ROMA – “Chi c’è stato oggi ha il dovere morale di continuare a testimoniare e tramandare la memoria per non disperdere un patrimonio di conoscenze e per dare un contributo utile alla società, con un’azione individuale e collettiva”. Lo ha detto Piero Grasso presidente del Senato, intervenendo al liceo linguistico “Ninni Cassarà” a Palermo in occasione della presentazione della mostra fotografica dell’ANSA per il Miur “Falcone e Borsellino, vent’anni dopo” dove ha fatto tappa, in seguito a un tour itinerante nelle scuole di altre regioni.
“Da quando sono presidente del Senato è la prima volta che visito una scuola – ha aggiunto Grasso – È un’emozione essere qui, in una scuola intitolata a Ninni Cassará che è stato un esempio di dedizione al lavoro“. Di fronte a una platea affollata di studenti e docenti, Grasso ha ricostruito i suoi primi passi in magistratura, l’uccisione del procuratore Scaglione nel 1971, la violenza gratuita e tracotante della mafia, la fermezza e l’ostinazione di Falcone e Borsellino nel voler celebrare a Palermo il maxiprocesso, con la costruzione dell’aula bunker, e nel quale Grasso fu giudice a latere. Ma anche i sacrifici personali: “Il maxiprocesso ha cambiato la mia vita, che da allora è stata blindata – ha detto – c’era una sorte di rancore da parte di mio figlio, allora 14enne per l’improvvisa mancanza di tempo libero da trascorrere insieme. Un momento superato con l’uccisione del giudice Falcone che durante le vacanze mio figlio aveva iniziato a frequentare. Da quel momento ha capito che per il nostro lavoro si può morire, mi fa piacere che adesso, da solo, abbia deciso di entrare in polizia, ed è alla sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Roma“.
La mostra, realizzata nel 2012, quando è stata inaugurata dall’allora Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è composta da 15 pannelli che ricostruiscono la vita e la carriera dei due magistrati uccisi nelle stragi di Capaci e via D’Amelio, ma anche la nascita del pool antimafia e il maxiprocesso, le stragi e poi la ribellione della società civile siciliana.
L’esposizione è corredata da un documentario realizzato dal responsabile della redazione siciliana dell’Ansa, Franco Nuccio, in collaborazione con il fotoreporter Giuseppe Di Lorenzo. Un estratto del video è stato proiettato al liceo Cassarà con le testimonianze di chi, come il magistrato Guarnotta, e le sorelle Maria Falcone e Rita Borsellino, li ha conosciuti. “La coscienza civile della città da allora è cambiata, anche grazie a quello che siamo riusciti a realizzare nelle scuole“, ha detto Daniela Crimi dirigente scolastica dell’istituto linguistico.