ROMA – Il procuratore della Repubblica di Modena Lucia Musti è stata ascoltata oggi pomeriggio in Procura a Roma, in veste di “testimone” dagli inquirenti romani titolari dell’inchiesta su Consip. A determinare l’audizione, davanti al procuratore Giuseppe Pignatone, all’aggiunto Paolo Ielo e al pm Mario Palazzi, la necessità di approfondire il contenuto delle dichiarazioni fatte dalla Musti lo scorso 17 luglio al Csm in merito alle vicende Consip e Cpl Concordia, con particolare riferimento a colloqui, nel 2015, avuti con il maggiore dei carabinieri Gian Paolo Scafarto, indagato dalla procura di Roma per rivelazione del segreto d’ufficio e falso, ed al colonnello Sergio De Caprio, (che non risulta indagato) noto come “capitano Ultimo” già vice comandante del Noe dei Carabinieri.
Nell’audizione dinnanzi al Csm organo di autogoverno dei magistrati, il procuratore di Modena avrebbe definito i due ufficiali dell’ Arma come “esagitati“, “spregiudicati“, come “presi da un delirio di onnipotenza” ed avrebbe confermato al quanto già riferito alla prima commissione del Csm lo scorso 17 luglio. “Dottoressa abbiamo una bomba, arriviamo a Renzi“, queste secondo la Musti le parole che le avrebbe riferito pronunciato il maggiore del Noe, Gianpaolo Scafarto citando l’inchiesta Consip e il coinvolgimento di Tiziano Renzi, papà dell’ex premier Matteo.
Quando parla di questi comportamenti la Musti si riferisce ad alcuni colloqui avuti con Scafarto e Di Caprio che sarebbero avvenuti nella primavera del 2015: ad aprile di quell’anno, infatti, la procura di Modena aveva appena ricevuto gli atti dell’inchiesta sugli affari della coop Cpl Concordia, aperta dalla Procura di Napoli e poi trasmessa per competenza territoriale nella città emiliana. Fra quei documenti c’era anche la conversazione tra l’ex premier Matteo Renzi e il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi. La Musti ha spiegato di essersi sentita più volte “sotto pressione” soprattutto sull’inchiesta sulla Cpl Concordia. Resta da chiedersi cosa significhi per il magistrato essere sotto pressione.
Nel frattempo l’ avv. Francesco Romito, il difensore del Col. Sergio de Caprio ha reso noto lo scorso 16 settembre, che “chiederò al Csm copia integrale del verbale dell’audizione della pm di Modena Lucia Musti per intraprendere ogni azione legale prevista dalla legge a tutela del mio assistito“. Il legale ha anche puntualizzato che De Caprio non si è mai occupato dell’inchiesta Consip, ma solo di quella Cpl-Concordia e che nell’agosto del 2015 al colonnello da vicecomandante del Noe, gli furono revocati i poteri di polizia giudiziaria, con provvedimento del Comando generale dell’Arma.