di Roberto Nistri
Con la “Semiramide in villa” si chiudeva il Paisiello festival, in un clima di renaissance paisielliana promossa dalla benemerita associazione degli Amici della musica “Arcangelo Speranza”. Giorni di meritata gloria per Paisiello, che in un passato per fortuna lontano, non è stato doverosamente onorato dai suoi concittadini, che anzi lo consideravano un menagramo. Nel 1886 Saverio Magno proponeva l’erezione di un monumento, ma “ l’antica e nobile aspirazione” rimaneva lettera morta. L’11 dicembre 1916 il povero Paisiello veniva schiacciato da una lapide recante una delle tremende epigrafi del commendator Criscuolo: “Giovanni Paisiello/maestro di nuove armonie/ imperò sul secolo guerresco/ lo commosse alla potenza d’amore/lo trascinò alla bontà del pianto/glorificando/ armi/duci… ” e pappolate varie che nulla avevano a che spartire con l’artista.
Nel 1940 il podestà Giovinazzi commissionava una scultura all’accademico Pietro Canonica, ma la guerra ibernava la “antica e nobile aspirazione”, che riprendeva quota nel 1954 con voto concorde delle destre e delle sinistre, del sindaco comunista De Falco e del consigliere democristiano Monfredi. Carlo d’Alessio proponeva di onorare Paisiello con una edizione completa delle sue opere, con un catalogo critico, con il potenziamento del liceo musicale, considerando anacronistico il monumento, che comunque veniva messo in cantiere, prima con alcune gaffes degli amministratori nei confronti di Manzù e di Messina, poi con un regolare bando di concorso e una giuria molto qualificata.
Veniva premiata la scultura astratta di Franchina: un “oggetto splendente” secondo Zevi, un “capolavoro” secondo Lionello Venturi. Uno sgorbio! Un cavaturacciolo! secondo gli amministratori zucconi. Il sindaco De Falco avrebbe preferito un “bel Paisiello a cavallo”! Il concorso veniva invalidato con scandalo internazionale. Per la vergogna il poeta Raffaele Carrieri non sarebbe più ritornato a Taranto. La scultura astratta di Franchina, fatta con l’acciaio dell’ Italsider, è stata poi inaugurata sul lungomare di Genova. A Taranto il senatore Pignatelli ripescava il novantenne Canonica che, in statu moriendi, consegnava una stele cimiteriale inaugurata a Piazza Castello. Per questo, onore e gloria a Paisiello e agli Amici della Musica.
* foto di Carmine La Fratta