Ore 00.58, stazione Centrale: di Milano. Le telecamere delle forze dell’ordine che controllano l’atrio principale della stazione principale di Milano, inquadrano un uomo che cammina verso l’ingresso che porta ai binari. Alto, magro, pantaloni neri, un giubbotto con cappuccio, tutto vestito di nero , senza nessuna valigia né trolley, soltanto uno zaino sulla spalla. Niente di sospetto. Ma quelle stesse immagini, soltanto tre ore dopo, vengono analizzate con un’attenzione completamente diverso, in quanto l’uomo inquadrato nel fotogramma – che oggi la Polizia di Stato ha deciso di diffondere alla stampa – è proprio l’autore della strage di Berlino: Anim Amrsi .
Nel frattempo l’autopsia effettuata sul corpo dell’autista polacco Lukasz Urban, la prima vittima del terrorista, ha rivelato che Amri gli aveva sparato, colpendolo alla testa, e lo aveva pugnalato tra le 16.30 e le 17.30 il giorno dell’attentato. A riferirne è stata il giornale tedesco Bild aggiungendo che sulla base delle analisi condotte il 37enne aveva perso molto sangue a causa di quelle ferite. Questo non esclude che il cittadino polacco fosse ancora vivo al momento in cui Amri ha lanciato il suo Tir carico contro la folla riunita nel mercatino sulla Breitscheidplatz.
Secondo i medici tedeschi Urban poteva essere ancora cosciente ma non avrebbe avuto le forze per poter fermare l’attentatore, scrive la Bild, citando l’esito dell’autopsia e precisando che le tracce trovate sul volante del camion e che hanno lasciato pensare ad un intervento volontario dell’uomo possano invece essere state lasciate al momento del violento impatto del Tir.
Per quanto riguarda gli spostamenti, è stato possibile accertare che Anim Amrsi sarebbe arrivato in Italia a boro di un treno Tgv proveniente da Parigi via Chamber nota località sciistica dell’alta Valle di Susa, Gli investigatori della Digos hanno accertato che il killer di Berlino ha cambiato treno alla stazione di Bardonecchia: ha lasciato il Tgv delle 19 proveniente da Parigi ed ha proseguito il viaggio verso Torino a bordo del treno della linea Sfm3 del Servizio Ferroviario Metropolitano delle ore 20, quello cioè che collega Bardonecchia a Torino Porta Nuova dove il tunisino in fuga è stato inquadrato e ripreso dalle telecamere di controllo, per poi quindi raggiungere Milano e da lì in pullman sino a Sesto San Giovanni.
Le telecamere lo avrebbero filmato a Torino mentre scende dal treno proveniente da Bardonecchia, mentre si muove nell’atrio e poi quando si avvicina ad una delle cassa automatiche di fronte ai binari, non lontano dalla postazione fissa della Polfer, per acquistare il biglietto per Milano-Centrale. Un biglietto per l’ultimo treno regionale veloce della giornata, con arrivo poco prima dell’una a Milano. La sua permanenza a Torino confuso tra la gente in stazione, dove è riuscito a passare inosservato, è quindi durata circa due ore,
Milleduecento chilometri nel cuore dell’Europa, sfidando le forze dell’ordine di tre Stati. Gli investigatori adesso stanno cercando di ascoltare il personale di Trenitalia in servizio giovedì sera per accertare se abbiano notato o ricordino qualcosa di utili alle indagini delicate e capillare, come assicurano negli uffici della Polizia di Stato. Quindi nessun dettaglio va tralasciato. L’obiettivo degli investigatori, infatti, è quello di ricostruire tutti i movimenti in fuga da Berlino del giovane tunisino.
Attualmente non risulterebbe nessun incontro del terrorista durante la sua fuga, ma le indagini però proseguono per non trascurare nessun dettaglio. Infatti sono in corso accertamenti per capire l’origine della sim di un gestore telefonico olandese spenta, contenuta in un telefono ritrovato nel suo zaino. Ma sarà più utile verificare che l’ IMEI di quel telefono sia stato accoppiato in precedenza ad altre sim cards, per rintracciare i tabulati ed i contatti telefonici precedenti all’attentato di Berlino