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24 Novembre 2024 07:06

Super sconti del Governo a chi fa pubblicità sui giornali.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge sul credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari. Ecco come funziona il «tax credit» fino al 90%.

Investire in pubblicità sulla stampa conviene e lo ufficializza con un provvedimento, il governo.  È stato appena pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge sul credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari «incrementali» cioè quelli realizzati nella seconda metà del 2017: in poche parole, le maggiori spese sostenute in questi sei mesi rispetto allo stesso periodo 2016.

Nel dettaglio, gli investimenti pubblicitari incrementali effettuati dal 24 giugno al 31 dicembre 2017, hanno accesso al credito d’imposta a condizione il loro valore superi almeno dell’1% l’ammontare degli analoghi investimenti sugli stessi mezzi di informazione nella seconda metà del 2016. Che cosa vuol dire? A fronte di un investimento in pubblicità che passa da 100 (seconda metà 2016) a 110 (seconda metà 2017), l’inserzionista pubblicitario avrà diritto a un credito fiscale calcolato sull’eccedenza.

Possono farne richiesta imprese e persino i lavoratori autonomi in quanto inserzionisti. Chiaramente non tutti: il credito d’imposta 2017 è riconosciuto esclusivamente agli investimenti sulla stampa quotidiana e periodica, anche online. Pertanto per questi sei mesi e nella formulazione attuale, sono esclusi  gli investimenti sulle radio e tv locali. Al credito d’imposta 2017 sono stati destinati 20 dei 62,5 milioni di euro dell’autorizzazione di spesa prevista per il 2018 per l’incentivo. I 20 milioni sono parte dei 50 milioni di euro della quota del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione destinata all’agevolazione, di spettanza della Presidenza del Consiglio dei ministri.

SOGGETTI CHE POSSONO FRUIRE DEL BONUS PUBBLICITÀ

In base a quanto previsto dall’articolo 57-bis della Manovra Correttiva 2017, il Bonus Pubblicità 2018 spetta ai seguenti beneficiari:

  • Lavoratori autonomi, compresi i professionisti;
  • Imprese.

In attesa dell’emanazione del Dpcm di attuazione del Bonus fiscale, tale agevolazione sugli investimenti pubblicitari spetta anche ai professionisti che devono rispettare qualche vincolo aggiuntivo:

  • possibilità di beneficiare del Bonus pubblicità solo se la campagna pubblicitaria rispetta le disposizioni contenute nel D.P.R. n. 137 del 7 agosto 2012; si tratti di pubblicità informativa non ingannevole, equivoca o denigratoria;
  • la pubblicità deve essere/avere ad oggetto l’attività della professione; la specializzazione e titoli posseduti; i compensi richiesti per le prestazioni professionali.

A partire dal 2018, imprese e lavoratori autonomi potranno beneficiare di un credito d’imposta relativamente alle campagne promozionali e pubblicitarie effettuate su quotidiani, periodici, emittenti televisive e radiofoniche.
Il Bonus investimenti pubblicitari spetta alle imprese, professionisti e lavoratori autonomi che, a partire dal 2018 investono in campagne pubblicitarie. Viene riconosciuto un credito d’imposta se tali investimenti avvengono sulla carta stampa di giornali e periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali.
Per fruire del credito d’imposta, l’investimento in pubblicità deve essere di tipo incrementale, il suo valore deve eccedere almeno dell’1% quello relativo agli investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente.

Sono, in altre parole, le risorse per la stampa quotidiana e periodica: 20 milioni, appunto, per il 2017 e 30 per il 2018. Gli altri 12,5 milioni sono invece indirizzati a radio e tv locali. Ma le differenze tra 2017 e 2018 non si fermano qui. Per quest’anno, infatti, i fondi a disposizione saranno richiesti dagli inserzionisti sulla base dei dati consuntivi, quindi già a inizio 2018. Per le risorse dell’anno prossimo, invece, ci si sta orientando per una richiesta «a prenotazione», sempre nei primi mesi 2018, sulla base dei singoli budget pubblicitari.

Il credito d’imposta è fino al 75% del valore degli investimenti incrementali (la quota sale al 90% per le microimprese, le piccole e medie aziende e le start up innovative). Naturalmente vale il limite massimo complessivo di spesa di 62,5 milioni di euro: se le risorse saranno sufficienti per tutti, le aliquote saranno quelle massime (75 e 90%), altrimenti scenderanno in relazione al valore degli investimenti ma resteranno comunque significative. Il credito fiscale riconosciuto per gli investimenti della seconda metà del 2017 dovrebbe con molta probabilità essere compensato nel 2018.

Le prossime tappe sono la conversione in legge del provvedimento (che comunque al momento ha già efficacia in quanto decreto legge) e un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sui cosiddetti «risvolti attuativi» . Questo secondo provvedimento stabilirà le modalità e i criteri di attuazione del credito d’imposta.

In pratica, con questa norma  le imprese sono oggi in condizione di pianificare i loro investimenti in un quadro di certezze per il 2017 per potere godere del relativo beneficio fiscale nel 2018. “Il riconoscimento del valore della stampa quotidiana e periodica — commenta Maurizio Costa  presidente della Fieg la Federazione Italiana Editori Giornali   —, la quantificazione delle risorse e la certezza delle regole per gli investimenti del 2017, in un momento di ripresa dell’economia, consentiranno una piena utilizzazione del beneficio fiscale da parte delle imprese e dei professionisti entro la fine dell’anno“.

Dall’altra sponda, cioè quella degli inserzionisti Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa, aggiunge: “Il tax credit è un intervento vitale per un settore che gli investitori reputano importante per autorevolezza, qualità della fonte e professionalità dell’informazione. Rappresenta anche una grande opportunità per un utilizzo più massiccio e più mirato della pubblicità in particolare per le piccole e medie imprese“.

E questa volta dagli editori e dagli inserzionisti emerge un chiaro apprezzamento nei confronti della scelta del Governo.

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