10.030 (3202 più 6825). I grafici del sito “grillino”  maquantospendi.it sono impietosi e parlano chiaramente :  la media nel gruppo parlamentare del M5S, per la parte fissa di indennità, è di 2782 euro (attenzione: senza rimborsi, in quanto la maggioranza ne spende tra i 6mila e gli ottomila), ma Di Maio rimase sempre al di sopra media, con i suoi 3200 euro. Nei bonifici di restituzione, peraltro, il rampante aspiurante leader in due anni risulta quasi sempre sotto la media del suo gruppo parlamentare.

CdG bugie 5 stelle

Espulsioni per molto meno

Il giornalista Jacoboni sul quotidiano La Stampa ricorda giustamente che in tanti furono espulsi del Movimento grillino per molto meno  , e scrive: È il costo della politica, bellezza; e questa polemica non avrebbe senso: per tutti tranne che per il Movimento. I parlamentari espulsi dal M5S sono sempre stati espulsi usando l’accusa di soldi spesi e non ben rendicontati. E Di Maio, che giustifica gli «eventi sul territorio» dicendo che «è una dicitura fittizia»? Lo dice Serenella Fuksia, ex M5S: “Diversi parlamentari addirittura non rendicontano da 9 mesi! Ricordo che per 4 mesi di ritardo, tra l’altro annunciati, motivati e documentati, la sottoscritta è stata esposta a pubblica gogna e con quella scusa espulsa”. Massimo Artini fu addirittura espulso pur avendo prodotto tutti i bonifici: il clan voleva espellerlo per altri motivi, e lo cacciò comunque. “

In questa ipocrisia “grillina”, fatta di menzogne fattuali da svelare una ad una, emerge il vero “peccato mortale” di questa storia: non certe in spese del tutto legittime, per un parlamentare. Doveroso quindi andare oltre ed approfittare della polemica in corso a livello nazionale dentro e fuori del M5S per ricordare che il Movimento telecomandato da Beppe Grillo non pubblica un bilancio perché non ha un tesoriere e che i resoconti dei loro deputati e senatori, che con vanto sono pubblicati sulle pagine web tirendiconto, del blog di Grillo sono in realtà molto opachi. Infatti non potrebbe esser altrimenti perché in quei rendiconti Di Maio ed i suoi colleghi fanno rientrare molte spese politiche che gli altri partiti finanziano con i rimborsi elettorali o con i fondi dei gruppi. Non si spiegano altrimenti tutte queste spese per affitti, cene o appunto attività sul territorio. E non venite più a parlarci di trasparenza, onestà e di non usare i soldi pubblici.

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