“Non possiamo esprimere alcuna soddisfazione per le “aperture” che sarebbero state formulate dal Presidente del Consiglio Renzi nel corso dell’incontro odierno con l’ANM, e ci auguriamo invece che non ci sia alcun cedimento da parte del Governo e del Ministro della Giustizia Orlando sulle modifiche del codice di procedura penale richieste dalla magistratura associata. E ciò a maggior ragione con riferimento alla ipotesi di modificazione della norma del DDL che introduce una razionale forma di controllo dei tempi delle indagini preliminari, che costituisce un importante strumento di tutela del principio costituzionale della ragionevole durata del processo penale”
Altri passi indietro sarebbero inaccettabili in un disegno di legge che già contiene aspetti fortemente negativi e di dubbia costituzionalità, recepiti nel corso del lungo iter legislativo, come il processo con partecipazione a distanza e l’allungamento dei termini di prescrizione. Su questi temi critici riteniamo che in Parlamento, il luogo fisiologico del confronto sulla riforma governativa, si aprano i necessari spazi di riflessione e di confronto ai quali non faremo mancare il nostro contributo al fine di eliminare le gravi distorsioni introdotte nel sistema da tali riforme. Sarebbe, tuttavia, davvero irragionevole che, mentre siamo in attesa della ripresa dei lavori parlamentari, si eliminasse dal DDL – come richiesto da ANM con un percorso del tutto “extraparlamentare” – proprio quell’art. 18 che costituisce l’unico minimo strumento con il quale si cerca di incidere sulla fase delle indagini preliminari nella quale si prescrive il 70% dei reati, eliminando con ciò una norma posta non solo a garanzia dell’indagato, ma formulata anche nell’interesse dell’intera collettività.“