Con la condanna a nove mesi di reclusione nei confronti di due manager dell’ Enel Calogero Sanfilippo e Antonino Ascione, e l’intervenuta prescrizione per altri due dirigenti Enel, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo, e con l’assoluzione di altri 11 imputati, 2 dei quali imprenditori locali, si è concluso ieri il processo per la diffusione della polvere di carbone dal carbonile e dal nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano. Assolti “per non aver commesso il fatto” Vincenzo Putignano, Lorenzo Laricchia, Fausto Bassi, Diego Baio, Gianmarco Piacente, Fabio De Filippo, Giuseppe Varallo, Massimo Distante, Giovanni Madia, Aldo Cannone e Luca Screti.
Enel Produzione con un comunicato “prende atto della decisione del Tribunale di Brindisi che non ha valorizzato la puntuale ricostruzione dei fatti operata nel dibattimento, nel corso del quale sono invece emerse contraddizioni ed incertezze sulle prove prodotte dall’accusa.. L’azienda si riserva di valutare le motivazioni della sentenza di primo grado che ha visto la condanna di due dirigenti, anche considerata l’enorme mole di investimenti, oltre 700 milioni di euro, effettuata dalla società negli ultimi anni. Impegno che ha visto un miglioramento continuo delle performance ambientali della centrale Federico II di Brindisi”.
Nel confidare che le difese dei due dirigenti ottengano una diversa valutazione in appello, coerente con le risultanze istruttorie, Enel Produzione evidenzia come il Tribunale abbia in ogni caso respinto le richieste di risarcimento di oltre 1,4 miliardi di euro avanzate dalle principali parti civili.
I due condannati, in solido con Enel Produzione, dovranno risarcire anche alcune delle parti civili e in particolare tutti gli agricoltori proprietari di terreni nella zona che avevano chiesto il ristoro del danno subito per il deposito di polvere di carbone sulle colture. Le indagini sui presunti casi di danneggiamento e sporcamento delle colture erano state condotte dalla Digos di Brindisi. L’accusa nel processo, sostenuta dal pm Giuseppe De Nozza. Rigettate le domande di risarcimento dei danni proposte dalle altre parti civili: il Comune, la Provincia, gli altri enti, e le associazioni ambientaliste.