Questa mattina l’imprenditore campano Alfredo Romeo su disposizione del gip di Roma su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Mario Palazzi della Procura di Roma, è stato arrestato dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza a seguito degli sviluppi sull’indagine in corso relative ad un episodio di corruzione nell’ ambito dell’ inchiesta Consip. Il provvedimento in cui i magistrati sostengono che esisteva “un sistema Romeo“ con proiezione sistematica a penetrare e corrompere “il tessuto della pubblica amministrazione“, è stato eseguito dal Comando Carabinieri del NOE tutela ambiente e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli. In queste ore Romeo verrà trasferito da Napoli al carcere romano di Regina Coeli. Le accuse hanno origine dalle dichiarazioni di Mario Gasparri direttore Sourcing Servizi e Utility della Consip , che venne interrogato a dicembre dai pm della Procura di Napoli, Henry John Woodcock e Celeste Carrano. Gli atti sul filone dell’ inchiesta Consip sono stati successivamente trasferiti correttamente per competenza territoriale alla Procura di Roma.
Contemporaneamente, su disposizione dei pm della procura di Roma, è stata disposta anche anche la perquisizione dell’abitazione ed uffici di Italo Bocchino, consulente ed alter ego di Alfredo Romeo .e l’imprenditore toscano Carlo Russo.
L’arresto dell’imprenditore campano è l’ultimo atto del fascicolo d’indagine, aperto dalla Procura di Napoli e trasferito per competenza a quella di Roma, in relazione alla presunta contestata corruzione negli appalti della Consip, la società per azioni del Ministero dell’Economia incaricata dell’acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche di tutt’ Italia. Il lavoro della magistratura e degli investigatori ha prodotto sin ora anche l’iscrizione nel registro degli indagati di Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio durante il governo Renzi e attuale Ministro dello Sport, per rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento, del comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, del comandante della Legione Toscana dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia e del padre di Matteo Renzi, Tiziano, per il reato di “traffico di influenze illecite“.
Gli investigatori, autorizzati a suo tempo dalla procura napoletano avevano utilizzato un virus spia informatico Trojan (ma è più corretto definirlo un “captatore“) installato nei dispositivi elettronici, come smartphone e tablet, che ha consentito loro di captare dialoghi ambientali, le cui conversazioni registrate, durate quasi cinque mesi di intercettazioni ambientali, ma anche usando metodi tradizionali e perfino sui balconi di alcune stanze romane. I Carabinieri del Noe hanno tra l’altro recuperato, nella discarica di Roma, i ‘pizzini’ strappati e poi ricomposti, con appunti che recavano tracce, secondo gli inquirenti, di dazioni di denaro, accordi illeciti e favori di varia natura. Tutte carte e registrazioni che sono state esaminate dai pm napoletani . Nell’inchiesta sui rapporti dei manager del gruppo Romeo con le pubbliche amministrazioni, erano presenti Giovanni Annunziata dirigente del Comune di Napoli , l’imprenditore Alfredo Romeo e l’ex deputato di An-PdL , oggi consulente dell’azienda, Italo Bocchino ( nella foto sopra).
Quanto vale la Consip. Attraverso la Centrale degli acquisti viene smistato un flusso di denaro enorme. Un preconsutivo dell’attività del Programma acquisti del 2016 parla di circa 48 miliardi di “spesa presidiata“. Non significa che acquisti pari a quella cifra siano stati effettivamente eseguiti da Consip: questi sono meno, circa 8 miliardi. Vuol dire piuttosto che su una serie di beni (che valgono 48 miliardi di acquisti della Pa), la Centrale ha attivato delle iniziative di risparmio: ha in poche parole strappato un “giusto prezzo” di un bene o servizio ai fornitori e dato così un’indicazione alle amministrazioni che devono fare shopping. l tassi di crescita delle spese mediate da Consip sono elevati, ha riconosciuto da ultima la Corte dei Conti nella relazione sull’attività della Centrale acquisti di fine luglio, anche perché le politiche di spending review hanno allargato le maglie di obbligatorietà dell’utilizzo dei suoi strumenti a una fetta maggiore del pubblico. Ma la spesa complessiva per acquistare beni e servizi da parte della Pa ammonta a circa 130 miliardi di euro. Depurandola di quella quarantina di miliardi che riguardano le prestazioni sociali in natura (ad esempio le cliniche convenzionate o simili), si ha un monte di circa 90 miliardi potenzialmente aggredibili.
Romeo, considerato il più importante operatore delle aziende di ‘facility management’ che si è sempre occupato di servizi nei palazzi della pubblica amministrazione, puntava ad inserirsi in una gara da 2,7 miliardi di euro, divisa in lotti, ed era effettivamente in pole per un bando da quasi 700 milioni. Come è stato ricostruito agli atti, a tal proposito, contatta il funzionario Gasparri. “Sono arrivato molto in alto”, afferma Romeo nella conversazione intercettata riportata dal quotidiano romano Il Il Messaggero. “In alto quanto? Ma chi è il Papa? Un contatto in Vaticano?”, chiedeva Gasparri . “Meglio“, è la risposta di Romeo. “Ma chi è? Renzi?”, chiede a quel punto l’architetto. Ma Romeo non risponde.
Questo dialogo viene considerato dagli inquirenti, un tassello importante per ricostruire i rapporti che collegano Romeo a Carlo Russo, il giovane imprenditore di Rignano sull’Arno, e quest’ultimo a Tiziano Renzi. Il padre di Matteo è atteso in procura a Roma per essere ascoltato dai magistrati venerdì prossimo. Per questa mattina era prevista l’audizione in procura del governatore della Puglia Michele Emiliano, poi rimandata alla prossima settimana, il quale avrebbe ricevuto degli SMS da Luca Lotti, sui quali la procura romana vuole vederci chiaro.