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24 Novembre 2024 05:38

Via libera al Senato sulla legge anti-corruzione che tutela chi denuncia il malaffare nella publica amministrazione

La normativa meglio nota anche come come "whistleblowing" tornerà poi alla Camera. Sarà comunque difficile l'approvazione entro la fine della corrente legislatura

ROMA – E’ stato approvato oggi al Senato il disegno di legge sul “whistleblowing” per garantire tutela dei dipendenti pubblici e privati che segnalano reati o irregolarità sul proprio posto di lavoro. Il testo emendato è stato approvato dall’ aula di Palazzo Madama ottenendo  142 voti favorevoli di Pd e Articolo 1-Mdp ed il M5S . Hanno votato contro  Forza Italia ed Ala. La riforma  adesso tornerà in aula Camera dove in prima lettura era stata approvata nel 2016 . Una delle principali novità introdotte con gli emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali è relativa al reintegro sul posto di lavoro di chi è stato licenziato perchè “segnalante“.

La riforma, che segue le linee guida dell’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione, per attenersi alle richieste provenienti dall’Unione Europea, vede quale prima firmataria la deputata Cinquestelle Francesca Businarolo. La normativa potenzia la legge attualmente in vigore del 2012 che ha introdotto nel testo unico del pubblico impiego una prima disciplina generale di protezione del dipendente pubblico.  Viene garantita una maggiore tutela dell’identità del segnalante oltre ad un rafforzamento del ruolo dell’Anac che accertata la responsabilità per atti discriminatori nei confronti del whistleblower, potrà multare l’ente accusato.

La tutela viene estesa inoltre ai collaboratori o consulenti con qualsiasi tipologia di contratto e di incarico nella pubblica amministrazione o in enti privati sottoposti a controllo pubblico. Anche le segnalazioni anonime possono essere oggetto di valutazione se adeguatamente documentate.

A ricevere quindi una più ampia protezione in caso di denuncia di fenomeni di corruzione saranno, tra gli altri, dipendenti delle scuole, magistrati, professori e ricercatori universitari, personale militare e forze di polizia, lavoratori del servizio sanitario nazionale, dipendenti di società controllate. Non solo chi denuncia non potrà essere sanzionato o licenziato, ma neanche trasferito o demansionato, a condizione che risulti in buona fede.

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