di Giuseppe Turani
E’ un piano semplicissimo, elementare e che non può fallire. Si tratta di portare il disavanzo pubblico annuale non al 2,9 per cento, come propone Renzi, ma a più del doppio, cioè al 7 per cento. E non per cinque, ma per dieci anni.
Basta fare due conti per capire che si va oltre i mille miliardi di nuovi debiti, da aggiungere ai 2 mila e 200 che già abbiamo. Si va, in sostanza, oltre i tre mila miliardi di debiti. Ammesso che si trovi qualcuno che li finanzi.
Ma che cosa ci faranno con tutti questi soldi, presi a debito?
Due cose:
1- Intanto esaudiranno la loro grande promessa: il reddito di cittadinanza, uno stipendio per tutti, fine del lavoro. Paga lo Stato (con i soldi altrui)
2- Uno Stato socialista. Lo Stato farà tanti investimenti, soprattutto in nuove tecnologie e darà lavoro a tutti, inutilmente, visto che tuti avranno già il reddito di cittadinanza. Ma da gente che crede nelle sirene e nei matrimoni fra specie diverse queste sottigliezze non contano.
Di fatto, nell’universo grillino, saremo tutti due volte statali. La prima perché lo Stato ci passerà il reddito di cittadinanza. La seconda perché, chi vorrà, avrà un impiego in un impianto pubblico (finanziato sempre con debiti, come il reddito da cittadinanza).
Renzi, con la sua proposta di un disavanzo del 2,9 per cento per cinque anni a questo punto fa la figura del pitocco e forse gli conviene farsi da patte. In campo c’è gente che è già molto più avanti.
Non si capisce che cosa potrà inventare, allora, Berlusconi, di solito primatista in fatto di promesse. Suv Cayenne e figa per tutti? Tre mesi alle Maldive? Una villa in Sardegna?
*editoriale tratto da Uomini & Business