ROMA – Negli ultimi anni oltre 110 milioni di franchi svizzeri sono stati truffati da veri o finti fiduciari del Canton Ticino ai danni anche di cittadini italiani. In centinaia hanno affidato i propri patrimoni nelle mani sbagliate. Nessuno lo sa meglio della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, che pure avrebbe dovuto avere tutti gli strumenti e le conoscenze per far fruttare al meglio 25 milioni di euro affidati in più tranche a Danilo Larini. Il professionista ticinese arrestato nel 2015 si presentava come fiduciario ma in realtà era un abusivo.
La Fondazione Cariciv ha recuperato finora 6 milioni di euro e ha intenzione di aprire un nuovo fronte con il Liechtenstein appena si chiuderà la partita svizzera. Gli inviati del Sole 24 Ore, Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi, sono andati in Svizzera per capire perché tanti italiani cadono nella rete dei truffatori e perché da paradiso fiscale la Svizzera può trasformarsi in un inferno.
Per molti è stato facile cadere nella trappola perché non rispettavano le regole minime di attenzione e di prudenza: firmavano procure in bianco, utilizzavano cassette di sicurezza private e dunque esenti dal controllo bancario, conferivano al fiduciario il potere di prelevare denaro anziché di gestirlo solamente, si fidavano delle promesse e non richiedevano mai documenti.
Si tratta della quarta inchiesta del nuovo format carta-web del Sole-24 Ore “Fiume di denaro” come rende noto l’ufficio stampa del quotidiano economico-finanziario . La prima – uscita in cinque puntate dal 4 all’8 febbraio – è stata dedicata alle nuove frontiere del riciclaggio e del terrorismo, dai money transfer ai bitcoin, passando per app, chat, carte di credito e paradisi fiscali, mentre la seconda ha raccontato in quattro puntate, a partire da lunedì 3 marzo, la realtà di Londra, lavatrice mondiale del denaro sporco. La terza, in tre puntate dal 3 al 5 luglio, ha riguardato i traffici illeciti di oro tra Italia e Svizzera.