La Procura della repubblica di Lecce ha chiuso le indagini facendo luce sulle ultime elezioni comunali svoltesi a Porto Cesareo (Lecce), tenutesi nel maggio 2011. Il sostituto procuratore Carmen Ruggiero ha fatto notificare l’atto di chiusura dell inchiesta ( ex art. 415 bis) all’ ex vice sindaco del Comune, Antonio Greco, 51 anni, successivamente dimessosi a causo dello scandalo, ed all’ ex assessore comunale Cosimo Presicce, 49 anni . I due ex esponenti politici indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Romano, Antonio Quinto e Riccardo Giannuzzi. Entrambi gli ex amministratori locali del comune salentino dovranno rispondere alla giustizia delle accuse di voto di scambio e sfruttamento della prostituzione, ovvero di aver agevolato la prostituzione di giovani e procaci ragazze rumene, protagoniste di incontri a luci rosse organizzati in una villetta alla periferia del litorale a sud di Porto Cesareo, offerte a giovani elettori in cambio della loro preferenza elettorale: Greco, risultò il più suffragato della lista civica di centrodestra Progetto Futuro a sostegno del candidato sindaco Salvatore Albano, ottenendo dopo qualche settimana l’incarico di vice sindaco.
Inizialmente nel registro degli indagati finirono in sei: il sindaco Salvatore Albano; il suo vice Antonio Greco; l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Baldi detto Gigi; il consigliere di maggioranza Giuseppe Durante; Fernando Antonio Basile, ex primo cittadino di Porto Cesareo, indicato come uno dei politici più attivi; l’ingegnere Cataldo Basile figlio di Antonio, componente del direttivo provinciale Pdl. C’èra anche un altro indagato. Si tratta dell’ex assessore Antonio Presicce che con il vicesindaco Antonio Greco venne accusato di aver allestito una casa di appuntamenti . Il filone d’indagine è scaturito dall’inchiesta-madre conseguente una serie di attentati dinamitardi, due dei quali ai danni del sindaco di Porto cesareo, verificatisi successivamente alle elezioni.
Accertamenti che non si sono rivelati semplici, e che hanno impegnato per mesi i Carabinieri che si sono imbattuti in una cortina di silenzio quasi impenetrabile, che si è incrinata grazie solo a qualche timida ammissione di chi aveva partecipato a quegli incontri , rivelando ad esempio che si veniva avvisati attraverso un semplice ma efficace passaparola. Alcuni di loro, per comprovare le dichiarazioni, avrebbero anche mostrato ai militari i filmini realizzati con il proprio cellulare per quello che è stato definito il ‘bunga bunga salentinò: ragazze giovani, avvenenti, in abiti succinti che con disinvoltura intrattenevano gli ospiti con giochi proibiti. Otto gli indagati iniziali, tra i quali anche il sindaco di Porto Cesareo Salvatore Albano, la cui posizione è stata poi archiviata dal magistrato, insieme alle altre, per la sopravvenuta prescrizione dell’accusa di voto di scambio.