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22 Novembre 2024 02:18

“Taci o ti querelo…” : nel 2015 registrate più di 5100 querele infondate a danno di cronisti

"Condannare alla galera un giornalista lede profondamente la libertà di espressione" dice il presidente del Senato Grasso. Noi ne sappiamo qualcosa: qualcuno a Taranto ci ha provato. Inutilmente

CdG Pietro GrassoTra i tanti forniti da Ossigeno citerò due numeri che da soli restituiscono un quadro allarmante. E’  piuttosto grave il fatto che, nel biennio 2014-2015, siano stati inflitti 103 anni di carcere in totale a 155 giornalisti” è quanto ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso nel corso della presentazione del dossier Taci o ti querelo! Gli effetti delle leggi sulla diffamazione a mezzo stampa in Italia’ alla Sala Koch di Palazzo Madama organizzato al Senato della Repubblica in occasione della Giornata internazionale per mettere fine all’impunità per i reati contro i giornalisti indetta dall’ Onu.Si potrebbe obiettare che quasi nessun giornalista finisce poi effettivamente in carcere ma, a mio parere, anche solo subire una condanna di questo genere è profondamente lesivo della libertà di espressione, diritto universalmente riconosciuto”.

“Il dossier “Taci o ti querelo”, ha sottolineato il presidente del Senato, “è una piccola ma importante conquista, soprattutto se guardata in prospettiva: ci consente infatti di analizzare gli effetti della legge sulla diffamazione a mezzo stampa a partire da dati reali raccolti in 139 tribunali italiani”. “Il Ministero della Giustizia ha fornito, per la prima volta, degli elementi oggettivi sui quali soppesare le nostre riflessioni e sui quali calibrare le azioni che andranno intraprese. Sono davvero convinto – ha aggiunto Grassoche con un monitoraggio costante ed attraverso le comparazioni che potremo svolgere in futuro proprio a partire da questi dati – saremo ancora più capaci di rispondere in modo concreto e incisivo alle insidie che minano il rapporto tra informazione e potere”.


schermata-2016-04-20-alle-12-39-25-420x219“Mi colpisce inoltre che ogni anno si registrino numeri davvero spropositati di querele infondate
 “
, ha continuato Grasso, infatti secondo i dati forniti dal Ministero di Giustizia relativi al 2015  “sono state infondate 5125 querele, circa il 90% di tutte quelle a carico dei giornalisti”. “La Giornata internazionale per mettere fine all’impunità per i reati compiuti contro i giornalisti, una ricorrenza internazionale indetta dalle Nazioni Unite, testimonia come la completa libertà di stampa sia una esigenza globale cui prestare la massima attenzione”.

L’impegno di Ossigeno per l’informazione”, ha detto ancora il presidente Grasso , “si fa di anno in anno più forte e autorevole: vi siamo davvero grati per il servizio civile che svolgete per tutti noi. Illuminate quotidianamente le storie degli oltre trentamila giornalisti italiani che hanno subito intimidazioni; dei tremila che sono stati minacciati; dei trenta che vivono sotto scorta solo per aver raccontato verità scomode. Siete un pungolo per l’opinione pubblica, che ha bisogno di conoscere queste storie per poter sostenere uomini e donne che svolgono un altissimo servizio al nostro Paese; lo siete anche per la politica e le Istituzioni che da molti anni discutono sulle soluzioni più appropriate per tutelare la libertà di stampa, il diritto all’informazione e quello alla privacy ma che non riescono a determinare il cambiamento auspicato e necessario”.

Ascoltare queste parole è stato per noi, musica per le nostre orecchie sopratutto alla luce dell’incredibile vicenda giudiziaria “architettata” a Taranto  a tavolino da “qualcuno”, supportato da ambienti poco legalitari della Procura tarantina, ha prima cercato di delegittimare l’ operato del nostro Direttore, colpendolo con misure interdittive e cautelari (compresa una allucinante richiesta di arresto) annullate dal Tribunale di Taranto e dalla Suprema Corte di Cassazione.

 

 

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