ROMA – Sarà la 3a sezione penale della Suprema Corte di cassazione , in sessione feriale, a decidere il prossimo 8 agosto la sorte dell’ex pm di Taranto Matteo Di Giorgio , valutando la decisione della Corte d’appello di Potenza (presidente Pasquale Materi, a latere Alberto Iannuzzi e Rosa D’Amelio che lo scorso 30 settembre 2016 lo ha condannato a 12 anni e mezzo di reclusione per concussione e corruzione in atti giudiziari, riducendo parzialmente la precedente sentenza di 1° grado del Tribunale alla pena di 15 anni, pronunciata il 30 aprile 2014 grazie all’intervenuta prescrizione di alcuni dei alcuni capi d’imputazione e concedendo delle attenuanti per una contestazione.
L’ex pm Di Giorgio venne arrestato e posto ai domiciliari nel 2010: tra le contestazioni a suo carico anche presunte minacce in ambito politico, è stato sospeso cautelativamente dal Csm,
L’ex magistrato di Castellaneta avrebbe infatti minacciato un imprenditore e altre persone, anche per proteggere Agostino Pepe. La pena a due anni è stata ridotta a Giovanni Coccioli condannato in primo grado (3 anni e 6 mesi ), al comandante dei vigili urbani a Castellaneta Francesco Perroneb (stessa pena in primo grado). Prosciolto per prescrizione un imputato condannato in primo grado ad otto mesi per diffamazione.
Nel processo che ormai si appresta alla conclusione nei tre gradi di giudizio si erano costituiti parte civile un altro ex sindaco di Castellaneta, ed ex parlamentare dei Ds, Rocco Loreto, che presentò un dossier a Potenza contro il magistrato, e un imprenditore.