ROMA – Il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, dopo una trasmissione televisiva delle Iene da cui è emerso che il deputato Mario Caruso (Democrazia Solidale – Centro Democratico) aveva formalmente assunto il figlio del sottosegretario per fargli un favore, che peraltro non si presentava mai al lavoro. Rossi ieri sera ha rassegnato le proprie dimissioni dal Governo.
Caruso eletto deputato nel 2013 in lista con Mario Monti, si era già presentato alla Camera nel 2008 nelle liste del Popolo della Libertà, seguendo poi nel 2010 Gianfranco Fini e aderendo a Futuro e Libertà per l’Italia: nel 2013 appunto la nomina come deputato della XVII Legislatura e alla Camera aderisce al gruppo di Scelta Civica per l’Italia, quindi nel dicembre 2013 al nuovo gruppo parlamentare Democrazia Solidale-Centro Democratico a cui sono iscritti anche Bruno Tabacci e Lorenzo Dellai.
Caruso invece si trova dentro il piccolo raggruppamento centrista quasi per combinazione. La sua storia politica infatti è stata sempre a destra: sindacalista dell’ Ugl è stato candidato alla Camera per la prima volta nella lista Per l’Italia nel mondo, di Mirko Tremaglia, che era l’estensione di An nei collegi esteri.
Due anni dopo ci riprova sempre nelle circoscrizioni estere con il Popolo delle Libertà, ma anche questa volta non viene eletto. Nel 2010 passa a Futuro e Libertà con Gianfranco Fini ed è, incredibilmente, l’unico di Fli che riesce a essere eletto grazie all’unione elettorale estera con Scelta Civica di Mario Monti. Attualmente anche se da indipendente, Fli ormai si è sciolta, è tesoriere dell’attuale gruppo parlamentare dove è confluito da un paio di anni.
Rossi, generale di corpo di armata ed ex sottocapo dello Stato maggiore dell’Esercito (fino al 2013), è stato eletto deputato con Scelta Civica. E’ diventato sottosegretario alla Difesa con la nascita del governo Renzi e poi riconfermato nell’esecutivo di Gentiloni. Da quando Scelta Civica in Parlamento si è disfatta, ha sempre scelto la parte un po’ più a destra: prima si scrive al gruppo Popolari per l’Italia, poi si è candidato alle Europee 2014 con Ncd-Udc (non venendo eletto), poi a Democrazia Solidale-Centro Democratico che riunisce i popolari di Scelta Civica con i parlamentari eletti dal partito guidato da Bruno Tabacci. Proprio per Centro Democratico si candida alle primarie del centrosinistra per le amministrative di Roma: si piazza al terzo posto dopo Roberto Giachetti e Roberto Morassut, con 1320 voti, ricedendo appena il 3 per cento delle preferenze.
Rossi ex generale dell’esercito e sottosegretario alla Difesa ha negato quanto è emerso documentalmente dal servizio dell’inviato Filippo Roma delle Iene : “Sono accuse infondate e lesive della mia persona. Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione. Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione”. Peccato però dal servizio si vede e sente ben altro.
“In ogni caso al fine di non coinvolgere l’Amministrazione che rappresento e per svolgere ogni azione in piena libertà e con maggiore serenità – ha aggiunto Rossi – ho deciso di rimettere le deleghe conferitemi dal Ministro della Difesa. Con questa iniziativa – prosegue l’ormai ex- sottosegretario – voglio fare chiarezza per evitare che queste informazioni siano strumentalizzate: le spese relative ai collaboratori sono rendicontate, e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l’impiegato e viene retribuito”.
Immancabile l’azione penale per difendersi: “Ho dato mandato a uno studio legale al fine di tutelare l’immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali“.
Il servizio delle Iene riguarda la denuncia di una giovane assistente parlamentare che ha sostenuto di lavorare da un anno e mezzo per il deputato Caruso, senza essere retribuita e senza alcun tipo di contratto. Nell’intervista al programma Le Iene andato in onda ieri sera la giovane assistente parlamentare, mostrata con il volto oscurato e nome occultato, ha raccontato di aver cominciato con uno stage di tre mesi e di essere successivamente andata avanti da allora senza retribuzione, subendo anche qualche avance sessuale.
“Una sera, al ristorante l’onorevole mi ha fatto capire che se fossi andata al letto con lui mi avrebbe aiutato“». La ragazza ha mostrato anche un messaggino ricevuto qualche giorno dopo, a mezzanotte dal deputato Caruso: “Sono a casa, valuta te cosa fare“.
La ragazza ha anche videoregistrato un suo colloquio con il deputato. “Non è che se ti avessi detto di sì mi avresti dato il lavoro?” a cui Caruso replicava “No, quelle sono cose separate e distinte“.
Il deputato Caruso – sempre grazie alla telecamera nascosta -spiega riguardo al figlio del sottosegretario Rossi, che lo avrebbe assunto per fare “una cortesia” al padre in quanto lui non poteva assumerlo direttamente e che comunque “lo paga il padre“. Caruso pressato dall’inviato delle Iene, ha negato di aver chiesto alla sua collaboratrice prestazioni sessuali, sostiene che la ragazza aveva fatto solo uno stage di tre mesi e dice di aver assunto il figlio del sottosegretario Rossi dopo aver fatto “una valutazione delle sue capacità”.
L’ on Dellai ha dichiarato di aver preso atto “di quanto riportato dal servizio de “Le Iene” a proposito di due deputati aderenti al Gruppo. Nel precisare che i comportamenti oggetto dell’inchiesta giornalistica si riferiscono al rapporto esclusivo tra i singoli deputati e i loro collaboratori e non all’attività del Gruppo Parlamentare, attendo in ogni caso dai due colleghi spiegazioni esaustive e convincenti”.
La presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta sulla denuncia della trasmissione, commentando come “inaccettabile” la situazione e preannunciato che chiederà al Collegio dei Questori della Camera dei Deputati una ricostruzione approfondita e dettagliato dell’accaduto, per valutare ogni eventuale iniziativa da assumere sia sulla specifica vicenda, sia in merito a una diversa regolamentazione di tutta la materia.
“La violazione dei diritti di un lavoratore o di una lavoratrice è sempre grave, ma lo è ancor più se a rendersene responsabile è chi siede in Parlamento – aggiunge la Boldrini – I comportamenti dei due deputati, qualora risultasse confermata la ricostruzione proposta dalla trasmissione televisiva, getterebbero pesante discredito su tanti altri loro colleghi che invece agiscono in maniera corretta e su un’istituzione che è impegnata in una azione di cambiamento, sobrietà, trasparenza”.