di Valentina Taranto
Nuovi guai giudiziari per l’ormai ex-calciatore salentino Fabrizio Miccoli. Secondo il pm Bonaccorso della Procura di Palermo, l’ex capitano rosanero avrebbe avviato il meccanismo di una richiesta estorsiva avanzata nei confronti di un imprenditore palermitano la procura siciliana ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di “estorsione aggravata dall’agevolazione di Cosa Nostra e dal metodo mafioso“.
L’indagine era stata avviata nel corso delle ricerche di Antonino Lauricella, che nel 2010 era latitante: la Dia, intercettando le telefonate del filgio Mauro Lauricella, si era imbattuta in Miccoli e aveva notato l’estrema confidenza del calciatore con il figlio del mafioso. Al punto cheil calciatore salentino, passando davanti all’albero Falcone a Palermo , aveva definito il giudice ucciso da Cosa nostra “un fango” e le sue parole erano rimaste impresse nella intercettazione ambientale del colloquio con Lauricella.
Miccoli avrebbe sollecitato Mauro Lauricella (sopra nella foto con Miccoli) uno dei figli di Antonino Lauricella “boss” del quartiere palermitano Kalsa Antonino , ad utilizzare metodi “efficaci” per chiedere del denaro a Graffagnini, indebitato con Giorgio Gasparini un ex fisioterapista del Palermo,
L’ipotesi era già stata vagliata in un processo tenuto contro Lauricella e Gioacchino Alioto, quest’ultimo assolto mentre il giovane figlio del capomafia, Mauro Lauricella è stato condannato a un anno in quanto l’accusa è stata derubricata in violenza privata aggravata. Prendendo atto della decisione del gip Sestito, il pm Bonaccorso non ha potuto fare altro che proporre il processo per Miccoli.