TARANTO. Le Fiamme Gialle della Sezione Operativa Navale ROAN di Taranto, tornano a colpire i “furbetti” del mare, ma anche del fisco, cioè quelle persone che mettono in piedi finte società di charter (locazione) di imbarcazioni per poi in realtà usufruirne personalmente, eludendo il fisco come già avvenuto la scorsa estate in occasione del sequestro effettuato nei confronti della nota famiglia Basile, concessionari della distribuzione dei prodotti ENI (ex AGIP) , i quali hanno successivamente pagato una sanzione di circa mezzo milione di euro al Fisco per evitare conseguenze penali, oltre a quelle fiscali.
I finanzieri del ROAN di Taranto su delega della Procura della Repubblica tarantina, hanno dato esecuzione ad un nuovo decreto preventivo d’urgenza emesso dal Pubblico Ministero dr. Lanfranco Marazia titolare delle indagini, ponendo sotto sequestro in un porto della Basilicata la barca Silver Island, uno yacht di lusso, di circa 14 metri, del valore commerciale di 300.000 euro,. L’attività scaturisce all’esito di specifici approfondimenti fiscali eseguiti nei confronti di una società tarantina operante nel settore della locazione di unità da diporto. In particolare, nel corso delle citate attività ispettive, avviate a seguito di specifici controlli in mare, i Finanzieri del Reparto Navale Jonico, hanno scoperto un articolato sistema di frode, finalizzato all’evasione fiscale, con il quale il commercialista tarantino Vito Angelo Argento (figlio dell’ex presidente della Camera di Commercio di Taranto Tonino Argento) e sua moglie Carmela (Carmen) D’Antona sorella del noto concessionario d’auto Mino D’ Antona, utilizzavano un’imbarcazione di lusso che avrebbe dovuto essere impiegata per fini commerciali, in realtà per scopi esclusivamente privati
In buona sostanza, ancor una volta si mascherava l’utilizzo personale del natante, stipulando fittizi contratti di locazione (per altro a prezzi inferiori a quelli di mercato), in favore di altre società riconducibili allo stesso nucleo familiare degli armatori, nonché agli armatori stessi. In tal modo, con la deduzione dei costi di gestione dello yacht dal reddito di impresa e la detrazione della corrispondente IVA, la società armatrice, nel complesso ha evaso per gli anni dal 2011 al 2015, un illecito risparmio di imposta superiore ai 300.000 euro.
Le due persone legate da vincoli familiari e a vario titolo legate alle società coinvolte nella frode fiscale, sono state denunciate per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi e di emissione di fatture e altri documenti per operazioni inesistenti. Proprio in tale contesto la Guardia di Finanza è in grado di sviluppare azioni incisive per contrastare l’evasione e le frodi fiscali che ostacolano la normale concorrenza tra le imprese e alterano le regole del mercato, danneggiando i cittadini e gli imprenditori onesti.
Ecco come la stampa locale ha pubblicato la notizia: priva dei nomi. Invece il CORRIERE DEL GIORNO pubblica SEMPRE e COMUNQUE anche i nomi !
AGGIORNAMENTO DEL 29.11.2023
Gli imputati assistiti dagli avvocati Salvatore Maggio e Ciro Buccoliero del foro di Taranto sono stati assolti dal Tribunale jonico, il quale ha ritenuto e s e ntenziato che quanto contestato dalla Guardia di Finanza “non sussiste“. Le motivazioni entro 90 giorni