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22 Novembre 2024 06:25

L’ex sindaco Di Bello ed il suo vice Tucci salvati dalla prescrizione dal reato di associazione a delinquere

I due ex-amministratori pubblici del Comune di Taranto si sono salvati grazie all'avvenuta dichiarazione di intervenuta prescrizione dei reati a loro addebitati. All'interno il il dispositivo della sentenza

L’ex sindaco di Taranto, Rossana Di Bello, e l’ex vice sindaco, Michele Tucci, imputati nel processo per l’affidamento della gestione di parco Cimino e altre strutture del Comune di Taranto, si sono salvati grazie all’avvenuta dichiarazione di intervenuta prescrizione dei reati a loro addebitati , ed in particolare il reato di associazione a delinquere  e quindi si è concluso così per loro il processo a cui  gli ex amministratori comunali tarantini erano stati sottoposti a seguito delle accuse formulate dalla Procura di Taranto rappresentata dal procuratore aggiunto Pietro Argentino, che a fine mese dovrà lasciare il suo incarico di aggiunto per scadenza dei termini.

Secondo le accusa della Procura, il Comune di Taranto a partire dal 1999, avrebbe più volte pagato ai fornitori delle  fatture gonfiate o relative ad operazioni mai avvenute: oltre 5 milioni di euro per il parco comunale Cimino alla ditta Day Service , 800.000 euro per l’area attrezzata per la sosta e il parcheggio Paddy’s bar, e circa 4 milioni di euro  per la fornitura di materiale igienico-sanitario importi entrambi pagati alla società  Ok Executive  , 131.000 euro per la gestione dell’area a verde attrezzato con annesso bar Giardini Virgilio alla società cooperativa Il Panda , .

Per chiarire alcuni dubbi, è bene ricordare che la prescrizione (art. 157 c.p.) è un istituto di diritto penale che si limita a prevedere l’estinzione del reato, ossia la non punibilità astratta di un reato qualunque esso sia e da chiunque sia commesso.  decorso un certo periodo di tempo dalla sua commissione. Va da sé che i tempi di estinzione del reato sono diversi in base alle specifiche fattispecie illecite in discussione. Sul piano processuale, la prescrizione opera esattamente come la morte del reo (art. 150 c.p.), l’amnistia (art. 151 c.p.), la remissione della querela (art. 152 c.p.). Si tratta quindi di situazioni “asettiche” di fronte alle quali lo Stato decide di rinunciare ad agire in sede penale. Viene lasciata ai privati, nell’ambito della giurisdizione squisitamente civile, la possibilità di fare valere le eventuali ragioni risarcitorie. Parlare quindi di assoluzione o di proscioglimento per prescrizione – menzionando addirittura la parola innocenza – è una clamorosa falsità. O forse ancora, un ingenuo tentativo di manipolazione mediatica.

Il processo si è concluso con otto condanne verso ex dirigenti e funzionari comunali ed imprenditori coinvolti nel caso Cimino. Fra i condannati, Adele Aloisio,  Luigi Casimiro Lubelli, Carlo Patella, Santo Barracato, Loredana Ladiana, Olimpia Ladiana, Antonia Ladiana, Filonema Fanelli, che sono stati interdetti per cinque anni dai pubblici uffici. Fra gli imputati che si sono “salvati” grazie all’intervenuta prescrizione, l’ex consigliere comunale Clara Funicello, e Giuseppe Licciardello,  capo di gabinetto dell’attuale sindaco Ippazio Stefàno,  

Il Tribunale penale di Taranto ha disposto  il versamento di una provvisionale di 120mila euro, immediatamente esecutiva in favore dell’ amministrazione comunale di Taranto, che si era costituito quale parte lesa rappresentato dall’avvocato Daniele Convertino. Secondo le accuse della Procura del capoluogo jonico, il Comune di Taranto a partire dal 1999, avrebbe liquidato piu’ volte,  fatture gonfiate o relative ad operazioni inesistenti per la gestione del parco pubblico. Ecco il dispositivo della sentenza

Dispositivo di sentenza TAranto

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