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22 Novembre 2024 14:52

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in 150 foto

Mostra dell' Agenzia ANSA a Cagliari. Studenti in prima linea per ricordare e testimoniare

CAGLIARI – Un percorso di educazione alla legalità che coinvolge gli studenti affinché siano loro, gli adulti di domani, a portare avanti questi valori di vita civile e di democrazia incarnati da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due giudici siciliani uccisi dalla mafia nel 1992. Arriva a Cagliari, dopo un tour in altre città, la mostra itinerante “L’eredità di Falcone e Borsellino“, curata dall’ ANSA in collaborazione con il Miur e con l’Associazione nazionale magistrati, L’istituto per geometri “Bacaredda” ospita le circa 150 foto racchiuse nei 26 pannelli che raccontano la vista dei due magistrati dall’adolescenza a Palermo alla nascita del Pool antimafia, alle stragi del ’92 e a quanto è avvenuto dopo.

Gli studenti, guidati dagli insegnanti, hanno imparato a conoscere questi due “grandi uomini, servitori dello Stato” e saranno proprio loro, nelle prossime settimane a spiegare ai propri coetanei di altri istituti i fatti di quegli anni, quando ancora non erano nati. Nell’inaugurazione, accanto alla mostra, è stato proiettato un documentario realizzato dal responsabile della redazione siciliana dell’ANSA, Franco Nuccio, il primo con un suo collega a dare la notizia della strage di Capaci al mondo.

Non sono mancati momenti di forte commozione quando è stata letta, davanti alla folla dei ragazzi, la lettera della sorella di Emanuela Loi, la poliziotta sarda di scorta a Borsellino, morta nella strage di via D’Amelia. “Memoria vuol dire impegno“, ha scritto rivolgendosi agli studenti.

“Abbiamo deciso di ospitare la mostra – ha spiegato il dirigente scolastico Pierpaolo Porcuper ricordarli nel modo giusto. Vogliamo accendere quel lumicino di coscienza civile e morale che ci permetta di combattere da dentro il fenomeno mafioso. Il messaggio che come scuola vogliamo lanciare è di carattere educativo“.

Il magistrato Alessandro Castello, giudice a latere nel processo per la strage di Capaci, ha raccontato la sua esperienza di giovane giudice che è stata segnata da queste stragi. “Per una strana coincidenza, in occasione del primo attentato stavo preparando gli orali per entrare in magistratura e pochi giorni dopo averli passati è accaduto il secondo attentato – ha ricordato Castello ma non solo. La mia prima destinazione è stata Caltanissetta e quasi subito, era l’ottobre del 1994, mi sono dovuto occupare del processo sulle stragi. Fatti che ci riguardano ancora, perché la mafia esiste ancora, anche nelle collusioni con il potere politico. Ecco perché è importante che la scuola oggi rappresenti una bomba che deve essere innescata per cambiare le cose positivamente“.

“Tutti noi siamo chiamati ad una vita di legalità e di rispetto – ha osservato Roberta Celot, responsabile della sede ANSA SardegnaAttraverso queste testimonianze potete ricordare l’eredità di Falcone e Borsellino, la loro memoria è quanto possiamo consegnare alle generazioni future“.

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