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22 Novembre 2024 02:09

Attenti a quei due…e qualcun’altro !

Dopo essere stato eletto dai voti dei tarantini, Melucci si è affidato ai "baresi" indicati da Michele Emiliano, con qualche svista e debolezza personale...E come sempre il Corriere del Giorno vigila e documenta....

di Antonello de Gennaro

S’avanza una strana “coppia” sul palcoscenico della politica tarantina. E mentre il «levantino» Michele Emiliano si trova in forti difficoltà,  attaccato in Consiglio Regionale e sulla stampa pugliese per le sue nomine “clientelari” , l’ex capogruppo in Consiglio regionale del Pd Michele Mazzarano, detto il “massafrese”,  dopo aver cambiato più volte corrente di riferimento  è  diventato esponente della corrente Fronte Democratico fondata dal governatore della Regione Puglia, il quale tenta inutilmente da mesi ormai l’assalto alla guida del Pd, ha ottenuto la promozione ad assessore regionale . Un bel risultato per un politico di provincia senza voti come Mazzarano, il quale dopo essere stato eletto in Regione esclusivamente grazie ai voti ricevuti  a Taranto dall’ On. Michele Pelillo, alle ultime amministrative nella sua cittadina (Massafra)  con il suo gruppo di seguaci politici massafresi ha conseguito il peggior risultato del Pd in tutt’ Italia: appena il 7 % !
Mazzarano sino a qualche mese fa, dichiarava di fare riferimento a livello nazionale a Roberto Speranza, ed al gruppo Pelillo (all’ epoca dei fatti “renziano”) a Taranto. Sosteneva la campagna referendaria del “Si” di Matteo Renzi, salvo all’ultimo minuto (post-referendum) non seguire Speranza nella scissione interna nel Pd, preferendo diventare esponente di “Fronte Democratico” la corrente anti-renziana fondata da Michele Emiliano. Il “massafrese” è stato immediatamente “premiato” con l’assessorato regionale allo sviluppo economico.
Un “assessorato-premio” a Mazzarano per aver incassato soldi da Gianpaolo Tarantini (il “Gianpi” di Berlusconi) per finanziare le sue attività politiche a Massafra (Festival dell’ Unità) , per cui è finito sotto processo, da cui si è salvato grazie all’intervenuta prescrizione. Tutto ciò deve essere stato un merito per il politico-magistrato Michele Emiliano….E pensare che Emiliano davanti al Consiglio Superiore della Magistratura , dove è attualmente sotto processo disciplinare, ha avuto persino la sfacciataggine di dire che “nessuno dei miei assessori è stato mai coinvolto in procedimenti giudiziari” !

 

Michele Emiliano è alla ricerca disperata di uno “zoccolo duro” elettorale che non ha. Dopo aver perso il controllo politico sul Comune di Bari, passato nelle  mani del sindaco Antonio Decaro, un “renziano” di ferro, ed aver tentato inutilmente di prendere il controllo su Brindisi, dove il suo candidato è stato sconfitto alle ultime amministrative del 2016, e dopo essere stato estromesso dalla vittoria del Pd “renziano” a Lecce, si è aggrappato alla città di Taranto, trovando terreno fertile nel Pd jonico grazie ad una guerra senza colpi e capovolgimenti di fronte improvvisi, riuscendo a diventare il “volano” dell’elezione dell’ultimo suo “adepto” Rinaldo Melucci a sindaco di Taranto.

 

Ma chi è veramente Rinaldo Melucci ?  Me lo sono chiesto più volte nel corso delle nostre frequentazioni professionali, quando era presidente dello Ionian Shipping Consortium, un consorzio di operatori portuali che opera nel porto di Taranto, di cui è socio ed attualmente nominato presidente Walter Musillo, sino ad un anno fa segretario provinciale del Pd di Taranto e da sempre accanto al deputato Pelillo. Un legame quest’ultimo che sembrava indissolubile, e che invece sfilacciandosi nel tempo, si è rotto definitivamente un anno fa quando il Pd regionale  pugliese ha deciso di commissariare il Pd di Taranto, rimuovendo di fatto l’incolpevole Musillo.

 

Chi conosce i retroscena della politica di Taranto, sa molto bene che senza l’esperienza, il sostegno e la capacità di mediazione di  Musillo alle spalle , Rinaldo Melucci non sarebbe mai diventato sindaco di Taranto. Anche perchè il Pd di candidati ne aveva più di uno: Gianni Azzaro , Lucio Lonoce, ma le guerre interne si sono placate con l’idea di Walter Musillo di candidare un “esterno”, cioè Melucci. Ma come spesso accade in politica,il “banco” è saltato. Molta la gente durante la campagna elettorale si chiedeva: ma chi è questo Melucci, da dove è uscito fuori ?

 

Una fonte più che autorevole ci ha rivelato nei giorni scorsi gli accordi raggiunti con stretta di mano personale del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci: con Brandimarte a cui aveva promesso ed assicurato un posto da assessore per Scasciamacchia, un posto da assessore a Floriana de Gennaro (una mia lontana parente n.d.a.), un posto come assessore ad una stretta “collaboratrice” di Franco Sebastio in passato “vicina” ai verdi di Bonelli e successivamente “adepta” di C0munione & Liberazione rappresentata a Taranto dal vescovo Filippo Santoro. Melucci diceva al vicesindaco Lucio Lonoce ed all’assessore uscente Vincenzo Di Gregoriosarete le mie colonne” promettendo loro la riconferma in giunta. Ebbene nulla di quanto Melucci aveva promesso per essere appoggiato nella sua candidatura a Sindaco di Taranto, è stato mantenuto.

 

Ma rispondere al quesito: chi è Rinaldo Melucci, nel nostro consueto stile giornalistico documentale, siamo  andati a fare qualche ricerca nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e ne abbiamo scoperto delle belle … Rinaldo Melucci controllava e guidava la Melucci Shipping srl, società che nell’ anno di esercizio, cioè il 2015, ha chiuso con un utile di appena 3.569 euro, nel successivo ed ultimo bilancio disponibile, cioè quello al 31.12.2016,  ha chiuso con una perdita di 37.952 euro, con un indebitamento di 27.248 euro (2015), che nel 2016 si è triplicato arrivando ai 70.881 euro .

Un dato questo significativo, in quanto il fatturato di 99.630 conseguito nel 2015 dalla Melucci Shipping srl, si è triplicato l’anno successivo arrivando a 238.777 euro nel 2016 . Ma il dato più significativo della gestione di Rinaldo Melucci della sua società è l’indebitamento arrivato ad Euro  70.881 (di cui un terzo verso il fisco) che non potrà essere coperto  neanche dai 37.383 euro di crediti verso clienti risultanti in bilancio, una volta incassati.
Dalla lettura del bilancio si evince che “su proposta dello stesso amministratore unico, stante al sua situazione finanziaria esposta, delibera di ridurre le sue competenze del 50%; per cui queste da euro 48.000 lorde annue passeranno per tutto il 2017 ad euro 24.000 lorde annue“. Quindi andando a fare il Sindaco, Melucci ha raggiunto qualcosa di utile per il proprio portafoglio: ha fatto risparmiare circa 15.000 euro alla propria società, essendosi dimesso da amministratore, cedendo le proprie quote a suo padre (lasciando in piedi quindi un palese conflitto di interessi) , preferendo i circa 4.000 euro al mese spettantegli come Sindaco di Taranto.
Ma quello che più colpisce è il forte legame, che ha fatto mormorare più di qualcuno in campagna elettorale, fra Melucci e la sua nuova “ombra”: Doriana Imbimbo, 41 anni, giornalista pubblicista dal 23.11.2011. E’ lei la prima “staffista” assunta-nominata dal Sindaco Melucci. La sua assunzione a tempo “determinato” deliberata il 26 luglio è comparsa all’ alba questa mattina sull’ Albo Pretorio del Comune di Taranto: ” ai fini della costituzione dell’Ufficio di Staff alle dirette dipendenze del Sindaco, il medesimo individuava, intuitu personae, la Dott.ssa Doriana IMBIMBO, nata a Taranto il 29.07.1976, in possesso del Diploma di Laurea in Comunicazione d’Impresa e Relazioni Pubbliche“.

 

Delibera BIS _Albo_Pretorio_14360
Ma cosa faceva Doriana Imbimbo per Melucci ?  Da quanto tempo collaborava con lui ? Sono le domande che non poche persone mi hanno rivolto. Lo abbiamo appurato: era stata ingaggiata per gestire la comunicazione via web, cioè la pagina Facebook (che il Sindaco Melucci ha deciso di chiudere) e Twitter . L’addetto stampa  della campagna elettorale di Rinaldo Melucci , fino a 10 giorni dal termine è stata Maristella Baggiolini, giornalista professionista, la quale già aveva fatto in passato questo lavoro peril sindacato CGIL e per Fabrizio Nardoni all’ Assessorato Regionale all’ Agricoltura, che secondo nostre fonti, ci risulta peraltro non essere ancora stata pagata completamente per il lavoro che ha svolto in campagna elettorale per Melucci.

 

Confesso che scrivere di Doriana Imbimbo, mi imbarazza un pò. Suo padre Guglielmo, deceduto purtroppo alcuni anni fa, era un “pupillo” di mio padre, che lo aveva aiutato tanti anni fa ad essere assunto e diventare dirigente delle relazioni esterne dell’ Italsider (poi Ilva) quando la società siderurgica era “pubblica”. Guglielmo Imbimbo era per me un fratello maggiore, e sopratutto un galantuomo, che non ha mai avuto bisogno della politica per trovare un lavoro. Ma quando si fa il giornalista correttamente e sopratutto onestamente non bisogna lasciarsi sfiorare da sentimentalismi, amicizie e favoritismi.

 

La lettura della delibera del Comune di Taranto, lascia quasi senza parole. “alla data del 25.07.2017 risulta impegnata, per dette finalità la somma di € 54.400,00 per cui, allo stato, risulta esservi la necessaria disponibilità finanziaria”  e “che occorre procedere, in questa sede – secondo la disciplina del C.C.N.L. vigente e nel rispetto delle prescrizioni di cui al D.Lgs. 15.06.2015, n.81 – alla costituzione del rapporto di lavoro a tempo pieno e determinato per anni tre in posizione di staff al Sig. Sindaco, con la Dott.ssa Doriana IMBIMBO, cosi come dal medesimo fiduciariamente individuata per chiamata diretta“.

 

Nessun curriculum vitae della signora Doriana Imbimbo nessuna esperienza politico-amministrativa precedente, ” alla predetta sarà attribuito il profilo professionale di Istruttore Direttivo categoria D/1”  la giunta comunale di Taranto guidata da Melucci ha deciso “la spesa per l’assunzione di cui al presente provvedimento, pari a lordi €.31.534,74” cioè oltre  la metà dell’importo disponibile (€ 54.400,00 – n.d.a.  ) dal capitolato di bilancio per lo staff del Sindaco per l’anno 2017 !

 

Dividendo 31.534,74 per 5 mesi, si ha un importo di oltre 6mila euro al mese, cioè più di quanto guadagna il Sindaco stesso, e cioè 5.205,88 euro lordi al mese, e sicuramente più di quanto Melucci si auto-assegnava come amministratore unico della sua società Melucci Shipping s.r.l. (48mila euro per l’anno 2016 e 24mila euro per il 2017)

 

Probabilmente Melucci si è fatto infettare dal “virus” di Michele Emiliano, il quale dopo essersi lasciato con la moglie, iniziò una relazione sentimentale con una nostra collega Elena Laterza, giornalista professionista, che il governatore della Regione Puglia appena eletto ha nominato sua “portavoce”. Unica differenza non indifferente è che la Laterza aveva lavorato con Emiliano per 10 anni come suo addetto stampa  quando era Sindaco di Bari. Non vogliamo sconfinare nel pettegolezzo più bieco, ma è noto a tutta la città di Taranto, che il Sindaco Melucci appena eletto abbia lasciato la moglie, e che sia indivisibile dalla Imbimbo che lo segue dappertutto come un ombra e non solo per lavoro. Se siano pettegolezzi o verità, onestamente non ci interessa spiare nel buco della serratura di “casa Melucci“. Basta ascoltare da fonti attendibili gli sfoghi pubblici del padre di Rinaldo Melucci per capire quanto stia accadendo nella sua famiglia, verso la quale portiamo il dovuto rispetto.

 

Ma Melucci adesso dovrà spiegare al Pd suo partito di riferimento, o al sindaco “ombra” Michele Emiliano, i parametri di selezione e scelta di un giovane assessore, Massimo Motolese “non eletto” dai cittadini di Taranto, privo di alcuna esperienza politico-amministrativa, figlio del consigliere comunale Miriam Galluzzo Motolese, le cui opinioni espresse su Twitter non sono molto in linea con il Partito Democratico, partito di maggioranza che guida il Comune di Taranto, e che incredibilmente gli paga anche lo stipendio di assessore !
E’  questa la politica dei curriculum …. che arrivano da chi dietro le quinte (ma ben noto) decide in realtà cosa accade a Taranto, curriculum che vengono depositati sulla scrivania di Melucci, dove il sindaco di Taranto  in realtà al momento ci mette solo la firma. Quando anche la faccia ?

 

 

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Grazie, Antonello de Gennaro

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