ROMA – Il Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, e l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno incontrato presso i laboratori di ricerca Eni di Bolgiano una rappresentanza di studenti e Professori delle scuole superiori, delle Università e Master in Italia, che con Eni sono coinvolti in progetti di formazione quali l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato di primo livello, corsi di laurea magistrale e master nell’ambito del settore energia. All’evento hanno partecipato anche gli studenti della Scuola Mattei, che da 60 anni offre formazione post universitaria in ambito energetico, a studenti italiani e stranieri, portando avanti lo storico impegno di Eni nella formazione e crescita dei giovani.
È la prima volta che un presidente del Consiglio entra nel quartier generale di Eni, una tappa importante della partnership tra il Governo e l’azienda italiana dell’energia, leader nel mondo. È stata l’occasione, per Gentiloni, di fare il punto sulla situazione energetica del Paese. “La crescita delle energie rinnovabili ha un peso importante: due anni fa abbiamo raggiunto i livelli previsti dall’Europa per il 2020, oggi l’Italia è più avanti di Francia e Germania“, ha spiegato il premier Gentiloni. Che ha aggiunto: “La riduzione di C02 è significativa e abbiamo ampiamente superato la media europea. Nel 2016, il tasso di riduzione delle emissioni inquinanti è stato di 2.49, contro una media europea di 0.4. Abbiamo bisogno di guardare il mondo con una prospettiva diversa. Zero carbone e zero povertà: è un’utopia che rappresenta un orizzonte e un progetto ai quali dobbiamo puntare per rinnovare il futuro“.
Paolo Gentiloni che in precedenza ha ricoperto l’incarico “delicato” di ministro per gli Affari Esteri per il governo Renzi – ha concluso il suo intervento delineando la sua visione di geopolitica: dalle potenzialità del mercato africano nel campo energetico al futuro economico del bacino del Mediterraneo.
L’evento ha rappresentato l’occasione per discutere con gli studenti delle prospettive dello scenario energetico nazionale, internazionale e le strategie di Eni per creare valore nel lungo termine. Tema chiave è stato il ruolo della trasformazione, della capacità di vedere e cogliere opportunità nel futuro, che per Eni significa far leva sulle proprie competenze, tecnologie e persone. Claudio Descalzi ha illustrato le strategie di Eni in Italia, dove l’azienda concentra non solo le sue eccellenze tecniche nell’upstream, ma anche il cuore delle attività midstream e downstream, contando su circa 70 mila persone tra personale diretto e indotto.
Negli ultimi tre anni l’azienda ha speso in Italia 15 miliardi di euro e per il prossimo quadriennio prevede di rilanciare con 21 miliardi di euro, per portare avanti un percorso di profonda trasformazione che tocca tutti i settori di business, dall’upstream fino alla raffinazione e alla chimica, dalla generazione di energia elettrica alle bonifiche. L’obiettivo è quello di dare nuova vita ad asset esistenti in ottica low carbon e di una maggiore efficienza energetica, senza ridurre gli organici, ma investendo nelle tecnologie e nelle competenze e perseguendo così una strategia in controtendenza rispetto al resto del settore, che ha tagliato progetti e disperso capitale umano.
I pilastri di questa strategia in Italia sono 4: l’attività di esplorazione e produzione di idrocarburi; la trasformazione dei settori della raffinazione e della chimica; la transizione energetica basata su gas e sviluppo di fonti rinnovabili; le persone, l’innovazione e le competenze. L’AD di Eni ha spiegato in primo luogo come l’esplorazione e la produzione di idrocarburi continueranno a rappresentare per la società il motore della crescita e il ponte verso il futuro energetico sul quale basa la propria strategia: Eni in Italia manterrà i propri livelli di produzione continuando a puntare significativamente sul gas, la più pulita delle fonti fossili e partner ideale delle rinnovabili nella transizione verso un mix energetico a basso contenuto di CO2. Parallelamente, ha aggiunto Descalzi, Eni sta studiando di trasformare le piattaforme in via di dismissione per produrre nuove forme di energia rinnovabili, dal mare, dal vento e creare nuovi laboratori di ricerca.
Eni, ha proseguito Descalzi , è stata poi la prima società al mondo a convertire una raffineria tradizionale in bioraffineria, a Venezia, ed oggi prevede di produrre un milione di tonnellate di greendiesel entro il 2020 grazie anche allo start up della raffineria di Gela, coprendo così l’intero fabbisogno italiano di biocarburanti, con un investimento di oltre 420 milioni di euro. Eni produrrà poi energia e carburanti anche da rifiuti, grassi animali e oli di frittura, ricorrendo a tecnologie innovative. Nell’ambito delle energie rinnovabili, ha poi spiegato Descalzi, nel 2016 Eni ha identificato e lanciato progetti di generazione di energia da risorse rinnovabili nei propri impianti in Italia con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica dell’azienda, traguardando 220MW di energia entro il 2020.
Concludendo Descalzi ha voluto sottolineare come il vero patrimonio dell’azienda siano le persone, le competenze e la capacità di innovare. Dal 2009 al 2016 Eni ha investito circa 1,5 miliardi di euro in ricerca, che hanno permesso di sviluppare più di 300 tecnologie proprietarie e oltre 6 mila brevetti; nel prossimo quadriennio la società investirà oltre 500 milioni di euro, collaborando anche con importanti università italiane, oltre che internazionali come il MIT. La trasformazione di Eni ha già portato risultati importanti in termini di efficienza energetica, di sviluppo di risorse e di capitale umano, dando continuità ad un immenso patrimonio che è stato la sua forza in passato e che consentirà così di essere competitivi per creare valore nel futuro.