Sarà il giudice delle udienze preliminari del tribunale dr.ssa Paola Rosalia Incalza a partire dall’udienza del prossimo 7 marzo 2017, a valutare le posizioni penali dei quattro dirigenti del Consorzio trasporti, che la Procura della repubblica di Taranto vorrebbe mandare sotto processo per degli stipendi che sarebbero stati “gonfiati” per un periodo di 10 anni a partire dal 2005, in cui avrebbero percepito degli emolumenti indebiti.
L’udienza preliminare vedrà i legali dei dirigenti Michele Ciccimarra, ex direttore di esercizio, Cosimo Rochira, attuale direttore generale (in pensione a fine anno) , Luigi Pacucci, dirigente del settore economico finanziario, e Giuseppe Portulano, dirigente al Movimento del “Ctp”, a difendere i propri assistiti dalle tesi accusatorie rivolte del pm dr. Maurizio Carbone, che sostiene l’accusa secondo la quale i quattro dirigenti avrebbero intascato senza diritto quasi un milione di euro: esattamente 947mila euro con dei presunti aggiustamenti sulle voci strategiche dei propri emolumenti.
Le accuse della procura sono riferite alla gestione precedente all’avvento come amministratore unico del dr. Roberto Falcone, il qual ha portato indubbiamente una ventata di managerialità e trasparenza nella gestione della società, come dimostra l’annullamento del bando di gara per un posto pubblico inutilmente messo a concorso con determina del direttore generale n. 06 del 09.02.2016 per l’area operativa “amministrazione e servizi – appalti e gare“, a cui aveva partecipato guarda caso la signora Padovano Giulia all’anagafe e nella vita moglie dell’attuale presidente del consiglio comunale Piero Bitetti, candidato per il Pd alle prossime elezioni per il nuovo consiglio provinciale, come aveva rivelato solo il CORRIERE DEL GIORNO. (leggi QUI).
Un concorso non solo inutile ma anche illegittimo in quanto nell’azienda non esisteva la necessità di coprire quel ruolo, ed inoltre imbarazzante in quanto Bitetti è anche consigliere provinciale uscente (rincandidatosi) alle imminenti elezioni, e la Provincia di Taranto è azionista controllore del Ctp, ed avrebbe costituito quindi anche un ennesimo eventuale conflitto d’interessi, che la saggezza e legalità dell’ amministratore Falcone ha annullato ed evitato.