ROMA – Sindaco cercasi disperatamente. Sono oltre mille le amministrazioni che andranno al voto l’11 giugno, mentre in sette Comuni alle urne non si andrà per un motivo molto semplice: nessuno si è candidato. E così, in quegli enti, sono arrivati i commissari. E’ accaduto soprattutto al Sud, ma anche al Nord si è verificato qualche caso.
In particolare, le elezioni non si terranno per mancata presentazione delle liste a Elva (Cuneo), Cencenighe Agordino (Belluno), Penna San Giovanni (Macerata), Faeto (Foggia), Austis (Nuoro), Soddì (Oristano) e San Luca (Reggio Calabria). San Luca, piccolo centro della Locride che diede i natali allo scrittore Corrado Alvaro, è salito più spesso tristemente alla ribalta delle cronache perché teatro dal 1991 di uno scontro violentissimo tra due clan della ‘ndrangheta calabrese, i Pelle-Vottari-Romeo e gli Strangio-Nirta.
Sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2013, da allora è amministrato dal commissario e pure questa tornata elettorale è saltata per assenza di candidati. Anche ad Austis (Nuoro) non si va alla urne da parecchio tempo: l’ultima amministrazione eletta, guidata dall’ex prima cittadina Lucia Chessa, è stata votata nel 2010. Poi, dal 2015, più nulla. “Io sentivo di aver assolto il mio compito, quello del risanamento del bilancio, e ho fatto capire, durante il resoconto della mia attività, di non essere interessato a proseguire in questa avventura – spiega l’ormai ex sindaco di Penna San Giovanni Giuseppe Mancinelli – Non immaginavo che nessuna lista sarebbe stata presentata, solo nell’imminenza dello scadere dei termini per le candidature mi sono reso conto che non c’era nessuno” e racconta”Mi sono sentito davvero responsabile e, in qualche modo, colpevole della situazione così mi sono mosso per approntare una lista adeguata e un paio di giorni prima della scadenza dei termini ci ero riuscito“.
Poi però Mancinelli ha dovuto rinunciare a correre di nuovo a causa di gravi problemi familiari. “Mio figlio ha avuto un gravissimo incidente“, spiega. “Questa è una lezione per i cittadini – osserva Mancinelli facendo riferimento a dissapori che hanno portato alla mancanza di candidature – Oggi hanno capito l’importanza dello stare uniti“.
Amareggiato è l’ex sindaco di Faeto (Foggia) Antonio Melillo: “Io non mi sono ricandidato perché stanco, sono arrivato alla fine del mandato esausto e privo di entusiasmo“. Il perché nessuno si sia fatto avanti, secondo Melillo, è legato a un insieme di sentimenti: “Gelosia, invidia, arroganza e presunzione. I candidati c’erano ma mettere insieme le persone non è facile”. C’è stato un “disinteresse totale – commenta l’ex primo cittadino – nessuno vuole rimboccarsi le maniche per lavorare: è troppo facile discutere e non scendere in campo, ci sono molti moralisti ma non ci sono attivisti seri“. “Certo, è un lavoro impegnativo e non è remunerativo – sottolinea – Ma non penso sia questo il motivo” delle mancate liste.
“Mi dispiace – conclude Melillo – non ci ho dormito per due notti“.