ROMA – E’ morto Oliviero Beha. Giornalista, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico, aveva 68 anni. Lascia la moglie Rosalia e tre figli Germana, Manfredi e Saveria nata con la sindrome di Down, che era stata protagonista con lui, due mesi fa di una puntata di Nemo, su Rai2, per sfatare luoghi comuni e pregiudizi, . Beha era nato a Firenze il 14 gennaio 1949. Autore di un seguito blog, che ha aggiornato fino a ieri con un post dedicato ai tg, (“le parole sono importanti”) e al modo in cui è stata raccontata l’esplosione di un rudimentale ordigno a Roma.
Amato e odiato, molte volte premiato per i suoi libri, le trasmissioni in radio e in tv, i saggi critici. Ma anche censurato e osteggiato, spesso in polemica, era un po’ così. A volte un “Brontolo”, utilizzando il titolo di una sua fortunata trasmissione su Rai 3, chiusa tra le polemiche nel 2013. Giornalista, ma è stato un lettore attento e caparbio della società e spesso una voce “contro”. Un uomo libero. Ad ucciderlo, racconta la figlia Germana, “è stato un male molto veloce“. Ma se n’è andato nel suo letto, aggiunge, “circondato dalla sua grande famiglia allargata. Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”.
“E ahimè oggi, mi presento… sono una delle figlie. Nelle ultime settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava. Si perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io scrivevo perché animare, vibrare e far venire vere le parole, Lui, l’aveva come dono”: con queste parole lo ricorda la figlia, in un lungo posto pubblicato sul sito Olivierobeha.it. “Scrivo queste righe – continua – perché con grande orgoglio, sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero. La “libertà è un lusso di pochi” mi ripeteva…”
Ha iniziato sua la carriera giornalistica, occupandosi di sport, a Paese Sera, per poi passare a Repubblica che lasciò alla metà degli anni Ottanta. Nel 1987 approda in televisione, conducendo con Andrea Barbato la trasmissione culturale ‘Va’ pensiero“. Uno dei suoi maggiori successi è stato il programma radiofonico, su Radiouno, ‘Radio Zorro‘, di cui firmerà anche una versione televisiva, ‘Video Zorro‘ su RaiTre. Tra il ’96 e il ’97 Beha è ancora in Rai con ‘Attenti a quei tre’, programma del palinsesto notturno. In seguito, torna a dedicarsi alla radio, prima con ‘Radioacolori‘, poi ‘Beha a colori’.
Beha è stato anche autore di testi teatrali, saggista e poeta. Tra i suoi libri ‘Sono stato io’ (Tropea Editore, 2004), ‘Crescete e Prostituitevi’ (Bur, 2005), ‘Indagine sul calcio’ (Bur, 2006, con Andrea Di Caro), ‘Italiopoli’ (Chiarelettere, 2007, prefazione di Beppe Grillo), ‘Dopo di lui il Diluvio’ (Chiarelettere, 2010), ‘Il calcio alla sbarra’ (Bur, 2011, insieme ad Andrea di Caro), ‘Il culo e lo stivale’ (Chiarelettere, 2012), ‘Un cuore in fuga’ (Piemme, 2014). In molti ricordano una delle sue inchieste più famose, condotta nel 1984 insieme a Roberto Chiodi, in cui si sosteneva che la partita tra Italia e Camerun del Campionato mondiale di calcio 1982 fosse stata combinata. Ipotesi, questa, per anni molto contestata.
Tra il 2005 e il 2008 ha collaborato con l’Unità, e dal 2009 era editorialista per il ‘Fatto quotidiano‘, sul cui sito è apparso l’annuncio della scomparsa da parte della figlia Germana. I funerali a Roma, lunedì alle 11, nella chiesa degli Angeli Custodi in piazza Sempione.
Ciao Oliviero, uomo libero, collega capace ed umile, ci mancherai.
Alla famiglia di Oliviero Beha le condoglianze della direzione , redazione e collaboratori del CORRIERE DEL GIORNO