ROMA – Il contestato provvedimento della Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione che smentisce il Tribunale di Sorveglianza di Bologna sulla applicabilità a Totò Riina di quanto previsto dall’Ordinamento Penitenziario relativamente ai detenuti, malati terminali. “Penso che mio padre una morte dignitosa non l’ha avuta, l’hanno ammazzato lasciando lui, la moglie e Domenico Russo in macchina senza neanche un lenzuolo per coprirli. Quindi di dignitoso, purtroppo, nella morte di mio padre non c’è stato niente”.
Questa la dichiarazione rilasciata da Rita dalla Chiesa al Tg4 dopo la notizia che la Cassazione ha aperto al differimento della pena per Totò Riina perché gravemente malato.
“Sto insegnando a mio nipote ad avere fiducia nella giustizia e nella legalità – continua la figlia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso da Cosa Nostra – lo porto sempre in mezzo ai Carabinieri. Portandolo in mezzo ai Carabinieri faccio quello che avrebbe fatto mio padre. Per quanto riguarda invece la fiducia nella giustizia, forse sto sbagliando tutto, sto sbagliando tutto“.
“Purtroppo l’esperienza del passato ha lasciato il segno – conclude dalla Chiesa- ne abbiamo avute troppe di perizie di comodo per non sapere come si riesca a restare anni e anni agli arresti domiciliari. Anche la Cassazione, però, poteva inserire una parentesi possibilista sul genere di ‘se davvero queste sono le condizioni del detenuto’. Come se non fossimo stati presi in giro più volte“.