ROMA – “Il Cdc dell’Anm è stato capace di ignorare del tutto le richieste formulate dalla quasi totalità dei procuratori della Repubblica italiani, che le avevano formulate dinanzi al ministro ed al vicepresidente del Csm nel corso di un incontro in cui il rappresentante del Cdc pro tempore già non aveva palesato posizioni conformi a quelle dei procuratori stessi”. E’ questa la denuncia del procuratore di Torino, Armando Spataro, che ha diffuso una nota in cui contesta il Comitato direttivo centrale dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, “colpevole” di non prendersi a carico il problema.
“Il Cdc dell’ Anm è stato capace di ignorare del tutto le richieste formulate dalla quasi totalità dei procuratori della Repubblica italiani, che le avevano formulate dinanzi al ministro ed al vicepresidente del Csm nel corso di un incontro in cui il rappresentante del Cdc pro tempore già non aveva palesato posizioni conformi a quelle dei procuratori stessi”.
“Il Cdc dell’Anm – prosegue il capo della procura di Torino – è stato capace di ignorare anche le aperture che il ministro della Giustizia ed il vicepresidente del Csm (oltre che la commissione competente dello stesso Csm) avevano manifestato e poi ribadito. Il Cdc dell’Anm è stato capace di trascurare anche alcuni dei principi giuridici su cui la magistratura onoraria fonda la rivendicazione dei propri diritti, ed in proposito sará interessante fare il punto non appena sarà diffuso un documento unitario in preparazione da parte delle sigle rappresentative di onorari giudicanti e requirenti”.
“Il Cdc ha ritenuto di richiedere un parere ad un magistrato assistente di studio presso la Corte costituzionale – conclude Spataro – ma non di convocare i dirigenti di uffici giudicanti e requirenti, che avrebbero potuto illustrare la situazione in cui la giustizia italiana si trova, arricchendo e specificando le ragioni che i procuratori hanno già esposto al ministro ed al vicepresidente e che dal Cdc non sono state minimamente prese in considerazione”.
Anche le associazioni della magistratura onoraria, Angdp, Cgdp, Federmot, Unimo, Unagipa, all’esito della pubblicazione del parere dell’ANM hanno espresso grande delusione nei confronti di una figura, la magistratura professionale, la quale quotidianamente si è “servita” dei magistrati onorari per decenni, e da cui ci si sarebbe attesi un maggiore riconoscimento.
Le associazioni contestano – con una loro nota – il comportamento del Comitato Direttivo Centrale dell’ANM che “non ha speso una parola sulla grave situazione dei magistrati onorari in servizio oberati da sempre maggiori attribuzioni, privi di riscontro dal punto di vista economico, e con l’aspettativa di una stabilizzazione nelle funzioni stante l’incardinamento di fatto negli uffici giudiziari. Molti di questi sono ad una età in cui non possono più essere inseriti nel mercato del lavoro mentre per quei pochi magistrati onorari che ancora esercitano la professione, il volume di affari si è comunque considerevolmente ridotto in ragione della produttività imposta dai capi degli uffici“.
“Il CDC dell’Associazione nazionale magistrati si è limitato ad affermare” – continua la nota – che la grave situazione attuale della magistratura onoraria non è un suo problema, ma della politica (“se la veda la politica” qualcuno ha affermato nel corso del dibattito), non considerando che il diniego alla categoria di quei diritti e tutele, quali lavoratori, pone la magistratura professionale e associata fuori dalla storia e dai principi costituzionali ed europei” .
Il CDC non ha preso in alcuna considerazione l’appello della Presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, l’eurodeputata Cecilia Wilkstrom che, a fronte di una “straordinaria convergenza di opinioni e proposte (di deputati europei sia italiani che stranieri) affinché il Governo italiano ponga fine, senza remore, alla palese disparità di trattamento sul piano giuridico economico e sociale fra Magistrati togati ed onorari”, invitava il Ministro della Giustizia ad una soluzione di “ragionevole compromesso che garantisca i loro diritti”. Così facendo “Il CDC ha mostrato così di non avere alcun interesse ai richiami delle Istituzioni Europee e soprattutto al rischio che 5.000 famiglie di magistrati onorari, che per anni hanno servito lo Stato al loro fianco, rischiano di essere abbandonate al loro destino, salvo preoccuparsi unicamente di affermare il primato del concorso perché, come è stato detto nel corso del dibattito, “la legittimazione tecnica è la fonte della nostra legittimazione, del potere che abbiamo”, trascurando che la funzione giudiziaria è prima di tutto al servizio dello Stato“.
Le associazioni Angdp, Cgdp, Federmot, Unimo, Unagipa ringraziano gli interventi di questi ultimi giorni del Procuratore Spataro a tutela della magistratura onoraria e del funzionamento della giustizia e della solidarietà dimostrata, in questi mesi, dai Procuratori, dai Presidenti del Tribunali e dalle Corti d’Appello in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario.
A fronte di tutto questo è legittimo chiedersi se questa ANM sia veramente rappresentativa della magistratura italiana. “Di certo non lo è per la magistratura onoraria – conclude la nota congiunta delle associazioni – Difficilmente i magistrati onorari italiani potranno reagire con indifferenza ad un parere che non solo lede i diritti dei magistrati onorari, ma nemmeno considera le gravi disfunzioni per il servizio giustizia che quanto proposto potrebbe provocare e, molto probabilmente, revocheranno la loro iscrizione alla ANM, priva di effetti di tutela”